25 aprile, il discorso completo di Sergio Mattarella: “la Repubblica è figlia dell’antifascismo”

di Sergio Mattarella

«Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione». È Piero Calamandrei che rivolge queste parole a un gruppo di giovani studenti alla Società umanitaria, a Milano, nel 1955.

Ed è qui allora, a Cuneo, nella terra delle 34 medaglie d’oro al valor militare e dei 174 insigniti di medaglia d’argento, delle 228 medaglie di bronzo per la Resistenza. La terra dei 12mila partigiani, dei 2mila caduti in combattimento e delle 2.600 vittime delle stragi nazifasciste.

È qui che la Repubblica celebra oggi le sue radici, celebra la Festa della Liberazione. Su queste montagne, in queste valli, ricche di virtù di patriottismo sin dal Risorgimento. In questa terra che espresse, con Luigi Einaudi, il primo presidente dell’Italia rinnovata nella Repubblica.…

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Il nostro 25 aprile

di Raniero La Valle

Pubblichiamo il discorso tenuto la mattina del 25 aprile nei Giardini Comunali di Reggio Calabria per la celebrazione unitaria della festa della Liberazione

Che cosa siamo venuti a celebrare? Stiamo celebrando la nascita di una Repubblica. Potremmo anche dire: la nascita di una Costituzione, perché Repubblica e Costituzione sono per noi dei sinonimi, “simul stabunt et simul cadent” dicono i giuristi, stanno insieme o cadono insieme, non possono stare l’una senza l’altra. Per questo quelli che tradiscono la Costituzione, che la deformano, che la violano, tradiscono la Repubblica o, come dicono loro, la Nazione.

Ma, come tutte le creature, anche la nostra Repubblica ha avuto una gestazione, ha sofferto le doglie del parto, e questa lunga e dolorosa gestazione fu l’antifascismo e la Resistenza. Durante la Resistenza ci fu l’azione partigiana contro le truppe di occupazione tedesche che marciavano in via Rasella a Roma. Per rappresaglia il giorno dopo, il 24 marzo 1944, i Tedeschi uccisero 335 uomini alle Fosse Ardeatine, che stanno a Roma, non stanno a Praga.…

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Partigiani con il coraggio del mondo nuovo

di Luciana Castellina

PASSATO E PRESENTE. È vero che il fascismo di Giorgia Meloni non coincide con quello di Benito Mussolini (diversamente da quello di alcuni suoi ministri o sodali), e però per quanto si controlli, poi le sfugge la verità: che anche lei una riflessione critica su quel ventennio non l’ha mai neppure tentata

Primo anniversario del 25 aprile in presenza di un governo che trae la sua ispirazione politico-culturale da quelli che in quella data furono sconfitti. Che la nostra festa possa essere realmente condivisa è evidentemente impossibile. Ha fatto bene l’Arci a produrre per questa occasione un manifesto su cui è scritto:”25 aprile divisivo. Per i fascisti “. Perché sia giorno di fierezza anche per gli attuali Ministri dovrebbero aver fatto la rivoluzione dentro sé stessi, quella che tanti giovani nell’immediato dopoguerra hanno saputo fare, al contrario di loro, che non ne hanno mai avuto il coraggio e l’intelligenza.

È vero che il fascismo di Giorgia Meloni non coincide con quello di Benito Mussolini (diversamente da quello di alcuni suoi ministri o sodali), e però per quanto si controlli, poi le sfugge la verità: che anche lei una riflessione critica su quel ventennio non l’ha mai neppure tentata.…

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25 aprile, la versione della Meloni: “Contro di noi una esclusione di massa”

In un monologo pubblicato sul Corriere la premier dà la sua lettura del 25 aprile, rivendica il ruolo della “destra democratica” e lamenta «l’uso della categoria del fascismo come arma di esclusione di massa»

La versione di Giorgia Meloni è affidata a una pagina sul Corriere, non un’intervista ma un lungo monologo nel quale la premier dà la sua interpretazione della storia e del presente.

“Baluardo di Democrazia”

Il primo passaggio che Meloni opera è quello di applicare all’Italia di oggi il ruolo di «imprescindibile baluardo di democrazia». Va ricordato che in queste settimane in Ue l’Europarlamento ha gradualmente condannato l’erosione dello stato di diritto e gli attacchi alle minoranze da parte del governo Meloni: gli eurodeputati hanno votato risoluzioni e fatto dichiarazioni sugli attacchi alla stampa libera, alle famiglie arcobaleno, l’erosione del diritto all’aborto in Italia, e così via. Ma la premier prosegue il suo sforzo di normalizzazione dell’estrema destra e sul Corriere scrive: «Mi auguro che le mie riflessioni possano fare di questa ricorrenza un momento di ritrovata concordia nazionale nel quale la celebrazione della nostra ritrovata libertà ci aiuti a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia».…

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Grazie a La Russa il 25 aprile è tornato data fondativa

di Marco Damilano

La Resistenza ha molti volti e sfaccettature, un rimescolamento di appartenenze e di identità, di fedi e fedeltà, come si è detto, è uno strappo prima di tutto individuale e poi collettivo

Diciamo la verità. Alla fine, forse, bisognerà ringraziare perfino Ignazio La Russa, il suo costante e chissà quanto involontario richiamo al carattere tragico e insieme operettistico del fascismo italiano, se questo 25 aprile 2023 si è trasformato in una data fondativa e ri-fondativa, ri-generativa, senza quel carico di monumentalismo e di retorica che porta con sé una festa comandata.

Il 25 aprile 2023 come il 1960 del governo Tambroni, che fu la prima riscoperta della Resistenza, da cui partì il centro-sinistra, come il 25 aprile 1994, il primo della cosiddetta Seconda Repubblica, con le destre al governo, quando il monaco Giuseppe Dossetti si appellò contro i tentativi di cambiamento della Costituzione, mascherati da riconciliazione.  Non è chiaro quale sarà, se ci sarà, lo sviluppo politico del 25 aprile 2023: forse nessuno.…

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La chimera della transizione green

di Paolo Andruccioli

Per avviare una riconversione ecologica dell’economia in Europa mancano i soldi e si sbaglia metodo. Non bastano le alleanze auspicabili tra i vari Parlamenti europei. Occorre rafforzare l’accesso diretto dei cittadini alle decisioni. Ciò potrebbe passare per esempio attraverso l’obbligo per gli Stati membri di pubblicare l’elenco dei beneficiari dei fondi europei, incluso il Pnrr.

L’Europa affronta la sua sfida più difficile senza risorse e senza un metodo innovativo vincente. È quello che emerge da vari documenti elaborati dalla Commissione europea e dalle analisi di gruppi di economisti come quelli di Social Europe. Le istituzioni europee sono costrette ad ammettere che l’attuale bilancio dell’Unione non dispone di sufficienti disponibilità per sostenere gli obiettivi del Net-Zero Industry Act e per garantire condizioni di parità tra gli Stati membri. Le strade che si propongono sono tre: aumentare gli investimenti pubblici europei, scaricare sui singoli Paesi il peso della transizione, oppure fare intervenire il mitico mercato finanziario, che è la soluzione classica delle politiche europee degli ultimi anni che non a caso hanno fallito molti degli obiettivi e favorito la speculazione finanziaria.…

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Una storia “contropelo”: la spiritualità della gente semplice e le colpe della religione ufficiale

di Claudia Fanti

Un omaggio alla «religiosità intima, radicata, profondamente vera» racchiusa nelle preghiere del popolo semplice: è questo il senso del libro di Carmela Dacchille La spiritualità dei nostri avi nelle orazioni popolari dialettali, pubblicato dalla casa editrice Gelsorosso con il sostegno del Consiglio Regionale della Puglia. Ma, accanto alla salvaguardia di un importante patrimonio culturale e spirituale, il volume offre, nel lungo saggio di analisi e commento di Dino Tarantino, una preziosa occasione per riflettere sulla spiritualità di ieri e di oggi, sul senso della preghiera e sul pensiero magico che spesso l’accompagna, oggi non meno che in passato.

Con una precisazione importante: è vero che le preghiere dei semplici riportate nel volume «contengono anche sedimenti magici ed esprimono atteggiamenti superstiziosi, ma non di più di chi prega Dio di “fermare la pandemia”, di chi lo invoca di “liberarci dal maligno”, di chi bacia il piede del crocifisso miracoloso, di chi si reca in pellegrinaggio presso il santuario mariano», come pure «di chi carica la liturgia eucaristica di una dimensione sacrificale e di un valore indebito, di chi recita l’esorcismo contro Satana e gli angeli ribelli, di chi ritiene imprescindibili e risolutivi i riti liturgici, celebrati magari secondo il canone tridentino».…

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Quegli applausi postumi a Gianni Minà

di Tonio Dell’Olio

Mentre il coro degli applausi e delle celebrazioni postume è compatto nel celebrare l’uomo e il giornalista Gianni Minà, mi piacerebbe alzare il dito per far notare ai notabili della politica, dell’informazione e dei palazzi vari che quell’uomo che ha reinventato il modo di fare giornalismo in televisione è morto in esilio. Condannato dai Consigli di amministrazione Rai partoriti ora da destra, ora da sinistra. Mi piace ricordarlo con un articolo che Il Manifesto gli ospitò all’indomani della morte di Luis Sepulveda il 17 aprile 2020. Lui sa perché.

“Nello spazio breve che identifica il respiro di un amico, se n’è andato da questo mondo Luis, Lucho Sepúlveda. Falciato via da quella che è la peste del nostro secolo. Ho voluto bene all’uomo, ma non posso fare a meno di piangere l’intellettuale che aveva partecipato alle lotte per il riscatto dell’America Latina con il coraggio e la forza che hanno solo i visionari, i romantici, i pazzi. Perché Lucho le battaglie non le aveva scansate, le aveva affrontate per davvero.…

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A Cutro, la compassione

di Isabella Fiore

Nella lunga fila di cittadini scesi a “Steccato” di Cutro l’11 di Marzo per la Manifestazione “Fermiamo la strage subito” non c’erano i soliti manifestanti in cerca di risposte a rivendicazioni di categoria. Erano cittadini con le proprie bandiere associative, ma con un’unica bandiera, condivisa nel suo significato profondo: quella della solidarietà e del dolore, piantata nell’animo sconvolto da una tragedia francamente evitabile.

Evitabile certo, se la narrazione protezionistica della cultura del “Prima gli Italiani” e delle farneticanti strategie su improbabili blocchi navali non avesse prodotto respingimenti anziché accoglienza. Se non si fosse, in via prioritaria, decretato di allertare le polizie piuttosto che i mezzi di soccorso. Se non si fosse legittimata l’idea che valgono di più le coscienze insensibili dei sacerdoti stanziali, piuttosto che la generosità dei pochi samaritani che si prendono cura della sofferenza.

A Cutro, come nella parabola del samaritano a Gerico, la compassione è emersa nell’animo delle persone “semplici” cutresi – in primis l’ormai noto pescatore – che si sono riversate sulla spiaggia per portare soccorso in un tragico momento di bisogno.…

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Stragi e naufragi

di Tonio Dell’Olio

Le parole sono importanti. Non è affatto la stessa cosa dire che al largo di Cutro è avvenuto un naufragio o una strage. La prima è dovuta alle condizioni del mare e alla precarietà dell’imbarcazione, la seconda prevede una responsabilità e una volontà precise che ha posto quelle persone in mare con condizioni proibitive e una barca inadeguata. Mi spiego. A Bologna nel 1980 non ci fu un incidente ma una strage, Auschwitz non fu l’esagerazione inconsapevole di un regime ma una strage pianificata. Sulle spiagge di Cutro pertanto è avvenuta una strage di cui è responsabile il sistema di rapina e sfruttamento che impedisce lo sviluppo dei Paesi di partenza, le guerre e i regimi di cui siamo complici in tante forme, le leggi che impediscono a chi fugge di poter trovare riparo, cioè accoglienza. La strage pertanto è stata causata da questi fattori che sono espressione di un sistema che ha volti e nomi di persone che ne sono protagonisti come pluriomicidi.…

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