Cina e Germania tra rivalità e collaborazione

di Vincenzo Comito

La Germania appare divisa tre le esigenze della sua economia, che la spingono ad avere rapporti importanti con la Cina – e la Russia, a cominciare dal Nord Stream 2 – e quelle di tipo politico di stretti legami storici con gli Stati Uniti.

Produzione e finanza

Come è stato ricordato di recente da qualcuno (Rowley, 2021), Lord Henry Pilkington, proprietario di una grande impresa inglese operante nella produzione di vetro, ricordava con orgoglio, molti decenni fa, come egli fosse un produttore di cose e non un maneggiatore di denaro. Ma la Gran Bretagna è diventato un Paese post-industriale ed oggi, ed anche più in generale negli altri Paesi anglosassoni, l’etica del maneggio di denaro è diventata quella dominante. Se Pilkington fosse ancora in vita non ne sarebbe certo felice. Quella finanziaria è oggi la professione meglio remunerata e la più considerata socialmente in tale area del mondo e i cervelli più brillanti che escono dalle migliori università vengono indirizzati in quella direzione.…

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Per le élites tornate al potere un entusiasmo autolesionista

di Rita Di Leo

La massa degli elettori si sente legittimata nel suo disprezzo dei partiti e del Parlamento: vede una politica senza progetto e politici incapaci di fare politica professionale.

Le dimissioni di Zingaretti hanno una rilevanza politica, legata alla percezione politica diffusa per cui dopo anni di scossoni sarebbe arrivata la quiete. A farci stare tranquilli e soddisfatti nei luoghi di lavoro e nelle case, ci pensano quelli che ci sanno fare.

Quelli che hanno le competenze necessarie e non sono in competizione tra loro: ciascuno ha il suo compito da svolgere, consapevole di doverne rendere conto solo a colui che glielo ha affidato. I compiti hanno livelli di priorità: quelli essenziali riguardano il denaro nella forma dei fondi europei da maneggiare in modo tale che non lo tocchino le mille mafie del paese; a tal fine sono in campo generali e uomini della finanza cosmopolita. Vi è poi la gestione amministrativa degli affari correnti suddivisa tra esponenti della larghissima platea dei partiti che entusiasticamente sostengono l’élite al governo.…

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Venezuela, per l’Onu le sanzione Usa e Ue sono “devastanti per la popolazione”

di Claudia Fanti

L’inviata dell’Onu ha incontrato anche l’opposizione. È quanto scrive Alena Douhan, relatrice speciale delle Nazioni unite, nel report sull’effetto delle misure al termine di una visita nel Paese

Se il governo statunitense ha sempre negato che le sanzioni contro il Venezuela potessero colpire la popolazione, penalizzando appena gli alti funzionari chavisti e le imprese ad essi legate, dalle Nazioni unite non poteva giungere una smentita più netta.

I risultati preliminari della visita nel paese, dall’1 al 12 febbraio, di Alena Douhan, relatrice speciale Onu sulle misure coercitive unilaterali e sui diritti umani, mostrano in maniera inequivocabile quanto «devastanti» siano le conseguenze dell’embargo «sull’intero popolo venezuelano, e in particolare sui più poveri, sulle donne, sui bambini, sugli operatori sanitari, sulle persone con disabilità o malattie croniche e sulle popolazioni indigene».

Il rapporto preliminare, frutto di riunioni con il governo, con l’opposizione, con la Chiesa cattolica, con le ong, non fa sconti all’amministrazione chiavista, riconoscendo, per esempio, come la crisi economica fosse iniziata già nel 2014 con la caduta del prezzo del petrolio, nel quadro di un’economia in gran parte dipendente dall’esportazione di greggio.…

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Un’agenda europea per Mario Draghi

di Mario Pianta

Dopo la ‘facile’ preparazione del governo di Mario Draghi, cambiare le regole europee su spesa nazionale, aiuti alle imprese e debito pubblico sono le tre cose ‘difficili’ che il governo Draghi potrebbe mettere nell’agenda di Bruxelles.

Troppo facile per Mario Draghi, presidente del Consiglio incaricato, raccogliere le disponibilità delle forze politiche – quasi tutte – a far parte del suo governo. Meno facile trovare l’equilibrio per un programma e per un governo che duri fino alla fine della legislatura, nel 2023, se questo è l’obiettivo che si è dato. Non troppo difficile è l’impiego dei 209 miliardi di sussidi e crediti di Next Generation EU in buoni investimenti: il Paese è stato talmente fermo che ha bisogno di tutto.

Il difficile – dobbiamo ricordarlo – era già stato fatto da Giuseppe Conte, Roberto Gualtieri e Paolo Gentiloni nei primi mesi del 2020 quando, di fronte alla pandemia, hanno contribuito a cambiare gli equilibri in Europa e a lanciare questo primo strumento di una politica fiscale comune.…

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Il garantismo come legge del più debole e dell’oppresso, contro il potere

dl Luigi Ferrajoli

La nostra giustizia penale è classista: nelle carceri ci sono tossicodipendenti immigrati e condannati per reati di strada. Il diritto penale – almeno luogo dell’uguaglianza davanti alla legge – è diventato il luogo della massima disuguaglianza

Fu Rossana Rossanda a decidere il nome. Perché Antigone?

Perché quel nome alludeva al punto di vista esterno – il punto di vista della giustizia, della morale e della politica – con cui intendevamo guardare alle durezze e alle iniquità del diritto penale, alle involuzioni inquisitorie dei processi e alle condizioni di illegalità delle nostre carceri. Allora, alla nascita della prima serie della rivista – nel 1985, sei anni prima della nascita dell’Associazione, nel 1991 – la nostra critica si rivolgeva alla legislazione e alla giurisdizione d’eccezione, che in quegli anni avevano ridotto il già debole sistema delle garanzie del corretto processo.

Il nostro richiamo ad Antigone si identificava perciò con l’opzione per il garantismo penale contro le degenerazioni indotte dall’emergenza del terrorismo e manifestatesi nelle leggi eccezionali e in taluni grandi processi di stampo inquisitorio, a cominciare da quello del 7 aprile contro l’Autonomia operaia.…

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Social…mente

di Betty Varghese

Come recita il titolo, il libro analizza il mutato rapporto tra informazione e consenso nell’era del web e dei social network, evidenziando alcuni possibili rischi e derive, in particolare l’accentuata tendenza a cercare solo conferma delle proprie opinioni – quello che l’autore chiama «l’arena confermativa» (p. 67) – e a un approccio superficiale alle problematiche sempre più complesse del nostro tempo.

Prendendo spunto da un’affermazione provocatoria di Umberto Eco – «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività […], ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel» (p. 37) –, l’autore mostra come la possibilità di dire qualunque cosa in rete non sia segno di libertà di espressione, ma piuttosto di livellamento.

Inoltre, questa forma di comunicazione tende a ridurre il discorso a brevi annotazioni impressionistiche e a regredire culturalmente. Il discorso di Aldo Moro, nel 1962, sull’importanza di dare vita a un governo di centrosinistra era di 252.000 caratteri; quello di Barack Obama, nel 2009, «sul nuovo inizio fra gli Stati Uniti e i musulmani nel mondo» ne contava 42.000.…

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Francesco in Iraq, l’unica diplomazia contro la guerra

di Alberto Negri

Medio Oriente. Bergoglio non solo è il primo papa in Iraq ma anche il primo capo di stato dell’Occidente a casa dell’ayatollah Sistani. Ecco perché la sua visita è pastorale ma anche politica

Il papa in visita oggi da Sistani fa politica e diplomazia, quella che nessuno riesce a fare. Chi è Alì Sistani, il religioso sciita di Najaf?

È un uomo, con un’influenza spirituale estesa ben oltre i confini iracheni, che rappresenta la sintesi complessa, avvincente, e talora inestricabile, di un secolo di vicende dell’Iraq e del Medio Oriente.

Ma è anche una parte della nostra storia, assai poco onorevole, fatta di spartizioni coloniali e guerre, come quella del 2003 che l’Occidente ha portato nella terra di Abramo e che un altro papa, Wojtyla, ricevendo il vicepresidente di Saddam Hussein, il cristiano Tarek Aziz, cercò di fermare mentre in Italia esponevamo quelle bandiere arcobaleno adesso ormai stinte ed estinte.

Questa volta il papa fa un po’ anche la nostra parte, ci ricorda l’inferno iracheno, la memoria perduta e la vergogna di guerre costruite su menzogne come quella delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, la madre di tutte le fake news inventata da Bush jr.…

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Francesco e la sfida che darà un segno all’intero Pontificato

di Angelo Scelzo

Più che un viaggio è una sfida. O quantomeno si può parlare di viaggio, se si identifica questo che è iniziato ieri a Bagdad, con viaggio. Anzi, il viaggio del pontificato, quasi un evento a sè che tuttavia ricapitola, da solo, l’intero magistero di Francesco, lo aggiorna, e si pone come uno spartiacque nella vicenda della chiesa moderna. C’era una volta l’evangelizzazione, il fulcro, la missione stessa della chiesa nel mondo, poi nei tempi moderni diventata Nuova – con la nascita di un dicastero istituito nel 2010 da Papa Benedetto. Ma nuova ovviamente solo nel senso di un aggiornamento delle modalità di annuncio di fronte a un mondo radicalmente cambiato e in larga parte scristianizzato. Oggi, quando il pellegrinaggio nella terra di Abramo, padre della fede di cristiani, musulmani ed ebrei, toccherà Ur dei Caldei – il sogno non realizzato di Giovanni Paolo II nel Grande Giubileo dell’anno duemila – una delle più antiche e importanti città sumeriche, a pochi chilometri da Nassiryia, evocherà dal vivo, con un’intensità senza pari, la radice biblica di una predicazione fondata sul Vangelo.…

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Sovversioni di un irregolare

di Marco Ravelli

Uno stralcio dalla postfazione al volume «Raniero Panzieri. L’iniziatore dell’altra sinistra», a cura di Paolo Ferrero per le edizioni Shake. A cento anni dalla nascita (14 febbraio 1921) del fondatore dei «Quaderni rossi»

Dimenticare Panzieri? In molti vorrebbero farlo. In troppi l’hanno già fatto, ridotto al silenzio come i soggetti sociali di cui condivise attese e rivolte. Come i braccianti del sud d’Italia, che conobbe da dirigente di partito. Come gli operai delle fabbriche del Nord, in particolare di Torino, che incontrò già da «irregolare» della politica, proprio nel momento del loro «risveglio». (…) E tuttavia «ridurre al silenzio» Raniero Panzieri, ancora a quarant’anni dalla morte, così come avevano tentato di farlo in vita, non è cosa facile. Per varie ragioni. Intanto perché nonostante la sua posizione di «irregolare» sempre un po’ ai margini delle grandi macchine politiche, anche quando vi militava all’interno e ne frequentava il «centro» – anzi, forse proprio grazie a questa sua irregolarità, a quella natura da eretico testardo di una fede senza chiesa, Panzieri ha lasciato un segno profondo nella vicenda tormentata del movimento operaio italiano del secondo dopoguerra, e nella sua cultura politica.…

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Lo sguardo sempre acceso di Giacomo Debenedetti

di Giacomo Giossi

A proposito del libro di Anna Folli, edito da Neri Pozza, che racconta la vita del critico letterario e scrittore

Come un fiume carsico che attraversa sotterraneo i nostri tempi, riappare ciclicamente davanti ai nostri occhi la forza e l’attualità della figura intellettuale di Giacomo Debenedetti. Non tanto chiaramente per la sua centralità storica e per la qualità assoluta della sua riflessione critica, ma come vero e proprio riferimento sia per chi scrive sia per chi legge, una necessità quasi biologica di tornare a chi del novecento letterario e culturale ne ha scritto il romanzo. Maestro della critica italiana, Debenedetti è stato uno dei primi grandi critici scrittori.

Preciso, affilato i suoi testi ancora oggi sono capaci di attivare immagini e visioni grazie a una lingua morbida e seducente che attrae e coinvolge il lettore. 16 ottobre 1943 è forse l’esempio massimo di questo capacità di far coincidere l’efficacia testimoniale con il valore letterario, un testo fondamentale per chiunque voglia comprendere cosa significa semplificando di molto capire e tradurre.…

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