Asor Rosa, avventura critica di un intellettuale del Novecento

di Niccolò Scaffai

TRA MILITANZA E INVENZIONE. Mezzo secolo di letteratura, politica, narrativa, dall’ideologia della Resistenza (Scrittori e popolo) agli ultimi racconti (Amori sospesi): un «Meridiano» in tre sezioni per Alberto Asor Rosa

L’ingresso di un autore nei «Meridiani» ne rende percepibile e insieme ne determina la storicità. Ciò è vero anche per i contemporanei; anzi, forse vale soprattutto per loro: una figura del passato rientra di fatto nella storia letteraria (che non per forza coincide con i canoni delle storie della letteratura); poeti e scrittori recenti o addirittura viventi devono invece conquistare il diritto alla storicità. Tale diritto può essere concesso in base a vari requisiti: il principale è l’implicazione di un autore nella sua epoca; e poiché si tratta anche della nostra epoca, è naturale riconoscergli una funzione esemplare, testimoniale e, in definitiva, storica. Rispetto a questa condizione, passano in secondo piano altre doti necessarie, come il rilievo letterario (per esempio la centralità nello sviluppo di un genere o di una tradizione stilistica) o sociologico (per esempio il credito persistente al livello del consumo medio o medio-alto).…

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Il neoambientalismo come processo storico

di Alberto Magnaghi

LA SCOMPARSA DI ASOR ROSA. Ambiente e territorio, impossibile scinderli, la loro interazione guida il modello socioeconomico con la riappropriazione delle capacità di auto riproduzione dei beni

Per me ricordare in poche parole il monumentale lascito di Alberto nella mia esperienza personale è impossibile: da quando ci cimentavamo con l’operaismo (io semplice promotore del gruppo Città Fabbrica nei quartieri operai di Torino, Alberto dirigente di Classe operaia prima e direttore di Contropiano poi), alle sue battaglie politiche.

Tra queste l’originale proposta di una «Camera di consultazione» della sinistra per “mettere a confronto società politica e società civile, politici e intellettuali, partiti e associazionismo, secondo una modalità, da tutti a parole auspicata di democrazia partecipativa”. E le battaglie culturali per politiche di autentico riconoscimento delle identità dei popoli, esemplificate dal saggio su Macchiavelli come resoconto della “disfatta storica” dell’Italia. Mi soffermo dunque sul lascito politico-culturale (forse il meno noto) di un’unica esperienza recente, la sua fondazione nel 2009 della Rete dei comitati per la difesa del territorio della Toscana, nel vivo di molte battaglie territoriali puntuali, in cui le mille vertenze locali su ambiente, territorio e paesaggio, visti dai mondi di vita degli abitanti, si fanno progetto collettivo.…

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Giustizia: un anno di riforme incoerenti con il botto finale

di Domenico Gallo

L’anno appena trascorso è stato tutto un susseguirsi di tentativi ambiziosi di grandi riforme in tema di giustizia giocate sotto l’onda di indirizzi politici contrastanti e incoerenti. Il ministro della Giustizia del governo Draghi, Marta Cartabia, ha sferzato gli uffici legislativi, le commissioni e le aule parlamentari per tenere fede alla promessa di realizzare gli ambiziosi obiettivi e i gravosi impegni che l’Italia si è presa con il PNRR anche per la giustizia. Ridurre i tempi del 40% nel settore civile e del 25% nel penale, eliminare il 90% dell’arretrato. Nel settore penale è stata messa in cantiere una grande riforma del processo penale, del sistema sanzionatorio (dei reati e delle pene), ed è stata introdotta per la prima volta …in Italia anche una disciplina organica della giustizia riparativa. Questa maxiriforma, dopo una lunghissima gestazione è sfociata in un decreto legislativo emanato il 10 ottobre, in pieno rigor mortis del Governo Draghi. Subito dopo il 31 ottobre il nuovo Governo con il decreto dedicato a criminalizzare i rave party, ne ha bloccato l’entrata in vigore fino al 30 dicembre 2022.…

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Figli di un Dio minore in uno Stato democratico a “sovranità limitata”

di Francesco Zanardi

Cosa mi ha davvero scioccato del primo Report della Cei sugli abusi nella Chiesa? Il fatto che lo Stato sia rimasto a guardare, in sfregio alla Costituzione e agli stessi cittadini, tutti, non solo le vittime.

L’operazione appare come la palese prova dell’esistenza di uno Stato dentro lo Stato: non quello di chi ha stuprato nei fatti, ma dei vescovi italiani che hanno sempre coperto. Palese perché esisteva una direttiva riservata del 1962, Crimen sollicitationis, redatta dal cardinale Ottaviani (che stabiliva la procedura canonica nelle cause di sollicitatio ad turpia, ovvero l’utilizzo da parte del prete del sacramento della confessione per fare avances sessuali ai/alle penitenti, ndr) riveduta nel 2001 (De delictis gravioribus, ndr) che di fatto ha avuto una funzione di insabbiamento. Qualunque vescovo l’avesse violata avrebbe commesso un reato solo per il Codice di Diritto canonico, quindi è puerile evitare oggi un’inchiesta a fronte di una realtà sotto gli occhi di tutti, denota solo una mancanza di onestà e forse una paura.…

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Il romanzo distopico scritto al Cremlino

di Guido Caldiron

Un percorso di letture sull’ideologia dell’«era Putin» alla prova della guerra. Il nuovo nazionalismo, la denuncia della decadenza delle democrazie, la repressione dell’opposizione. Le radici del presente nelle recenti opere dello scrittore Mikhail Shishkin (21lettere), di Giuliano da Empoli (Mondadori) e di Andrea Graziosi (Laterza) e Orietta Moscatelli (Salerno). «I nostri ragazzi non hanno conosciuto il caos degli anni Novanta, dovevamo ricordargli che lo Zar incarna la stabilità e la grandezza della madrepatria», spiega Vadim Baranov, consigliere del Presidente nel romanzo «Il mago del Cremlino»

«Questa guerra non si combatte nella realtà, si combatte nella testa delle persone. L’importanza delle vostre azioni sul campo non si misura dalle città che prendete, si misura dai cervelli che conquistate. I nostri ragazzi non hanno conosciuto il caos degli anni Novanta, qualcuno doveva ricordargli che Putin incarna la stabilità e la grandezza della madrepatria». È solo nelle ultime pagine de Il mago del Cremlino (Mondadori, pp. 234, euro 19) – uno dei testi che svelano al meglio i meccanismi di funzionamento del potere moscovita – che il fantasma della guerra in Ucraina, in questo caso la sua fase iniziale in Donbass nel 2014, prende forma concreta.…

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