Quella rivoluzione conservatrice di Mosca alle radici del conflitto

di Guido Caldiron Il 7 ottobre del 2006, la giornalista Anna Politkovskaja, la più nota cronista dell’era post-sovietica, firma di punta della Novaja Gazeta, veniva ammazzata da un killer nell’androne del suo palazzo a Mosca. Aveva denunciato il pericoloso clima che stava montando in Russia e il modo in cui intorno al lungo e sanguinoso conflitto combattuto in Cecenia si stesse costruendo un nuovo nazionalismo che accompagnava l’ascesa al potere di Vladimir Putin, eletto per la prima volta nel 1999. Il suo omicidio avvenne il giorno del 54esimo compleanno di Putin; nessun rappresentante del governo russo prese parte ai suoi funerali. L’allarme lanciato da Politkovskaja, e che alla coraggiosa giornalista è costato la vita, risuona ancor più sinistro di fronte a quanto accade ora in Ucraina.Nella primavera del 2000 il colonnello Yuri Budanov guidava il 160° battaglione corazzato dell’esercito russo di stanza a Grozny, in Cecenia. Il 26 marzo di quell’anno i suoi uomini prelevarono per «un interrogatorio» una ragazza del villaggio di Tangi Chu.… Leggi tutto

Merito, meritocrazia e disuguaglianze

di Elena Granaglia

Il governo Meloni ha creato il “Ministero dell’Istruzione e del Merito” mentre Papa Francesco ci spiega che la meritocrazia “sta diventando una legittimazione etica della disuguaglianza”. Ma che cos’è davvero il merito nella nostra società?

Il recente cambiamento del nome del Ministero dell’Istruzione in “Ministero dell’Istruzione e del Merito” ha riportato in primo piano, nel nostro paese, la discussione sul merito. Spiccano, al riguardo, le parole di Papa Francesco che afferma “un altro valore che in realtà è un disvalore è la tanto osannata ‘meritocrazia’. La meritocrazia affascina molto perché usa una parola bella il ‘merito’, ma siccome la strumentalizza e la usa in modo ideologico, la snatura e la perverte. La meritocrazia, al di là della buona fede dei tanti che la invocano, sta diventando una legittimazione etica della disuguaglianza. Il nuovo capitalismo tramite la meritocrazia dà una veste morale alla disuguaglianza, perché interpreta i talenti delle persone non come un dono. Il talento non è un dono secondo questa interpretazione: è un merito, determinando un sistema di vantaggi e svantaggi cumulativi”.…

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La metamorfosi della manifestazione sui giornali

di Tonio dell’Olio

È tutto così surreale! Aderisco e partecipo alla manifestazione per la pace di sabato 5 novembre. So bene che a convocarla è un soggetto ben preciso che si chiama “Europe for peace” e vedo tanta gente che arriva senza insegne, senza bandiere e senza appartenenze.

Vedo famiglie coi bambini e tanti giovani, vedo striscioni e bandiere che richiamano altri drammi oltre quello dell’Ucraina. Le donne iraniane che vivono in Italia, i gruppi pro Palestina e poi le bandiere delle 600 (dico seicento) associazioni che hanno aderito. Un mosaico bellissimo animato dal desiderio della pace. Quando si dice che eravamo 100mila non si gonfia il dato della Questura ma semplicemente si constata che Piazza San Giovanni non riesce a contenere tutti. Leggo i giornali del giorno dopo e assisto a una metamorfosi indecorosa della realtà. Quella a cui ho partecipato diventa la manifestazione di Letta e Conte, contrapposta a quella di Calenda e Renzi a Milano. E non credo lo facciano per “buttarla in politica” ma semplicemente perché manca la sensibilità e la lente focale per capire che gli italiani semplicemente non vogliono né la guerra, né le armi per risolvere i conflitti.…

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La manifestazione per la pace

di Luciana Castellina

«Beh,siamo più di 50, ma non siamo pericolosi». Così, ironico, Landini ha cominciato il suo discorso che ha concluso la manifestazione per la pace di Piazza San Giovanni a Roma ieri. Poteva essere più che ironico nei confronti di Giorgia Meloni – ma anche di tutti quelli che avevano prevista una piazza semivuota, perché «gli amici di Putin sono una assoluta minoranza» – vista la gigantesca folla che è arrivata, molti solo quasi alla fine per via delle dimensioni del corteo.

Ai tempi del vecchio Pci il nostro metro per giudicare i raduni in quella piazza è sempre stata la statua di San Francesco che sorge dalla parte opposta della Chiesa, calcolando di quanto la folla esbordava il santo dirimpetto a Giovanni. Ieri straripava, occupando anche le strade laterali, impossibile vedere tutti quanti.

Il popolo della pace. Non solo tante organizzazioni (600) ma anche tutte le persone dell’ampia area di sinistra che da tempo raramente rispondeva alle mobilitazioni.…

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La destra al governo

di Franco Monaco

Chi sta dalla parte dei vincitori o comunque chi vede il bicchiere mezzo pieno mette l’accento su due elementi apprezzabili: la prima donna premier e il primato della politica. Segnatamente, un governo espressione del risultato delle urne dopo un decennio di esecutivi sostenuti da maggioranze le più diverse originate da intese parlamentari siglate a urne chiuse. Più volte governi tecnici o di unità nazionale.

Un po’ poco, in verità. Rispettivamente: una premier donna di per sé non garantisce una concezione, uno stile e concrete politiche che giovino alle donne; la conformità del governo all’esito delle elezioni è viziato dagli effetti distorsivi prodotti dal combinato disposto di taglio dei parlamentari e legge elettorale.

Una distorsione di tali dimensioni da intaccare il principio di rappresentanza. Lo sappiamo, sia chiaro: non la legittimità del governo, ma una sua adeguata rappresentatività del vasto corpo elettorale. Specie se si considera che ne è sortito un esecutivo decisamente mediocre quanto alla qualità dei suoi membri – l’opposto del declamato “alto profilo” – e marcatamente di destra.…

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