Mese: novembre 2022
Merito, meritocrazia e disuguaglianze
di Elena Granaglia
Il governo Meloni ha creato il “Ministero dell’Istruzione e del Merito” mentre Papa Francesco ci spiega che la meritocrazia “sta diventando una legittimazione etica della disuguaglianza”. Ma che cos’è davvero il merito nella nostra società?
Il recente cambiamento del nome del Ministero dell’Istruzione in “Ministero dell’Istruzione e del Merito” ha riportato in primo piano, nel nostro paese, la discussione sul merito. Spiccano, al riguardo, le parole di Papa Francesco che afferma “un altro valore che in realtà è un disvalore è la tanto osannata ‘meritocrazia’. La meritocrazia affascina molto perché usa una parola bella il ‘merito’, ma siccome la strumentalizza e la usa in modo ideologico, la snatura e la perverte. La meritocrazia, al di là della buona fede dei tanti che la invocano, sta diventando una legittimazione etica della disuguaglianza. Il nuovo capitalismo tramite la meritocrazia dà una veste morale alla disuguaglianza, perché interpreta i talenti delle persone non come un dono. Il talento non è un dono secondo questa interpretazione: è un merito, determinando un sistema di vantaggi e svantaggi cumulativi”.…
Leggi tuttoLa metamorfosi della manifestazione sui giornali
di Tonio dell’Olio
È tutto così surreale! Aderisco e partecipo alla manifestazione per la pace di sabato 5 novembre. So bene che a convocarla è un soggetto ben preciso che si chiama “Europe for peace” e vedo tanta gente che arriva senza insegne, senza bandiere e senza appartenenze.
Vedo famiglie coi bambini e tanti giovani, vedo striscioni e bandiere che richiamano altri drammi oltre quello dell’Ucraina. Le donne iraniane che vivono in Italia, i gruppi pro Palestina e poi le bandiere delle 600 (dico seicento) associazioni che hanno aderito. Un mosaico bellissimo animato dal desiderio della pace. Quando si dice che eravamo 100mila non si gonfia il dato della Questura ma semplicemente si constata che Piazza San Giovanni non riesce a contenere tutti. Leggo i giornali del giorno dopo e assisto a una metamorfosi indecorosa della realtà. Quella a cui ho partecipato diventa la manifestazione di Letta e Conte, contrapposta a quella di Calenda e Renzi a Milano. E non credo lo facciano per “buttarla in politica” ma semplicemente perché manca la sensibilità e la lente focale per capire che gli italiani semplicemente non vogliono né la guerra, né le armi per risolvere i conflitti.…
Leggi tuttoLa manifestazione per la pace
di Luciana Castellina
«Beh,siamo più di 50, ma non siamo pericolosi». Così, ironico, Landini ha cominciato il suo discorso che ha concluso la manifestazione per la pace di Piazza San Giovanni a Roma ieri. Poteva essere più che ironico nei confronti di Giorgia Meloni – ma anche di tutti quelli che avevano prevista una piazza semivuota, perché «gli amici di Putin sono una assoluta minoranza» – vista la gigantesca folla che è arrivata, molti solo quasi alla fine per via delle dimensioni del corteo.
Ai tempi del vecchio Pci il nostro metro per giudicare i raduni in quella piazza è sempre stata la statua di San Francesco che sorge dalla parte opposta della Chiesa, calcolando di quanto la folla esbordava il santo dirimpetto a Giovanni. Ieri straripava, occupando anche le strade laterali, impossibile vedere tutti quanti.
Il popolo della pace. Non solo tante organizzazioni (600) ma anche tutte le persone dell’ampia area di sinistra che da tempo raramente rispondeva alle mobilitazioni.…
Leggi tuttoLa destra al governo
di Franco Monaco
Chi sta dalla parte dei vincitori o comunque chi vede il bicchiere mezzo pieno mette l’accento su due elementi apprezzabili: la prima donna premier e il primato della politica. Segnatamente, un governo espressione del risultato delle urne dopo un decennio di esecutivi sostenuti da maggioranze le più diverse originate da intese parlamentari siglate a urne chiuse. Più volte governi tecnici o di unità nazionale.
Un po’ poco, in verità. Rispettivamente: una premier donna di per sé non garantisce una concezione, uno stile e concrete politiche che giovino alle donne; la conformità del governo all’esito delle elezioni è viziato dagli effetti distorsivi prodotti dal combinato disposto di taglio dei parlamentari e legge elettorale.
Una distorsione di tali dimensioni da intaccare il principio di rappresentanza. Lo sappiamo, sia chiaro: non la legittimità del governo, ma una sua adeguata rappresentatività del vasto corpo elettorale. Specie se si considera che ne è sortito un esecutivo decisamente mediocre quanto alla qualità dei suoi membri – l’opposto del declamato “alto profilo” – e marcatamente di destra.…
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