Gustavo Gutierrez: la Chiesa, i poveri, la teologia

di Severino Dianich

Gustavo? Gustavo era lui, Gustavo Gutierrez. È uso dei latimoamericani di conoscersi per nome, anche a livello internazionale, e di chiamarsi per nome. Ma Gustavo Gutierrez è, e resta, quel Gustavo, lui e non altri, che nel suo far teologia ha avuto un’intuizione di fede, che ha determinato tutta una stagione di fervidi dibattiti nella Chiesa e vi ha impresso una spinta in avanti di grande importanza.

Lo avevo incontrato la prima volta nel 1980 in un convegno organizzato dopo il Concilio dal professor Alberigo a Bologna (c’era anche Congar, portato in carrozzella da padre Legrand). Da Lione vi erano venuti, per suo invito, destinati a diventare grandi amici, anche Manuel Vassallo, morto prematuramente dopo una vita spesa nel servizio pastorale ai poveri del Surandino. e Carlos Castillo Mattasoglio, oggi arcivescovo di Lima e cardinale, a quel tempo, suoi allievi. Ci siamo incontrati altre volte, a Seveso in un Congresso dell’Associazione Teologica Italiana (nel sito dell’ATI è visibile la registrazione del suo intervento) e a Lima più di una volta, ma particolarmente caro mi è il ricordo di Gustavo, in una sera d’estate, con altri amici, a cena sotto il pergolato, fra la cucina e l’orto della canonica di Caprona.…

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In morte di Gustavo Gutierrez

di Tonio Dell’Olio

Non so dire se la vita di Gustavo Gutierrez sia stato un canto ma sicuramente è grido. In nome degli impoveriti/empobrecidos e degli esclusi. È stata rivoluzione. Perché non può essere eresia la vita di chi è schiacciato dall’ingiustizia. La teologia della liberazione, che lo celebra come padre, ha detto semplicemente che il sogno di Dio rivelatosi in Gesù di Nazareth è di riconoscere la dignità di ciascuno dei suoi figli che si riscoprono fratelli. Le parole “rassegnazione”, “sottomissione”, “schiavitù” e “oppressione” non hanno condominio nel Vangelo di Cristo e la povertà è una parola nobile da sposare mentre la miseria è una maledizione che non ammette giustificazioni. “Il grido del mio popolo è giunto fino alle mie orecchie” dice Dio. Per questo la teologia della liberazione non è un altro genitivo del pensiero su/di Dio ma piuttosto il tentativo di dare parola al sogno stesso di Dio, al suo amore per tutte le creature. Se una teologia non è della liberaz!  ione che teologia è?…

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Armi nucleari in Europa:dov’è la protesta?

Europa in armi. Dov'è finito il movimento pacifista? • Diritti Globalidi Heribert Prantl

Nei cieli d’Europa volano soltanto i falchi. Così arriveranno i nuovi missili da crociera e ipersonici nelle basi Usa in Germania senza che nessuno dica niente. Abbiamo bisogno di un movimento per la pace, di una politica di distensione e di nessuna guerra mondiale. Sarebbe la terza e ultima. 

C’è silenzio, un silenzio di tomba. Missili da crociera Tomahawk, missili SM-6 e missili ipersonici vengono dispiegati in Germania, il paese rimane in silenzio, l’Europa tace. Nessuna protesta, nessuna manifestazione. La Germania è l’unico Paese in Europa a cui questi sistemi d’arma statunitensi sono destinati. Sono puntati contro la Russia. Perché c’è tanto silenzio? Perché è estate, perché ci sono le vacanze? Perché la dichiarazione di Stati Uniti e Germania sul dispiegamento è incredibilmente concisa e asciutta? È lunga solo nove righe. Il silenzio ha forse a che fare con il fatto che sembra esserci ancora tempo? Dopotutto, il dispiegamento non inizierà prima del 2026. Oppure perché si è convinti che questi missili “porteranno solo pace”?…

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