Sui fatti di Rosarno
di Giovanni Bianco
Che la nostra società fosse multirazziale soltanto in apparenza e che fosse popolata da nuovi schiavi ammassati in campi organizzati in modo vergognoso era stato scritto da molti ed illuminati intellettuali e giornalisti.
Che ci si potesse trovare innanzi a nuove forme di guerriglia urbana era pure stato sostenuto: le periferie dei centri urbani, specie al sud, sono sature, lì abitano i nuovi ultimi del Paese, quelli che giungono sui barconi e non sono mai accettati, se non come bestie prive di diritti e buone soltanto a fare i lavori peggiori.
Tuttavia i recenti eventi di Rosarno ci lasciano attoniti per la crudeltà di alcune molto gravi forme di violenza, perchè si è sparato su diseredati e paria con disprezzo, così volendo rimarcare che in quel territorio non è la legge dello Stato a realizzare l’ordine sociale ma i poteri occulti e delinquenziali, la ‘ndrangheta.
Ed il governo che fa? Cosa propone oltre alle consuete tesi inaccettabili del rifiuto della necessaria accoglienza degli extracomunitari, puntualmente riproposte dal ministro leghista Maroni? Intende inserire seriamente nel mondo del lavoro questi aggregati umani trattati come nuova servitù della gleba?
Oltre la retorica ufficiale, che a nulla serve, se non ad alimentare una nuova e giustificabile indignazione, si scopre ancora una volta che la nostra è una società violenta in cui è tuttora la cruda forza ad imporsi più che la democrazia ed i diritti, più che l’insopprimibile dignità della persona umana.