Il tempo del silenzio

di Tonio Dell’Olio

Quando le bombe fanno rumore e le esplosioni urlano l’odio, a nulla serve gridare più forte, imprecare, levare la voce. Quando la politica, il dialogo e la diplomazia cedono il passo allo stato maggiore e alla tattica militare, le parole, le dichiarazioni tardive e le buone maniere non fermano la distruzione. Insomma la guerra si vince sui decibel. La pace è questione di silenzio. Per questo serve qualcosa di più profondo piuttosto che di più urlato. E questo è il tempo del silenzio che si fa preghiera, come le lacrime e il dolore delle vittime. Questo è il tempo di pensare con gli occhi e con l’anima. Con gli stessi sentimenti della mamma di Kiev che guarda il proprio bambino di pochi mesi. Con un tempismo dello Spirito, Papa Francesco ha invocato il digiuno: “E ora vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno”.…

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Dov’è l’Onu?

di Tonio Dell’Olio

Nella babele delle dichiarazioni, delle telefonate, degli incontri e delle sedute tra i cupi protagonisti di questa crisi ucraina, qualcuno di voi ha avuto notizia di un incontro tra il Segretario generale e Putin o Biden? Qualcuno sa cos’ha deciso a proposito il Consiglio di sicurezza? C’è un inviato speciale che ha cercato una mediazione? E se c’è, a quali conclusioni è arrivato? Detto con franchezza, se la crisi in Ucraina è dolorosa e speriamo non degeneri in conflitto armato, è deludente il silenzio e l’immobilismo cui è costretto l’organismo sovranazionale che 77 anni anni or sono nasceva “per salvare le future generazioni dal flagello della guerra” (Carta dell’Onu). Eppure truppe indipendenti equipaggiate ed appositamente esercitate al ruolo di polizia internazionale con compiti di peacekeeping, avrebbero potuto schierarsi a difesa della popolazione ucraina. Peccato che avrebbero dovuto deciderlo i membri di quel Consiglio di sicurezza che sono attualmente schierati gli uni contro gli altri sul terreno degli appetiti geopolitici ed energetici.…

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Le mani della destra sulla memoria

di Luca Celada

Stati uniti. I governatori trumpisti approvano leggi contro l’insegnamento della «critical race theory» e mettono al bando i libri «antiamericani»

Sta dilagando negli Stati uniti una nuova caccia alle streghe. In stati come la Pennsylvania, Oklahoma, Utah e Wyoming si moltiplicano le censure. Un numero sempre maggiore di distretti mettono all’indice i libri delle biblioteche scolastiche mentre vengono vietati i piani didattici “disfattisti”. Le scuole sono la prima linea nello scontro ideologico che sta dilaniando l’America e la miccia è la polemica attorno alla critical race theory. Inizialmente il termine designava la disciplina universitaria che esamina il razzismo strutturale e la sua influenza sul sistema legale. Ora è venuto a significare in modo più generale la disamina critica delle radici storiche della discriminazione nella società Usa, l’analisi a lungo promossa dal movimento per i diritti civili, da intellettuali come James Baldwin e Malcolm X, e per ultimo da Black Lives Matter, contro la rimozione della memoria che assicura il perdurare delle ingiustizie.…

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Il Mattarella bis salva il governo ma la mina non è disinnescata

di Andrea Colombo

Senza la conferma di Sergio Mattarella al Quirinale il governo, di fatto, non esisterebbe più. Sarebbe agonizzante, guidato da un premier delegittimato dal muro opposto da molti parlamentari alla sua elezione e certo non solo per il desiderio di lasciarlo a palazzo Chigi, travolto dalle divisioni interne alla maggioranza e ai singoli partiti.

La disponibilità del presidente ad accettare un secondo mandato ha letteralmente salvato la situazione e restituito a Draghi buona parte della sua forza, però non tutta. Il messaggio lanciato dalle forze politiche con il rifiuto di avallare il suo trasloco sul Colle dice chiaramente che i partiti sono stanchi di essere trattati secondo lo stile, spesso citato nelle battute da Tansatlantico degli ultimi giorni, del marchese del Grillo.

I PARTITI, PERÒ, sono sì riusciti a impedire a Draghi di arrivare al Quirinale ma non a individuare un sostituto e dimostrare così la forza della politica. All’indomani della guerra del Colle, lo stato di salute del governo, e in particolare della presidenza del Consiglio, registra dunque elementi di segno opposto, ai quali presto si dovrà aggiungere la fortissima spinta centrifuga di una lunghissima campagna elettorale.…

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