Papa Bergoglio comincia a far paura ai tradizionalisti
Che nella Chiesa cattolica sia in corso un rimescolamento delle posizioni storicamente consolidate risulta evidente da quello che sta avvenendo in questi giorni sui media e nella rete. Papisti, tradizionalisti e conservatori criticano papa Bergoglio e le sue novità, in nome dell’immutabilità di santa romana Chiesa. Preti di frontiera, comunità di base e movimenti riformatori da sempre considerati ad un passo dall’eresia difendono Francesco e i suoi segnali di apertura, lanciando un appello che in poche ore ha raccolto oltre 4mila firme, di don Farinella (che ha lanciato l’iniziativa), don Santoro e la Comunità delle Piagge, padre Zanotelli, don Ciotti, don Bizzotto e i Beati i costruttori di pace, i preti operai, il movimento Noi Siamo Chiesa, le Comunità cristiane di base (fra cui quella romana dell’ex abate di San Paolo Franzoni), tanti cattolici “ordinari”, diversi laici,
L’evento scatentante è stato un fondo sul Corriere della Sera (alla vigilia di Natale) di Vittorio Messori, giornalista di fiducia dei due papi precedenti (Wojtyla e Ratzinger) e “profeta” della stessa elezione di Bergoglio, sebbene confessò il suo vaticinio – sempre sul Corriere – il giorno dopo la fine del Conclave. Francesco «si è rivelato imprevedibile, tanto da far ricredere via via anche qualche cardinale che era stato tra i suoi elettori», scrive Messori. E le nomine dei 15 nuovi cardinali annunciate domenica scorsa (la maggior parte dal Sud del mondo, 1 solo dalla Curia romana, nessuno dagli Usa, 2 italiani di “periferia”, i vescovi di Ancona e Agrigento, nella cui diocesi c’è Lampedusa, meta del primo viaggio del papa) sembrano confermare questa imprevedibilità. Messori poi imputa a Bergoglio una contraddittorietà di fondo (il vero papa è quello «delle prediche da parroco all’antica» o «quello che telefona a Pannella» e «gli augura “buon lavoro” quando da decenni il lavoro del leader radicale è consistito e consiste nel predicare che la vera carità sta nel battersi per divorzio, aborto, eutanasia, omosessualità per tutti?») e lo accusa di agire e parlare «turbando la tranquillità del cattolico medio, abituato a fare a meno di pensare in proprio, quanto a fede e costumi, ed esortato a limitarsi a seguire il papa».
L’articolo fa rumore, per la firma, per la sede (il Corriere della Sera non è proprio Il Foglio di Giuliano Ferrara) e perché si ipotizzano “mandanti curiali”. Il primo a rispondere è il teologo brasiliano Leonardo Boff, a cui Messori ha replicato sul Corriere di ieri. Ma soprattutto si muove l’intera Chiesa di base italiana, con l’appello pubblico «a sostegno di papa Francesco». «Ci opponiamo a queste manovre – si legge –, espressione di un conservatorismo che spesso ha impedito alla Chiesa di adempiere al suo compito unico di evangelizzare. Papa Francesco è pericoloso perché annuncia il Vangelo, ripartendo dal Concilio Vaticano II, per troppo tempo congelato. I clericali e i conservatori che gli si oppongono sono gli stessi che hanno affossato il Concilio e che fino a ieri erano difensori tetragoni del “primato di Pietro” e dell’“infallibilità del papa” solo perché i papi, incidentalmente, pensavano come loro».
E c’è da essere sicuri che lo scontro proseguirà.
(“Il Manifesto”; 5 gennaio 2015)