Il valore della Liberazione come condanna della guerra

di Marco Revelli

Nella guerra delle bandiere che si annuncia per le manifestazioni del 25 aprile, vorrei che una, su tutte, colorasse quei cortei, ed è la bandiera multicolore della Pace. Perché quello era il vero valore, e il vero obiettivo, di chi combatté la «guerra di liberazione»: la fine della guerra. La fine di tutte le guerre. La condanna della guerra, come male non riparabile. E la ricerca della pace, come principio di civiltà contrapposto alla barbarie di ogni ideologia della morte.

Di cui il fascismo era (e portava sulle proprie divise) l’emblema. Per questo credo che non ci sia modo peggiore di celebrare il 25 aprile (di tradirne nell’essenza lo spirito) che sull’onda di questo accanimento, reiterato e prolungato oltre ogni limite, nell’aggressione alla principale associazione partigiana italiana, l’Anpi. Una polemica spesso volgare (penso a quell’irridente trasformazione della sua sigla in “Associazione nazionale putiniani d’Italia”), altre volte maligna, condotta contrapponendo anziani resistenti ad altri, e falsificante delle posizioni, quasi che fosse stata espressa un’equidistanza tra aggressori ed aggrediti che non emerge da nessuna presa di posizione ufficiale, anzi.…

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25 aprile 2022. Così Bologna celebra la liberazione

di Giorgia De Cupertinis

Risuona, forte, la voce della libertà. E riecheggia, vivo, il ricordo. Quello tramandato di generazione in generazione, per commemorare chi 77 anni fa ha consentito di tradurre il 25 aprile nella storica data che aprì, dopo le ingiurie della seconda guerra mondiale, le porte della Liberazione.

Stamattina, dopo l’alzabandiera in piazza Nettuno e la deposizione delle corone al Sacrario dei Caduti, intorno al Gigante centinaia di cittadini hanno preso parte alla cerimonia: dopo due anni di manifestazioni condizionate dalla pandemia, ora la piazza torna a costellarsi di volti, e soprattutto di Storia e storie. C’è chi alza al cielo il tricolore, chi si commuove e chi, insieme ai figli, celebra la giornata attraverso canti, racconti e profondi interventi.

A cominciare da quello della vicesindaca Emily Clancy: “In questi giorni, nel 1945, la nostra città, il nostro Paese, l’Europa vennero liberate e il nazifascimo sconfitto: la portata storica di questo evento è tale che a distanza di 77 anni ancora ne godiamo in ogni nostra azione quotidiana.…

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25 aprile a Torino, bruciate bandiere del Pd e della Nato. Bruno Segre a 103 anni sul palco.

di Diego Longhin

“Anche Putin è un dittatore che finirà male. I partigiani di oggi sono in Ucraina a combattere per la libertà, contro il razzismo, l’antisemitismo e per un Paese libero senza dogmi e senza padroni, per un futuro migliore”. Parole di Bruno Segre, avvocato e partigiano di 103 anni, dal palco di piazza Castello, dove è arrivata la fiaccolata del 25 Aprile partita da piazza Arbarello.

Una manifestazione che mancava da due anni, a causa dell’emergenza Covid, e sulla quale pesa l’ombra della guerra in Ucraina che ha provocato polemiche sia alla vigilia sia durante il corteo. Una bandiera del Pd e una della Nato sono state date alle fiamme al termine della celebrazione da parte del Fronte della Gioventù comunista: “Siamo contro l’escalation delle spese militari – ha detto Simone Vial, esponente nazionale del Fgc –  Vanno aumentati invece i fondi per la scuola, la salute e i servizi sociali”.

“Fuori la Nato dalla manifestazione”. Così alcuni partecipanti alla tradizionale fiaccolata del 25 Aprile hanno accolto, anche con fischi e insulti, l’arrivo di una delegazione di Radicali guidata dal consigliere comunale Silvio Viale che, come annunciato, si sono presentati in piazza con le bandiere della Nato, assieme a quelle dell’Ucraina e dell’Unione Europea.…

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Da Perugia ad Assisi sfila la voglia di pace

di Mario Di Vito

I numeri diffusi dagli organizzatori testimoniano l’esistenza di un popolo: da 156 comuni, province e regioni, 53 scuole, 88 associazioni nazionali, 359 associazioni locali, secondo gli organizzatori, si erano registrati in diecimila e, alla fine, dal palco di Assisi viene diffuso il numero finale: «Siamo più di cinquantamila a manifestare qui e nelle altre città d’Italia». L’edizione straordinaria della Marcia della Pace Perugia-Assisi, sotto lo slogan «Fermatevi! La guerra è una follia», fa registrare un successo oltre le più rosee previsioni, segno che al di là della propaganda, degli attacchi e delle polemiche più pretestuose sulla presunta equidistanza dei pacifisti c’è una fetta d’Italia che rifiuta la guerra, è contraria agli armamenti e ritiene il dialogo lo strumento migliore per la risoluzione dei conflitti. 

«Questa manifestazione è fatta per togliere la parola alle armi e ridarla alla politica – dice il coordinatore del comitato promotore Flavio Lotti –, se la politica la riprenderà in mano ci salveremo, altrimenti sarà un disastro per tutti».…

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Una ragione sanitaria contro la guerra

di Nicoletta Dentico e Pirous Fateh-Moghadam

L’incremento delle spese militari è una vergogna, ha detto Papa Francesco. Tanto più intollerabile perché nel 2022 il governo ha previsto un taglio di 6 miliardi di spesa in ambito di sanità pubblica, dopo due anni di pandemia che hanno sconquassato il servizio sanitario e lasciato un’eredità di disuguaglianze profonde.

Il 24 febbraio 2022 l’esercito russo ha violato il diritto internazionale invadendo l’Ucraina e scatenando una devastante guerra di aggressione che perdura da oltre un mese. La responsabilità dell’invasione e del brutale conflitto armato che ne consegue ricade unicamente sul presidente Putin, il quale persegue da due decenni una politica imperialista ultrareazionaria. La nostra solidarietà va al paese aggredito e alla sua popolazione profondamente violata dalla guerra, senza dimenticare però la solidarietà a quanti in Russia si sono opposti finora alla politica bellicista del proprio governo, pagando un prezzo altissimo per il loro esplicito dissenso. Neppure questa cosa possiamo dimenticare: che anche la Nato e diversi Paesi occidentali che la compongono perseguono a loro volta una politica imperialista che, nella storia recente, non ha esitato a più riprese a ricorrere all’uso della guerra, in violazione del diritto internazionale, provocando stragi tra la popolazione civile.…

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La neve di Leopoli

di Tonio Dell’Olio

Quando abbiamo salutato Leopoli, nevicava abbondantemente. Un lenzuolo bianco sembrava coprire ogni cosa. Come un unguento sulle ferite. Come un gesto pietoso sulla tragedia della guerra. Non si trattava della magia incantata dei fiocchi di neve ma quasi di un gesto di pietà. Questi giorni che ci hanno permesso di oltrepassare il confine della normalità per toccare i drammi della guerra, ci hanno confermato che la volontà, il desiderio, l’anelito della gente è verso una normalità da recuperare senza sirene che squarcino i rumori quotidiani, senza corse verso i rifugi, senza i battiti aumentati nel petto. “Stop the war – Facciamo la pace” è azione normale tra fratelli e sorelle: nessun gesto dimostrativo, nessun delirio. Semplicemente la volontà di abbracci che attraversino i confini e di gesti di pace. Un segno. Ancora una volta un segno che indichi una direzione e dica che è possibile che i popoli si prendano in carico il loro destino disobbedendo alla logica della guerra e che la pace si costruisce senza armi.…

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Emergenza, guerra, Costituzione

 

Università degli studi di Sassari

Dipartimento di storia, scienze dell’uomo e della formazione

Corso di laurea in Comunicazione pubblica e professioni dell’informazione

Corso di laurea in Scienze politiche

Cattedra di Diritto Costituzionale e dell’organizzazione pubblica

Cattedra di Istituzioni di diritto pubblico

Cattedra di Teoria generale dello Stato

Webinar

Emergenza, guerra, Costituzione

6 aprile h.17

Coordina

Avv. Michele Zuddas (Università di Sassari)

Relazione introduttiva

Prof. Giovanni Bianco (Università di Sassari)

Intervengono

Prof. Carlo Amirante (Università di Napoli “Federico II”)

Prof. Massimo Cacciari (Università Vita-Salute “San Raffaele”)

Prof. Antonio Cantaro (Università di Urbino “Carlo Bo”)

Prof. Matteo Cosulich (Università di Trento)

Prof.ssa Giovanna Montella (Università “La Sapienza” di Roma)

Per collegarsi https://us02web.zoom.us/j/84610175082?pwd=V1c1ejVISEtxdi9SZHhWNFQrUHIvUT09

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