Le spese militari non conoscono crisi

di Giulio Marcon

Oltre 2.200 miliardi di dollari. A tanto ammontano, secondo i dati dell’ultimo Rapporto Sipri, le spese militari nel mondo nel 2022. Invece di proseguire sulla strada della guerra e del riarmo, bisogna affrontare le sfide di un’umanità sofferente e di un pianeta vicino al collasso.

I dati dell’ultimo Rapporto Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) resi noti lo scorso 24 aprile – e presentati in quell’occasione in un webinar dalla Rete Pace e Disarmo e dalla campagna Sbilanciamoci! – evidenziano un’ulteriore crescita delle spese militari nel mondo. La spesa globale è arrivata nel 2022 alla stratosferica cifra di 2.240 miliardi di dollari, con un aumento di 127 miliardi rispetto al 2021.

Il 39% della spesa militare mondiale appartiene agli Stati Uniti, il 55% ai paesi membri della NATO. L’82% della spesa militare mondiale è concentrata in 15 paesi. Oltre agli Stati Uniti (con il 39%), abbiamo la Cina che si trova al secondo posto della classifica mondiale (con il 13% della spesa militare), la Russia (3,9%), l’India (3,6%, con un aumento del 6% rispetto al 2021), l’Arabia Saudita (3,3%), l’Ucraina (2%).…

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I macigni del nostro tempo che rotolano disgregandosi

di Francesca Provinciali

Riflessioni minime a tre anni dalla scomparsa del filosofo Emanuele Severino

Ai piedi del gigantesco costrutto pluri-ideologico eretto fino alla fine del 900 siede un’umanità stanca e confusa: la globalizzazione ha come avvolto in un limbo polveroso i frantumi dei colossali macigni culturali che lottando tra loro rotolano a valle disgregandosi. A tre anni dalla sua scomparsa possiamo spiegare il presente utilizzando la potente metafora del filosofo Emanuele Severino: cristianesimo, islam, capitalismo, comunismo, democrazia sono i massi giganteschi in perenne conflitto, attirati a scontrarsi come in un cumulo di macerie dalla forza di gravità che ne annulla la forza reciprocamente dirompente. Un gioco di ruolo e di compresenze– si badi bene – deprivato da tassonomie etiche.

Il dominio della tecnica sulla filosofia è in grado di dissolvere tutte le ideologiesecondo Severino la tecnica “è un gigante capace di toccare il cielo con un dito”, mentre i suoi cascami penetrano la dimensione antropologica fino al suo midollo ontologico, l’essere si confonde con l’esistere, l’attendismo del rimando e il nichilismo di una condizione esistenziale svuotata da motivazioni forti ci rendono angosciati e insoddisfatti, sotto il peso di pericoli incombenti, fino al nulla estremo di un indefinibile ‘cupio dissolvi’.…

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Che inganno il presidenzialismo

di Domenico Gallo

C’è un male oscuro che affligge la democrazia italiana da molti anni, ma negli ultimi tempi si è alzata ancora di più la febbre che affligge il corpo politico. Il termometro per misurare questo malessere ce l’ha fornito l’ultimo turno delle elezioni politiche. Alle elezioni politiche del 25 settembre 2023 si è avuto il più basso tasso di partecipazione che si sia mai registrato nella storia della Repubblica italiana: ha votato meno del 64% degli aventi diritto. Il 36% del corpo elettorale si è astenuto dalla partecipazione alle elezioni. In termini assoluti, a fronte di circa 24 milioni di votanti, sono stati più di 16 milioni i cittadini italiani che hanno rinunziato allo strumento che in tutte le società democratiche consente di dare ingresso alle istanze dei cittadini nelle stanze del potere.

Anche coloro che si sono recati alle urne probabilmente non l’hanno fatto con grande entusiasmo poiché il sistema elettorale e la natura ademocratica dei partiti hanno sottratto agli elettori ogni possibilità di scelta delle persone che dovrebbero rappresentarli nelle assemblee elettive.…

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L’Amazzonia è donna

di Tonio Dell’Olio

Non finiremo mai di ripetere che la sofferenza dell’Amazzonia riguarda il mondo intero e che se perdiamo un pezzo di foresta da quelle parti è come smarrire la possibilità di respirare bene dalle nostre. A contribuire a questa deforestazione c’è l’attività estrattiva delle miniere che, secondo lo studio dei dati, tra il 2005 e il 2015 hanno contribuito a distruggere 12mila chilometri quadrati di foreste. Tra gli attivisti premiati dal Goldman environmental prize 2023, in pratica il Nobel degli ambientalisti, c’è una donna che si è messa a capo degli indigeni Pariri in Brasile mandando in frantumi pregiudizi e resistenze culturali ma anche il progetto della Anglo American, una delle più grandi aziende di estrazione minerarie al mondo. La multinazionale aveva pianificato decine e decine di operazioni che la passione di Alessandra Korap Munduruku è riuscita a ridimensionare. La società mineraria ha dovuto ritirare ben 27 progetti grazie alla capacità di questa donna di organizzare i capi indigeni e le loro associazioni, di avviare campagne efficaci e di monitorare i danni arrecati alla foresta, cioè a noi.…

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25 aprile, il discorso completo di Sergio Mattarella: “la Repubblica è figlia dell’antifascismo”

di Sergio Mattarella

«Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione». È Piero Calamandrei che rivolge queste parole a un gruppo di giovani studenti alla Società umanitaria, a Milano, nel 1955.

Ed è qui allora, a Cuneo, nella terra delle 34 medaglie d’oro al valor militare e dei 174 insigniti di medaglia d’argento, delle 228 medaglie di bronzo per la Resistenza. La terra dei 12mila partigiani, dei 2mila caduti in combattimento e delle 2.600 vittime delle stragi nazifasciste.

È qui che la Repubblica celebra oggi le sue radici, celebra la Festa della Liberazione. Su queste montagne, in queste valli, ricche di virtù di patriottismo sin dal Risorgimento. In questa terra che espresse, con Luigi Einaudi, il primo presidente dell’Italia rinnovata nella Repubblica.…

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Il nostro 25 aprile

di Raniero La Valle

Pubblichiamo il discorso tenuto la mattina del 25 aprile nei Giardini Comunali di Reggio Calabria per la celebrazione unitaria della festa della Liberazione

Che cosa siamo venuti a celebrare? Stiamo celebrando la nascita di una Repubblica. Potremmo anche dire: la nascita di una Costituzione, perché Repubblica e Costituzione sono per noi dei sinonimi, “simul stabunt et simul cadent” dicono i giuristi, stanno insieme o cadono insieme, non possono stare l’una senza l’altra. Per questo quelli che tradiscono la Costituzione, che la deformano, che la violano, tradiscono la Repubblica o, come dicono loro, la Nazione.

Ma, come tutte le creature, anche la nostra Repubblica ha avuto una gestazione, ha sofferto le doglie del parto, e questa lunga e dolorosa gestazione fu l’antifascismo e la Resistenza. Durante la Resistenza ci fu l’azione partigiana contro le truppe di occupazione tedesche che marciavano in via Rasella a Roma. Per rappresaglia il giorno dopo, il 24 marzo 1944, i Tedeschi uccisero 335 uomini alle Fosse Ardeatine, che stanno a Roma, non stanno a Praga.…

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Partigiani con il coraggio del mondo nuovo

di Luciana Castellina

PASSATO E PRESENTE. È vero che il fascismo di Giorgia Meloni non coincide con quello di Benito Mussolini (diversamente da quello di alcuni suoi ministri o sodali), e però per quanto si controlli, poi le sfugge la verità: che anche lei una riflessione critica su quel ventennio non l’ha mai neppure tentata

Primo anniversario del 25 aprile in presenza di un governo che trae la sua ispirazione politico-culturale da quelli che in quella data furono sconfitti. Che la nostra festa possa essere realmente condivisa è evidentemente impossibile. Ha fatto bene l’Arci a produrre per questa occasione un manifesto su cui è scritto:”25 aprile divisivo. Per i fascisti “. Perché sia giorno di fierezza anche per gli attuali Ministri dovrebbero aver fatto la rivoluzione dentro sé stessi, quella che tanti giovani nell’immediato dopoguerra hanno saputo fare, al contrario di loro, che non ne hanno mai avuto il coraggio e l’intelligenza.

È vero che il fascismo di Giorgia Meloni non coincide con quello di Benito Mussolini (diversamente da quello di alcuni suoi ministri o sodali), e però per quanto si controlli, poi le sfugge la verità: che anche lei una riflessione critica su quel ventennio non l’ha mai neppure tentata.…

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25 aprile, la versione della Meloni: “Contro di noi una esclusione di massa”

In un monologo pubblicato sul Corriere la premier dà la sua lettura del 25 aprile, rivendica il ruolo della “destra democratica” e lamenta «l’uso della categoria del fascismo come arma di esclusione di massa»

La versione di Giorgia Meloni è affidata a una pagina sul Corriere, non un’intervista ma un lungo monologo nel quale la premier dà la sua interpretazione della storia e del presente.

“Baluardo di Democrazia”

Il primo passaggio che Meloni opera è quello di applicare all’Italia di oggi il ruolo di «imprescindibile baluardo di democrazia». Va ricordato che in queste settimane in Ue l’Europarlamento ha gradualmente condannato l’erosione dello stato di diritto e gli attacchi alle minoranze da parte del governo Meloni: gli eurodeputati hanno votato risoluzioni e fatto dichiarazioni sugli attacchi alla stampa libera, alle famiglie arcobaleno, l’erosione del diritto all’aborto in Italia, e così via. Ma la premier prosegue il suo sforzo di normalizzazione dell’estrema destra e sul Corriere scrive: «Mi auguro che le mie riflessioni possano fare di questa ricorrenza un momento di ritrovata concordia nazionale nel quale la celebrazione della nostra ritrovata libertà ci aiuti a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia».…

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Grazie a La Russa il 25 aprile è tornato data fondativa

di Marco Damilano

La Resistenza ha molti volti e sfaccettature, un rimescolamento di appartenenze e di identità, di fedi e fedeltà, come si è detto, è uno strappo prima di tutto individuale e poi collettivo

Diciamo la verità. Alla fine, forse, bisognerà ringraziare perfino Ignazio La Russa, il suo costante e chissà quanto involontario richiamo al carattere tragico e insieme operettistico del fascismo italiano, se questo 25 aprile 2023 si è trasformato in una data fondativa e ri-fondativa, ri-generativa, senza quel carico di monumentalismo e di retorica che porta con sé una festa comandata.

Il 25 aprile 2023 come il 1960 del governo Tambroni, che fu la prima riscoperta della Resistenza, da cui partì il centro-sinistra, come il 25 aprile 1994, il primo della cosiddetta Seconda Repubblica, con le destre al governo, quando il monaco Giuseppe Dossetti si appellò contro i tentativi di cambiamento della Costituzione, mascherati da riconciliazione.  Non è chiaro quale sarà, se ci sarà, lo sviluppo politico del 25 aprile 2023: forse nessuno.…

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La chimera della transizione green

di Paolo Andruccioli

Per avviare una riconversione ecologica dell’economia in Europa mancano i soldi e si sbaglia metodo. Non bastano le alleanze auspicabili tra i vari Parlamenti europei. Occorre rafforzare l’accesso diretto dei cittadini alle decisioni. Ciò potrebbe passare per esempio attraverso l’obbligo per gli Stati membri di pubblicare l’elenco dei beneficiari dei fondi europei, incluso il Pnrr.

L’Europa affronta la sua sfida più difficile senza risorse e senza un metodo innovativo vincente. È quello che emerge da vari documenti elaborati dalla Commissione europea e dalle analisi di gruppi di economisti come quelli di Social Europe. Le istituzioni europee sono costrette ad ammettere che l’attuale bilancio dell’Unione non dispone di sufficienti disponibilità per sostenere gli obiettivi del Net-Zero Industry Act e per garantire condizioni di parità tra gli Stati membri. Le strade che si propongono sono tre: aumentare gli investimenti pubblici europei, scaricare sui singoli Paesi il peso della transizione, oppure fare intervenire il mitico mercato finanziario, che è la soluzione classica delle politiche europee degli ultimi anni che non a caso hanno fallito molti degli obiettivi e favorito la speculazione finanziaria.…

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