25 aprile a Torino, bruciate bandiere del Pd e della Nato. Bruno Segre a 103 anni sul palco.
di Diego Longhin
“Anche Putin è un dittatore che finirà male. I partigiani di oggi sono in Ucraina a combattere per la libertà, contro il razzismo, l’antisemitismo e per un Paese libero senza dogmi e senza padroni, per un futuro migliore”. Parole di Bruno Segre, avvocato e partigiano di 103 anni, dal palco di piazza Castello, dove è arrivata la fiaccolata del 25 Aprile partita da piazza Arbarello.
Una manifestazione che mancava da due anni, a causa dell’emergenza Covid, e sulla quale pesa l’ombra della guerra in Ucraina che ha provocato polemiche sia alla vigilia sia durante il corteo. Una bandiera del Pd e una della Nato sono state date alle fiamme al termine della celebrazione da parte del Fronte della Gioventù comunista: “Siamo contro l’escalation delle spese militari – ha detto Simone Vial, esponente nazionale del Fgc – Vanno aumentati invece i fondi per la scuola, la salute e i servizi sociali”.
“Fuori la Nato dalla manifestazione”. Così alcuni partecipanti alla tradizionale fiaccolata del 25 Aprile hanno accolto, anche con fischi e insulti, l’arrivo di una delegazione di Radicali guidata dal consigliere comunale Silvio Viale che, come annunciato, si sono presentati in piazza con le bandiere della Nato, assieme a quelle dell’Ucraina e dell’Unione Europea.
“Quelle dell’Ucraina possono stare – hanno detto i partecipanti invitando Viale a uscire dal corteo – ma non quelle della Nato”. Un invito che Viale ha fatto sapere di non avere intenzione di raccogliere poiché, ha detto, “questo è un corteo antifascista e italiano, la Nato difende i valori occidentali contro l’imperialismo sovietico. Le bandiere della Nato al corteo non sono una provocazione – ha aggiunto Viale – a provocare è chi sta dalla parte di Putin dietro un finto neutralismo”.
Già alla vigilia l’iniziativa annunciata da Viale aveva suscitato polemiche: “Le provocazioni alla Silvio Viale – hanno detto Fausto Cristofari, segretario torinese di Rifondazione comunista, e Ezio Locatelli, della segreteria nazionale del partito, che hanno aggiunto: “Siamo da settimane presenti in tutte le piazze contro Putin e contro la Nato, contro l’invasione dell’Ucraina e contro tutte le guerre fomentate dalle superpotenze mondiali in competizione tra di loro. Solo degli stupidi o delle persone in malafede possono distorcere il senso di queste posizioni e il significato del 25 Aprile”.
Parole cui ha risposto, indirettamente, il sindaco Stefano Lo Russo, presente alla fiaccolata: “Oggi è anche una giornata in cui dobbiamo rivolgere un pensiero agli ucraini che si sono svegliati e hanno ‘trovato l’invasor’. Quindi questo 25 Aprile è diverso dagli anni passati, e l’equidistanza non è possibile. Nel ricordo di quella primavera di 77 anni fa che si annunciava più che mai come simbolo di rinascita – ha sottolineato Lo Russo – Torino rende il proprio tributo alle donne e agli uomini che diedero la vita per la libertà e la democrazia, per la convivenza civile e la pace”.
“Penso che chiunque alla manifestazione del 25 Aprile possa portare la bandiera che vuole, basta che questa rispetti i valori della Resistenza”. Lo ha detto Daniele Valle, vicepresidente del consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, durante il corteo. “C’è molta partecipazione – ha aggiunto – a questa ricorrenza dopo due anni di pandemia, non solo a questa fiaccolata ma anche agli altri eventi. E questo fa molto piacere”.
(torino.repubblica.it/cronaca/2022/04/24/news/fiaccolata_25_aprile-346764184/)