San Remo, guarda giù
di Renato Sacco
“Giornali come Avvenire e Famiglia Cristiana andrebbero chiusi”. Forse ho capito male. Forse ho frainteso e non ho colto un qualcosa di molto più profondo. Sarà. Me lo auguro. Perché se così non fosse, resta molto grave l’affermazione perentoria che chiede di chiudere un giornale, qualsiasi esso sia. Un giornale invita a riflettere, e se non si condivide si contesta, si critica con argomenti. Invitare a chiudere è a dire poco qualunquista, per non dire di peggio: è da regime. Per questo spero di aver frainteso. Quando c’è una dittatura, la prima cosa che viene fatta è chiudere i giornali. E in Italia già leggiamo poco, se poi chiudiamo anche i giornali, solo perché non se ne condivide il taglio, c’è da preoccuparsi. Forse chi ha fatto queste affermazioni non conosce bene i giornali in questione, non li ha mai letti più di tanto. Forse non si rende conto del peso di affermazioni così gravi. Tanto più se fatte da un ‘pulpito’ del servizio pubblico come la RAI. Proprio la Rai che ha in programma la chiusura di alcune sedi nei Paesi del Sud del mondo. Pare, se non ho capito male, perché non ci sono i soldi. No comment.
Certo è che se chiudiamo le fonti di informazione pubbliche e libere, che cercano di dare voce non solo ai Vip ma a tutti, in particolare ai più poveri, viene meno la base della democrazia e della libertà. Che qualche Santo guardi davvero giù. E se ho capito male, chiedo scusa.
(www.mosaicodipace.it , rubrica “L’Opinione di”, 15 febbraio 2012)
Non ho sentito Celentano perchè da molti anni non ho la televisione.
Ho letto e sentito in una registrazione alcuni passaggi.
Faremmo meglio a non dare tutta questa importanza alle banalità di questo predicatore
pieno di tutto, anche di ignoranza..
Altrimenti alimentiamo l’opera di distrazione dai problemi seri:
innanzi tutto il patire del popolo greco,
lo strapotere ormai quasi feudale del capitalismo finanziario
e poi… in casa nostra….
le spese militari,
il cambiamento di senso alle parole,
lo sfruttamento dei lavoratori,
l’erosione di sacri diritti della persona e del cittadino,
l’iniquità,
la forbice sempre più larga tra chi è ricco e la gente semplice,
il livello di remunerazione della classe dirigenziale in ogni ambito – 400 volte la paga di un dipendente -,
l’impossibilità di proferire la parola giustizia senza essere tacciato di populista,
l’innamoramento di tutto ciò che è liberal…