C’era una volta la Svezia

di Cristiano Lanzano

Questione abitativa. La questione abitativa agita il dibattito. Ultimatum del Partito della Sinistra al premier Löfven: se sulla liberalizzazione degli affitti non tornerà indietro il governo rischia

In questi giorni, il mercato degli affitti e le politiche abitative dominano il dibattito pubblico svedese e minacciano la sopravvivenza della coalizione di governo.

Mercoledì scorso Nooshi Dadgostar, eletta pochi mesi fa alla guida del Vänsterpartiet (Partito della Sinistra), aveva dato 48 ore di tempo al primo ministro socialdemocratico Stefan Löfven per tornare indietro sui piani di riforma del complesso sistema degli hyresrätt, che attualmente disciplina la fissazione dei canoni di affitto delle abitazioni private.

Nonostante la regolamentazione degli affitti sia una componente storicamente e simbolicamente importante del “modello svedese” costruito durante i decenni di egemonia socialdemocratica, Löfven ha dovuto inserire l’ipotesi di una liberalizzazione graduale nel controverso “accordo di gennaio” (2019) che aveva sbloccato mesi di impasse post-elettorale e permesso la formazione di un governo di minoranza in coalizione con i verdi e con il sostegno esterno di centristi e liberali.…

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La sacralità delle fonti

di Tonio Dell’Olio

Tenere segrete le fonti di informazione nella professione giornalistica non è un privilegio ma una necessità. Si possono e si devono attaccare – anche legalmente – le notizie ritenute false o lesive dell’immagine di una realtà o della dignità delle persone, ma non chiedere dove un giornalista ha attinto quelle informazioni. Quando una persona racconta fatti che vuole che siano conosciuti, è possibile che abbia intenzione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa o che addirittura voglia consumare una vendetta ma il dovere del giornalista è di verificare che non vi sia falsità e non quali siano le ragioni che portano a svelare quelle notizie. Molto più probabilmente ciò che spinge la fonte a raccontare a un giornalista fatti di cui è stato testimone è la garanzia di restare anonimo e, quindi, al riparo del potere usato come minaccia. Per queste ragioni la sentenza del Tar del Lazio che condanna Report a rivelare di fatto le fonti all’avvocato Mascetti non garantisce e tutela questa condizione.…

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Paesaggi scartati

di Riccardo Ottaviani

La percezione di un’enorme quantità di materiale scartato prodotta dal modello di vita a cui siamo abituati ha portato negli ultimi anni al fiorire di riflessioni sempre più articolate sul concetto di “scarto”. Confrontarsi con quest’ultimo, d’altronde, è fondamentale se davvero s’intende dare concretezza ad azioni di circolarità del sistema e sostenibilità – sia questa ambientale, economica o sociale –. Da più parti si propone allora di riciclare, riutilizzare, rivedere i processi produttivi per un minor dispendio di risorse; di rado, però, l’idea di scarto viene estesa al territorio, nonostante quest’ultimo sia stato investito pesantemente dalle dinamiche di abbandono ed esclusione risultanti dal modello di sviluppo adottato dal Dopoguerra a oggi. Paesaggi scartati, edito da Manifestolibri a cura di Fausto Carmelo Nigrelli, riflette proprio di questo cambiamento epocale che il territorio sta vivendo, dove il divario fra i centri produttivi e le cosiddette periferie si fa sempre maggiore, portando spopolamento e impoverimento da una parte, sovrappopolamento dall’altra.…

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Weimar, cent’anni dopo

di Andrea Della Porta

La fine della Repubblica di Weimar rappresenta una delle questioni cruciali della storia europea. Qual è il “segreto” dell’eterno ritorno d’interesse nei confronti di un esperimento politico e culturale terminato in una tragedia senza precedenti? In Weimar, cent’anni dopo Andreas Wirsching[1] analizza gli assetti istituzionali ed economici, la politica, la società e la cultura dei quindici anni di vita della Repubblica, dal 1919 al 1933; dalla sconfitta dell’Impero tedesco nella Prima guerra mondiale al 30 gennaio 1933, il giorno in cui Hindenburg nominò Adolf Hitler cancelliere del Reich. L’autore ripercorre così le fasi cruciali del primo esperimento di Stato di diritto democratico e sociale della storia tedesca.

Per Wirsching la causa principale del fallimento del primo esperimento democratico in Germania è la frammentazione dei partiti liberali e conservatori. Lo storico tedesco descrive la formazione delle correnti politiche principali in Germania partendo dal 1870-1871. La nascita del Kaiserreich fu infatti cruciale per il sistema dei partiti.…

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Equità derisa

di Paolo Tomassone

Posso fare un articolo contro corrente? Un pezzo da bastian contrario, mentre tutta la corrente del chiacchiericcio quotidiano – dalla giungla dei social per finire al mainstream della comunicazione – parla male dell’improvvida uscita del neosegretario del Partito democratico sulla tassa di successione? Ecco, se c’è una cosa che non si può sopportare è il coro di quelli che criticano tempi e modi dell’uscita di Enrico Letta (ha proposto di portare l’imposta di successione al 20% per i patrimoni di oltre 5 milioni di euro e redistribuire il gettito recuperato ai diciottenni meno abbienti, circa 10mila euro pro capite), mentre tutti sfuggono a un confronto serio sul tema posto: come arginare le disuguaglianze, vero cancro delle nostre società.

Un tumore reso ancora più aggressivo dai danni seminati dal Covid.

Passeggiando, in questi giorni, per le strade di uno dei meravigliosi borghi delle Marche, sono incappato nella discussione di due turisti che, osservando i manifesti sbiaditi con slogan vecchi e stravecchi dei partiti – dal Pd a Fratelli d’Italia fino al movimento di Salvini – sentenziavano: «qui la politica è ferma al 2018».…

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Respinte le dimissioni del Card.Marx, un vescovo che si sente responsabile

di Ludovica Eugenia

Con una lunga lettera molto affettuosapapa Francesco ha rimandato al mittente le dimissioni rassegnate dal card. Reinhard Marx da arcivescovo di Monaco e Frisinga (v. qui), rese pubbliche il 4 giugno scorso con una lettera allo stesso pontefice. Il 10 giugno è stata resa nota dalla Sala Stampa vaticana la risposta di Francesco: devi continuare il tuo servizio pastorale, e lo farai da arcivescovo di Monaco.

68 anni, una delle figure più significative, credibili e influenti della Chiesa cattolica europea ma anche in Curia, Marx è a stretto contatto con il pontefice, fa parte del Consiglio dei cardinali e nel 2014 è stato nominato ad quinquennium da Francesco coordinatore del Consiglio per l’Economia; dal 2012 al 2018 è stato Presidente della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea (COMECE) e dal 2014 al 2020 presidente della Conferenza episcopale tedesca. La rielezione sarebbe stata possibile entrambe le volte, ma Marx deliberatamente non si è ripresentato.

Nella lettera di dimissioni, il cardinale – che prima di essere nominato arcivescovo a Monaco, nel 2007, è stato per sei anni vescovo di Treviri – spiegava che la sua decisione era motivata dall’esigenza di assumersi «la corresponsabilità relativa alla catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni.…

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Nessuna transizione, tantomeno ecologica. Le critiche delle associazione al PNRR

di Claudia Fanti

Nessuna transizione, tantomeno ecologica. Le critiche delle associazioni al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un mare di critiche da parte di movimenti, associazioni e gruppi ha travolto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di cui il Consiglio dei ministri ha approvato il 28 maggio il decreto legge con le regole di attuazione. Perché, dopo aver così tanto sentito definire la transizione ecologica come una priorità per il nostro Paese, al momento di passare ai fatti è risultato evidente che, come ha per esempio denunciato Friday for future, «stiamo ancora andando nella direzione sbagliata»: «La transizione ecologica è solo una piccola parte del piano, piena di scappatoie e definizioni creative. C’è un abisso tra quello che le persone in carica dicono che fanno e le azioni che realmente attuano. E c’è un divario tra quello che viene attuato e quello che la scienza dice che è necessario per affrontare la crisi climatica. Questo abisso si sta allargando di minuto in minuto».…

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Segreti e vescovi

di Luciano Locatelli

Confesso che assumo dosi omeopatiche di Radio Maria perché ho scoperto, per quanto mi riguarda, una sua funzione terapeutica. Infatti, soprattutto la predicazione del direttore p. Livio, ha il potere di stimolare il mio sistema nervoso e accendere fino a farli brillare neuroni che, a volte, rischiano di lavorare a metà.

Detto questo, vorrei rivolgere la parola ai Vescovi italiani, i miei vescovi, per chiedere loro fino a quando permetteranno la divulgazione di fandonie pseudospirituali che, a mio modesto avviso, non hanno nulla da spartire con l’annuncio del Vangelo.

Mi riferisco, in particolare, a tutta quella predicazione incentrata sui cosiddetti “10 segreti”, consegnati dalla Madonna di Medjugorje direttamente a una “veggente” e scritti su una sorta di pergamena che non è pergamena ma che è fatta di un materiale che non “esiste la qui sula tera” (così si esprime la “veggente”). Così come tutta la propaganda attorno alle “visioni” sul Paradiso, Purgatorio e Inferno che manco Dario Argento.…

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Saman

di Tonio Dell’Olio

Saman aveva la vita negli occhi e la forza nei passi. Come ogni cuore innamorato, Saman non aveva paura di guardare avanti a sé e di puntare l’orizzonte. Si sentiva forte, Saman, perché sapeva che quello che le proponevano non era giusto ed era piuttosto una piegatura innaturale della vita, un inganno. Quando avvertiva la sua debolezza non era per il confronto con gli uomini di casa tutti più robusti e forti di lei, ma piuttosto quando avvertiva di sentirsi sola. Fa bene chi, in questi giorni postumi, si chiede: dove eravamo? Distratti, indifferenti, rintanati dentro le nostre nuvole, giustificati da pretesti illusori, noi eravamo sicuramente altrove, perché altrimenti non sarebbe successo che Saman venisse uccisa per essersi ribellata a un matrimonio forzato. E, arretratezza culturale o meno, quelle pagine oscure di morte sono state scritte anche da queste parti. La religione non c’entra nulla. C’entra piuttosto un insano diritto di proprietà che si pensa di acquisire alla nascita dei figli, soprattutto delle figlie, come al momento del contratto matrimoniale, sulla propria moglie.…

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Acqua, dieci anni perduti

di Guglielmo Ragozzino

Dieci anni fa il “popolo dell’acqua pubblica” vinse i due referendum del 12 e 13 giugno 2011. Un grande impegno rimasto disilluso, un’occasione mancata su cui serve fare chiarezza mentre la sete del mondo aumenta e i governanti si travestono da Greta.

Ricordo e rimpianto di una buona idea 

Una premessa. Sommaria geografia dell’acqua

  1. I numeri dell’acqua sono incerti. L’acqua presente nel pianeta Terra sarebbe di 1,4 miliardi di chilometri cubi, o di 1,385 miliardi per la precisione. Quasi tutto mare, acqua salata. L’acqua evapora per il calore del sole, dal mare e dai continenti emersi, forma vapore acqueo, nubi, per poi precipitare sotto forma di pioggia o di neve sulla terra o sull’oceano. La pioggia, la neve, il ghiaccio, dovuto al freddo,  non sanno di sale. In quantità assoluta l’acqua non cambia, in un’unica Terra, solo che gli oceani – i mari – coprono la maggior parte della superficie terrestre e ricevono quindi la maggior parte della pioggia che cade e diventa salata, mischiandosi all’acqua di mare,salata, mentre la riserva solida di acqua dolce – ghiacciata – subisce l’attacco dovuto all’effetto serra con il connesso riscaldamento globale.
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