I pacifisti italiani e l’Ucraina
di Giulio Macron
I pacifisti, in Italia e altrove, hanno reagito subito all’invasione russa dell’Ucraina: milioni di persone nel mondo hanno partecipato a manifestazioni e proteste. Oltre la richiesta di fermare la guerra c’è l’idea che la sicurezza non si protegge con le armi, va costruito un ordine internazionale di pace.
L’aggressione della Russia in Ucraina non era inaspettata. Sono passati otto anni dagli accordi di Minsk del 2014 – poco più di una tregua, un blando cessate il fuoco – che hanno posto fine al precedente conflitto che ha visto la separazione dall’Ucraina della Crimea – annessa direttamente alla Russia – e delle regioni di Donetsk e Luhansk, resesi autonome da Kiev. E sono trascorsi almeno sei mesi dalle prime avvisaglie delle intenzioni di Mosca di normalizzare l’Ucraina. In tutto questo periodo la politica e la diplomazia internazionale sono state immobili: nessuna determinazione da parte dell’occidente e della Russia a ricercare una soluzione definitiva alla crisi, nessuna politica di prevenzione dei conflitti, nessuno spazio alle Nazioni Unite e all’Osce – l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, che ha un suo Centro per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti – per accompagnare le tensioni internazionali verso soluzioni pacifiche fondate sul compromesso e la mediazione.…
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