Superare i decreti di sicurezza di Salvini: un’urgenza che non può essere rinviata

di Giampaolo Petrucci

Elezioni regionali e referendum costituzionale sono ormai alle spalle. E la maggioranza di governo non ha più scuse per affrontare definitivamente il superamento dei decreti sicurezza voluti dalla Lega di Matteo Salvini, che gli elettori soprattutto di centrosinistra aspettano ormai da inizio legislatura. Questo il cuore dell’appello lanciato dalla Campagna #ioaccolgo – che racconta storie di accoglienza positiva, contro narrazioni e politiche discriminatorie per i migranti, e contro «la barbarie di un mondo fondato sull’odio e sulla paura» – il 25 settembre. «La ministra Lamorgese – si legge in particolare sull’appello – ha predisposto un testo di riforma che il consiglio dei ministri deve discutere con la massima urgenza, per intervenire sugli aspetti più negativi di quei decreti».

La modifiche della ministra intervengono sugli aspetti peggiorativi introdotti da Salvini con i decreti sicurezza: prevedono l’allargamento della platea di rifugiati che ha diritto alla protezione internazionale, il ripristino dell’accoglienza diffusa sul territorio e gestita a livello comunale, per una maggiore integrazione nelle comunità locali, l’eliminazione delle sanzioni alle ong che introducevano un pericoloso principio di criminalizzazione della solidarietà.

Ci sono però aspetti della proposta che non piacciono alla Campagna, alla quale aderiscono, tra gli altri, A buon diritto, Acli, ActionAid, Arci, Asgi, Caritas Italiana, Casa della Carità, Centro Astalli, Cgil, Cnca, Fcei, Finanza Etica, Focsiv, Fondazione Migrantes, Gruppo Abele, Legambiente, Lunaria, Msf, Oxfam, Recosol e Save The Children. Da cambiare, in particolare, «il mantenimento delle sanzioni penali in caso di violazione del divieto o limitazione di ingresso in acque territoriali; la riproposizione della detenzione amministrativa, sia pure con la riduzione dei tempi massimi da 180 a 90 giorni; la riduzione da 48 a 36 mesi per espletamento delle pratiche sulla cittadinanza. Un lasso di tempo troppo lungo, addirittura superiore ai 24 mesi previsti in precedenza».

Si tratta comunque, guarda con ottimismo la Campagna, di un «primo passo per migliorare la condizione delle persone straniere che giungono sul nostro territorio». E dunque questo provvedimento «va ratificato con la massima urgenza», anche in risposta al Migration Pact europeo, appena divulgato, «che sconta la ricerca di una mediazione con i Paesi di Visegrad, intervenendo addirittura in senso negativo sul diritto d’asilo».

Occorre muoversi in fretta, avverte #ioaccolgo perché, nel frattempo, «le frontiere, di terra e di mare, restano chiuse e si continua a morire. E chi è respinto nei Paesi di provenienza o in Libia, con cui l’Italia ha rinnovato i famigerati accordi, nonostante da più parti si fosse chiesto di abolirli, è rinchiuso e sottoposto a trattamento inumani». «È tempo di agire perché almeno si avvii un percorso che porti al rispetto della vita e della dignità delle persone straniere che arrivano alle frontiere d’Europa»

(https://www.adista.it/articolo/64219 , 28 settembre 2020)

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