Dal predellino al nulla

di Rinaldo Gianola

Silvio Berlusconi un po’ ci manca. Manca soprattutto alla destra che non sa dove andare e anche ai centristi che dopo aver giocato senza pudore con le tre carte, ma avendo sempre come riserva la stella del cavaliere, oggi non sanno come ripiegare e litigano sul mai nato Terzo Polo. Un’entità politica destinata inevitabilmente a sciogliersi senza lasciar traccia. Che cosa sta succedendo all’ex premier, all’inventore del “predellino”, all’abile creatore di partiti come slogan pubblicitari? Parla poco, decide ancora meno. Non commenta il voto, va in visita dall’amico Putin per evitare di mettere la faccia su una sconfitta pesantissima che sarà attribuita ad Alfano, visti i precedenti. I suoi hooligans lo invitano a far cadere il governo Monti, la Santanchè gli suggerisce di vincere le elezioni e poi puntare al Quirinale, altri più pratici chiedono almeno un rinnovamento di linea e di leadership del partito. Ma c’è ancora il Pdl?

Berlusconi non è certo sereno nemmeno per l’andamento delle sue aziende, la crisi morde tutti e Mediaset, che pur è un solido colosso, chiude il trimestre peggiore della sua storia. E i prossimi mesi saranno tremendi sia per la politica, sia per l’economia. Il peggio che possa capitare a Berlusconi è che Carlo De Benedetti acquisti la7 messa in vendita da Telecom Italia impiegando il risarcimento pagato da Fininvest per il Lodo Mondadori. Probabilmente non succederà, ma la sola idea di vedere l’Ingegnere a far concorrenza sul mercato della tv fa venire l’orticaria al Cavaliere.

Berlusconi pare disinteressato, è laterale al dibattito, alla polemica politica. Forse sta studiando come ridisegnare il centro-destra, come recuperare un consenso sufficiente almeno a non affogare. O magari sta davvero pensando al passo indietro? Forse ha ragione Giuliano Ferrara che, commentando in tv i risultati del voto, ha ammesso che «Berlusconi non sa cosa fare». Se le cose stanno davvero così per la destra è un problema grave e il sostegno esplicito che il Giornale e Libero offrono ai grillini per i ballottaggi contro la sinistra è il tentativo di innamorati delusi di cercare consolazioni rapide e illusorie. Visto che non possono vincere i candidati del pdl allora si possono dirottare i voti della destra su Grillo, così si potrà dire in caso di clamorosa vittoria di aver guidato la svolta. Consolazione troppo modesta per l’ambizione di Berlusconi.

(“L’Unità”, 11 maggio 2012)

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