Il coraggio di “Famiglia cristiana”

di Giovanni Bianco

Alcuni intellettuali e politici dell’opposizione nell’ultimo periodo hanno sempre più cercato analogie e proposto confronti tra il “fascismo” ed il “berlusconismo”.
Alberto Asor Rosa ha definito di recente quest’ultimo un sistema di potere peggiore del primo, il che è sicuramente un’esagerazione, ma voluta, per scuotere le coscienze assopite.
Qualche mese addietro sollevai siffatta questione su questo sito anche richiamando il pensiero di Umberto Eco.
Perchè suscita tanto scalpore il fatto che a porre il medesimo problema, in termini fortemente critici e con coraggio, sia stato l’autorevole settimanale dei paolini, “Famiglia cristiana”?
Perchè è stata addirittura necessaria una dichiarazione ufficiale del Vaticano, che ha subito precisato che si tratta di posizioni che non coincidono con quelle della Santa Sede e della C.E.I.?
A chi giova tale atteggiamento così prudente ed equivoco?
Ora, non si può revocare in dubbio la serietà di “Famiglia cristiana”, che, come pure ha ricordato oggi Giorgio Tonini, in un’intervista sul “Corriere della sera”, è un periodico che propone analisi attendibili, chiavi di lettura fondate del quadro politico e sociale, ricostruzioni ponderate e mai improvvisate.

E sul punto sorgono inevitabilmente alcuni opportuni quesiti: l’eccessiva esaltazione della salvaguardia dell’ordine pubblico è, senza dubbio, un tratto tipico dei regimi autoritari? L’insofferenza verso gli stranieri (nel caso di specie soprattutto extracomunitari e rom) “puzza” di “neofascismo mascherato”? La sbandierata idea di uno Stato forte ed inflessibile nell’uso dei propri apparati repressivi, che controlla capillarmente il suo territorio, può pure assumere risvolti antidemocratici e reazionari?
Quindi perchè gridare allo scandalo se Don Antonio Sciortino e Beppe Del Colle scrivono articoli duri e severi nei confronti della maggioranza al governo?
E’ banale riproporre l’abusata tesi delle campagne di stampa orchestrate da comunisti, cattocomunisti, criptocomunisti e nipotini di Giuseppe Dossetti sempre in agguato.
Essa, oltre a non risolvere alcun problema reale del Paese, è soltanto funzionale, nella sua fumosa e perniciosa retoricità, agli assetti di potere predominanti, all’agglomerato di forze e di gruppi di pressione che puntellano l’area di governo.
E mentre si discute con enfasi di “ordine pubblico”, argomento, peraltro, da non trascurare, si ridimensionano le più rilevanti problematiche economico-sociali,la crescente e grave disomogeneità sociale, la forbice tra ceti abbienti e ceti meno abbienti che si allarga. Insomma, le questioni più precipue.

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