Covid ed economia. Rischio crack globale da 9 mila miliardi

Redazione economia di Avvenire

Oxfam analizza le dinamiche mondiali nel 2021

In occasione degli Spring Meetings del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale in programma fino all’11 aprile, i Paesi ricchi devono trovare una strada che porti a una produzione di massa di vaccini a basso costo per proteggere tutti in tutto il mondo e scongiurare una catastrofe economica globale, con perdite stimate quest’anno fino a oltre 9.000mila miliardi do dollari.

È l’invito di Oxfam, membro della People’s Vaccine Alliance, che chiede ai leader delle nazioni più ricche di affrontare il problema della scarsità dei vaccini, che innesca dispute tra Paesi e shock economici ovunque e di non tergiversare nel deliberare una nuova emissione di diritti speciali di prelievo (DSP) per 650 miliardi di dollari, fornendo liquidità extra ai Paesi a basso e medio reddito. Secondo Oxfam l’attuale approccio a produzione e distribuzione dei vaccini penalizza anche i paesi ricchi: “Difendendo gli interessi del settore farmaceutico, i Paesi ricchi danneggiano anche le proprie economie – dice Sara Albiani, responsabile salute globale di Oxfam Italia –.…

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Il grande rischio del disincanto

di Claudio Vercelli

Quello italiano è un panorama sospeso tra lo Scilla dei sovranismi e populismi e il Cariddi del sogno tecnocratico. Il calco lasciato dal Ventennio mussoliniano è pervicace e di nuovo diffuso. Costituisce un elemento underground che carsicamente riemerge nei momenti della disillusione

Partecipe di una parabola discendente che interessa e coinvolge le istituzioni della repubblica democratica e partecipativa nel suo insieme, l’antifascismo registra l’evidente stanchezza delle sue motivazioni così come i rischi di una sua riduzione a icona del passato. Non è un destino ineluttabile. Tuttavia si fa assai plausibile e prevedibile dal momento che gli ultimi trent’anni di trasformazioni, non solo politiche ma anche culturali e sociali, si sono sommate e riflesse cumulativamente nella transizione che da tempo stiamo vivendo.

C’è una cornice che va considerata, in questo come in altri casi: il passaggio da un sistema di produzione a forte intensità industriale a un circuito nel quale il capitalismo digitale è al contempo soggetto produttivo e istanza di consumo, compendiando in sé l’una e l’altra funzione, decreta l’obsolescenza di quelle forme della politica che identificano nella partecipazione collettiva, consapevole e motivata, una premessa fondante: quella per cui qualsivoglia emancipazione individuale non può passare se non attraverso un agire collettivo informato alla critica dei processi di riproduzione dei poteri.…

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Beni comuni. Il valore nascosto della sabbia. Allarme per esaurimento scorte

di Monica Zornetta

Questo aggregato di minerali e rocce è la risorsa che sfruttiamo di più dopo l’acqua. Intorno ai preziosi granelli ruotano cambiamenti climatici, mercati neri, governi corrotti e persino mafie

Che cosa faremmo senza l’aria, l’acqua e… la sabbia? Semplice: non ci saremmo. Senza l’aria e l’acqua non dureremmo che pochi minuti o pochi giorni – a seconda dell’elemento – ma senza la sabbia e i suoi granelli leggeri e resistenti non esisterebbe la maggior parte di ciò che ci circonda. Non ci sarebbero le città moderne con i grattacieli dalle solide fondamenta in cemento, le villette con garage e vialetto, i terreni artificiali e le strade asfaltate; non avremmo i chip dei computers e degli smartphones, né la ceramica che utilizziamo per i sanitari, il vetro per le finestre, i bicchieri e gli specchi (ma anche per gli obiettivi delle macchine fotografiche e delle telecamere, per le lenti degli occhiali e dei cannocchiali, dei microscopi e dei telescopi) e nemmeno le fibre ottiche, le produzioni metallurgiche, il silicone.…

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Carl Einstein ed il suo Bebuquin funambolico

di Micaela Latini

A proposito del romanzo pubblicato integralmente nel 1912 e apparso per la casa editrice Giometti & Antonello

Ancora oggi il nome di Carl Einstein fatica ad affermarsi nell’Olimpo degli intellettuali di lingua tedesca. Eppure, la sua opera poliedrica, che si muove tra filosofia, critica d’arte e letteratura, rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per molti giganti della cultura del Novecento. Amico di Braque e di Picasso, legato a Joyce e Beckett, in dialogo con Ernst Bloch, fonte di ispirazione per Hugo Ball e per Gottfried Benn, Carl Einstein è senza dubbio uno degli autori più originali e innovativi dell’espressionismo.

La sua è stata una vita molto accidentata: nato nel 1885 a Neuwied, in Renania, da una famiglia ebraica, trasferitosi ben presto a Berlino, dove si è formato, ha trascorso gran parte della sua esistenza in esilio, tra la Germania, il Belgio, la Francia, Spagna. Ha partecipato attivamente alla vita politica, sia fiancheggiando i moti spartachisti in Germania, sia con l’adesione al movimento anarchico della colonna Durruti in Spagna, fino alla tragica decisione di mettere fine alla sua vita, in Francia nel luglio del 1940, per non cadere in mano alle truppe naziste.…

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Questo 25 aprile sfilano, in video, i partigiani

Un archivio con 600 testimonianze. L’Anpi presenta il Meoriale della Resistenza, prima tessera del Museo nazionale che nascerà a Milano

«Questi ragazzi», dice il presidente dell’Associazione nazionale partigiani Gianfranco Pagliarulo, «stanno scomparendo. Ma la loro testimonianza resterà». È la bella notizia di questo 25 aprile 2021, il secondo che dovrà rinunciare al corteo (quello grande di Milano, quello d Roma e le altre manifestazioni che ogni anno prima della pandemia si organizzavano). Quest’anno sfilano virtualmente proprio loro, i vecchi partigiani, ragazzi 76 anni fa, che hanno messo al sicuro i loro racconti e i loro ricordi in un archivio di interviste voluto dall’Anpi e curato da Laura Gnocchi e Gad Lerner con il sostegno dello Spi-Cgil.

L’archivio è stato presentato ieri, da lunedì sul sito noipartigiani.it saranno disponibili gratis per tutti i primi 150 video, gli altri seguiranno e presto saranno almeno 600. Un memoriale della Resistenza italiana, un mosaico (sul sito apparirà così, con i volti delle protagoniste e dei protagonisti) che costituisce anche la prima tessera del museo nazionale italiano della Resistenza che sta per nascere a Milano nell’edificio gemello di quello della Fondazione Feltrinelli.…

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Festa della liberazione, quelle svastiche sul 25 aprile

di Paolo Berizzi

Anche quest’anno cala sull’anniversario l’odio dell’ultradestra. Scritte a Genova, Ferrara, Roma, Gallarate, Genzano: ultimi palcoscenici scelti da vandali o militanti neonazifascisti

Quest’anno hanno giocato d’anticipo: le svastiche hanno iniziato a spuntare già da giorni. Le prime, due settimane fa. Svastiche per sfregiare la storia e per marchiare d’infamia il 25 aprile e la sua vigilia. Svastiche come provocazione vandalica ma anche come segno del fanatismo ideologico: una strategia liquida asimmetrica per veicolare “messaggi”, per fare proseliti e attirare nuovi militanti. Svastiche, croci celtiche, scritte razziste che, da due anni con intensità sempre maggiore, come fosse una moda, compaiono su muri e lapidi. O a ricoprire manifesti e a imbrattare bandiere.

Anche quest’anno sulla Festa della Liberazione e i giorni che la precedono cala l’odio cupo dell’ultradestra: mani anonime marchiano con i simboli del Male luoghi e scritte nelle città. Genova, Ferrara, Roma, Gallarate, Genzano sono gli ultimi palcoscenici scelti da vandali o militanti neonazifascisti. Il caso più recente è accaduto l’altra notte a Genova, quartiere Sampierdarena: le bandiere dell’Anpi preparate per il 25 aprile al circolo di via Rolando sono state imbrattate con svastiche scritte a spray.…

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Non esistono più destra e sinistra? Falso!

di Carlo Greppi

Secondo un ritornello che si sente ormai da oltre trent’anni, la distinzione politica tra destra e sinistra sarebbe superata. Ma è davvero così? Pubblichiamo un capitolo dal libro “Si stava meglio quando si stava peggio. 20 luoghi comuni da sfatare” di Carlo Greppi (Chiarelettere).

Due secoli esatti separano il 1789 dal 1989. Di nuovo la Rivoluzione francese, perché è lì che ha origine l’uso dei termini «destra» e «sinistra», metafore spaziali intese in senso politico per indicare «posizionamenti» e relativi valori. Infatti nell’Assemblea nazionale che segue la rivoluzione i «conservatori» siedono casualmente a destra, mentre i «progressisti», altrettanto casualmente, a sinistra. Per duecento anni questa divisione tiene perfettamente: ogni essere umano con coscienza politica si siede idealmente in un punto – più o meno a destra, a sinistra, o al centro – di quell’Assemblea che ha fatto da matrice. Poi, due secoli più tardi, crolla il mondo comunista: è la fine della Guerra fredda. Sette decenni dopo la Rivoluzione d’ottobre che nel 1917 aveva conquistato il potere in Russia, quel feroce regime che aveva sistematicamente tradito gli ideali dai quali aveva preso spunto svanisce di colpo, lasciando un’unica superpotenza a dominare, in apparenza, il pianeta: gli Stati Uniti.…

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Il segno indelebile di Hans Küng sulla Chiesa e la teologia del ‘900

di Valerio Gigante

Il più grande teologo del ‘900, o uno dei più grandi, affermano tanti, in queste ore. Di Hans Küng, morto a Tubinga, il 6 aprile scorso a 93 anni, si potrebbe dire certamente questo e di più; ma le classifiche – specie se riguardano i maestri del pensiero – non hanno molto senso. Lo ha invece ricordare che Hans Küng è stato tra i pensatori cristiani che ha lasciato una traccia indelebile nella formazione e nell’azione di generazioni di persone, affascinate dal suo modo libero di guardare alla Chiesa ed alla radicalità, unita al rigore e alla profondità, delle sue riflessioni critiche. Nel post Concilio chiunque abbia riflettuto in maniera non conformista sulla Chiesa, sulla sua gerarchia, sulla sua teologia, sul suo potere, sul rapporto tra etica e religione ha citato o fatto riferimento a Hans Küng, come auctoritas che sostenesse il suo discorso. E decine di migliaia tra docenti di teologia, preti, religiose e religiosi, operatori pastorali hanno letto almeno uno dei suoi libri.…

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Vaticano. “I grandi cancellino i debiti dell’Africa, solo così potrà guarire dal Covid”

di Lucia Capuzzi

Il Vaticano lancia una campagna internazionale per sostenere l’istanza del Continente, al collasso per l’esplosione dei passivi. Il G20 proroga lo stop ai pagamenti per i Paesi poveri fino a dicembre

«È giusto che affamiamo i nostri bambini per pagare il debito?». Mezzo secolo dopo, l’interrogativo di Julius Nyerere, tra i padri dell’indipendenza africana, risuona drammaticamente attuale: il costo delle pendenze accumulate è sufficiente a vaccinare l’intero Continente contro il Covid. Con un impatto sanitario meno forte che altrove, la pandemia sta, però, sgretolando le già fragili economie degli Stati a Sud del Sahara.

L’effetto più preoccupante è l’esplosione del debito, il cui peso sul Pil è passato, in media, nell’ultimo decennio, dal 35 per cento al 65 per cento, secondo il Fondo monetario internazionale. La Banca africana per lo sviluppo ha previsto un ulteriore incremento nel breve e medio periodo di almeno il 10 per cento. A dicembre 2020, il passivo di sei nazioni era deteriorato e quello di altre 14 rischiava di diventarlo presto: in pratica, metà dell’Africa è vicina al fallimento.…

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Covid-19 in India, la catastrofe annunciata

di Stefano Vecchia

La seconda ondata della pandemia di Covid-19 sta spazzando l’India. Temuta ma non inattesa dopo un anno di restrizioni severe ma anche di una diffusione a zone che ha consentito a diverse regioni un’esistenza quasi normale. Mentre molte altre hanno sofferto vittime e maggiore povertà, aggravando soprattutto la condizioni dei numerosi indiani già al limite o sotto la soglia dell’indigenza. Se la prima fase, aveva visto un numero relativamente basso di contagi, ricoveri e decessi, in questa seconda bollettini giorno dopo giorno stanno assumendo dimensioni proporzionali a un Paese la cui popolazione si avvicina a 1,4 miliardi di abitanti.

Ieri i decessi giornalieri hanno superato quota 1500 portando il dato complessivo oltre quota 175mila (erano stati 149mila nel 2020). Sono circa un terzo delle morti degli Usa e la metà di quelle del Brasile; ma a impressionare è la progressione senza precedenti al mondo fatta registrare nelle ultime due settimane, che ha già portato l’India a superare di slancio il Brasile quanto a numero di contagi, salendo a quota 14,5 milioni di casi (erano ancora 10,2 milioni all’inizio dell’anno).…

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