Hélder Camara

di Maurizio Mazzurco

Chi ricorda oggi Hélder Câmara? A 21 anni dalla morte del vescovo brasiliano ci viene in aiuto la biografia di Anselmo Palini, insegnante impegnato a livello ecclesiale e civile, che nei suoi studi si occupa dei temi della pace e dei diritti umani.

Ritornare su questa figura è importante per gli anziani, che hanno vissuto i tempi del Concilio e potrebbero averlo dimenticato, ma anche per i giovani, ai quali, come osserva nella prefazione mons. Bettazzi, Câmara «illustra quanto di grande e di profondo ha preparato il mondo d’oggi e potrebbe renderlo sempre più vero e più pieno di speranza» (p. 9).

Dom Hélder, fin da giovane, si rivela un sacerdote molto attivo e grande organizzatore. Alimenta questo carisma con la preghiera, abituandosi a lunghe veglie notturne di contemplazione. La sua missione sacerdotale è caratterizzata da «un lungo cammino di conversione» (p. 195). Formatosi nella contrapposizione manichea fra il comunismo, male assoluto, e la difesa del capitalismo e dei valori della tradizione, Câmara si schiera inizialmente su posizioni integraliste, dalle quali poi si allontana sempre più.…

Leggi tutto

Stati Uniti, l’intervento di Sadiq Khan: “L’attacco al Campidoglio è un segnale d’allarme per tutte le democrazie”

di Sadiq Khan

La sconfitta di Donald Trump non significa la fine della sua ideologia politica di estrema destra. Più di 74 milioni di persone hanno votato per lui e da Orbán a Bolsonaro, sono tanti i leader populisti, scrive il sindaco di Londra. Contro razzismo e divisioni bisogna alzare la voce.

Gli eventi a cui abbiamo assistito nel Campidoglio, la sede del Congresso americano a Washington, sono stati sconvolgenti, ma purtroppo non sorprendenti. Sì, il presidente Donald Trump ha incitato una teppa fascista a cercare di rovesciare con la violenza l’esito legittimo di un’elezione democratica, ma questa è stata la conseguenza, tragica quanto inevitabile, del movimento di estrema destra costruito e incoraggiato dal presidente negli ultimi cinque anni.

Molti, in tutto il mondo, ammonivano da tempo che le cose sarebbero potute andare a finire in questo modo, se non peggio. Trump ha seguito la falsariga dei dittatori e degli autocrati fascisti che presero il potere negli anni 30 e 40 del secolo scorso.…

Leggi tutto

La lunga marcia sul Campidoglio

di Bruno Cartosio

The day after. L’elezione di Biden e Kamala Harris e la epocale duplice vittoria di Ossoff e Warnock in Georgia sono segnali importanti di ricomposizione, analoghi a quelli del 2008. Tuttavia, anche senza Trump, ideologia e prassi del trumpismo restano, come restano neoliberismo, disuguaglianze e divisioni sociali

La lunga indecenza finisce in un crescendo di sconcezze. E di violenza. Dopo l’invasione del Campidoglio da parte delle milizie trumpiane, la vittoria di Biden è stata comunque ratificata il giorno dopo. Trump resta, ma tra ora e il 20 gennaio, quando Biden entrerà in carica, nessuno più obbedirà ai suoi ordini. Il 6 gennaio il padrone di casa l’ha fatta troppo grossa anche per i suoi servi: prima nel discorso delirante con cui incitava i suoi a seguirlo nella marcia sul Campidoglio, poi nel messaggino in cui, dopo il refrain sulla vittoria rubata, diceva loro – «very special people», «we love you» – di tornare a casa «in peace».

E infine, a disastro compiuto e con cinque morti sul gobbo, riprendeva la parola per dire di avere voluto accertare la regolarità del voto, e preannunciava la pacifica transizione dei poteri e la “riconciliazione”.…

Leggi tutto

Sciacalli nella crisi

di Tonio Dell’Olio

“Tutta la classe dirigenziale non ha diritto di dire io… deve dire noi e cercare una unità di fronte alla crisi”. In questo momento, ribadisce Papa Bergoglio, “un politico, un pastore, un cristiano, un cattolico anche un vescovo, un sacerdote, che non ha la capacità di dire noi invece di io non è all’altezza della situazione”. E soggiunge che i “conflitti nella vita sono necessari, ma in questo momento devono fare vacanza”, fare spazio all’unità “del Paese, della Chiesa, della società”. Dopo aver ascoltato queste parole, ciascuno deve eseguire innanzitutto una spietata radiografia della propria coscienza e subito dopo applicare quelle considerazioni del Papa alla vita della propria chiesa locale, del proprio Paese, della condizione economica in cui versiamo. Certo, chi per predisposizione naturale non riesce a vedere al di là del proprio naso o è ripiegato sul proprio ombelico, presenta come primo sintomo grave quello di non riuscire ad ascoltare le ragioni degli altri e pertanto non ha sentito (o non ha compreso) il significato delle parole del Papa.…

Leggi tutto

Tutte le poesie di Bartolo Cattafi

di Antonio Spadaro

Occorre davvero celebrare la pubblicazione in un volume unico di tutte le poesie di Bartolo Cattafi, uno dei poeti maggiori del nostro Novecento, tutto da riscoprire. Finalmente abbiamo in quasi 1000 pagine la raccolta di testi editi e inediti, grazie alla cura di Diego Bertelli, che redige tutti gli apparati con perizia: un’accurata biografia, le ampie notizie sui testi, la bibliografia delle opere e della critica. Il volume è introdotto da Raoul Bruni.

Nel 1958 Mondadori pubblica la prima grande raccolta di poesie di Cattafi: Le mosche del meriggio. In questi componimenti l’autore si concentra sugli oggetti e sulla loro forza individuale. La tensione è dalla nuda descrizione superficiale all’attrazione verso un enigma profondo, inciso dentro la realtà, sempre però a partire dall’oggetto. Lo sguardo tende a muoversi non dentro l’oggetto in se stesso, ma dentro il suo senso metaforico. La poesia cattafiana è tesa verso il mistero del reale.

Nel 1964 l’autore pubblica L’ osso, l’anima, che segna la sua definitiva consacrazione poetica.…

Leggi tutto

Lavoratori e ambiente: i soliti sconfitti dai Trattati

di Emanuele Giordana

L’altra faccia del Rcep, l’accordo di libero scambio asiatico. Se secondo l’economista coreano Lee Jong-Wha, Rcep «manca di regole per proteggere l’ambiente e i lavoratori e le riduzioni tariffarie che richiede non sono così ampie come quelle del Cptpp», le maggiori preoccupazioni vengono dalle organizzazioni della società civile per gli effetti dell’accordo su quei segmenti di popolazione più fragili, come i contadini o gli artigiani

A metà novembre, durante un summit virtuale ad Hanoi, è nato il Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep). Un accordo commerciale che include le 10 nazioni del Sudest asiatico (Asean) e i maggiori Paesi di Asia e Oceania: Giappone, Cina, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. In calce all’accordo, che rappresenta circa un terzo del Pil e della popolazione mondiale, ci sono anche due grandi assenti: Stati Uniti e India. I primi si erano già ritirati dalla Trans-Pacific Partnership (Tpp ora Cptpp), cui guarda adesso anche la Cina. L’India si è invece autoesclusa ritirandosi l’anno scorso.…

Leggi tutto

La separazione dello Stato dalla Chiesa in Francia del 1905

di Giovanni Sale

Ogni volta che vengono presentate notizie di fatti riguardanti la religione in Francia, si impone il riferimento alla legge del 1905 sulla separazione tra Chiesa e Stato, considerata, dopo 115 anni, il fondamento della laicità. Tra le diverse ricostruzioni delle vicende politiche, sociali e religiose che accompagnarono il lungo iter di approvazione della legge, la loro preparazione sul piano politico e sociale e le reazioni ecclesiastiche, quella offerta da Cesare Silva permette di completare il quadro della ricerca storica. Lo spoglio sistematico dei documenti dell’Archivio apostolico vaticano che si riferiscono alla Francia tra il 1899 e il 1906 consente ora di avere finalmente una visione più completa non soltanto della ricostruzione diplomatica degli eventi, ma anche dell’articolato mondo ecclesiale.

La ricostruzione dei rapporti tra la Chiesa cattolica e la Terza Repubblica Francese inizia dagli ultimi mesi del secolo XIX – quando va delineandosi un fronte politico deciso ad avviare la laicizzazione dello Stato, a partire dalla chiusura delle scuole rette da religiosi fino alla rottura del Concordato – e termina con la reazione dei cattolici francesi al rifiuto di tale legge e al sorgere di una fase ecclesiale del tutto nuova.…

Leggi tutto

Dal fuoco di Bouazizi ai “gelsomini” senza speranza

di Giuliana Sgrena

Tunisia 2010-2020. La Rivoluzione non è riuscita a debellare corruzione, nepotismo, lassismo. Le grandi speranze suscitate in dieci anni sembrano evaporate, lasciando spazio alla disillusione. Il paese è in uno stato di stallo dovuto soprattutto alla situazione economica, senza prospettive

Il 17 dicembre del 2010, l’ambulante Mohammed Bouazizi dandosi fuoco incendiò la Tunisia iniziando la Rivoluzione dei gelsomini che con un effetto domino contagiò diversi paesi arabi. Dieci anni dopo più che i successi vediamo le macerie delle rivolte arabe, dalla Libia alla Siria. L’unica eccezione è sempre stata la Tunisia che sembrava aver intrapreso un processo di democratizzazione che, pur irto di ostacoli, avanzava, anche se non è facile passare dalla sudditanza imposta da una dittatura alla cultura democratica. E una rivoluzione ha tempi lunghi.

Ma la libertà di espressione e di organizzazione politica non bastano. Invece di una democrazia abbiamo costruito una partitocrazia, sostiene Abdel Zaouaui della Città delle scienze, certo «l’alternanza di potere in un mondo arabo monolitico fa la differenza, ma non è sufficiente…».…

Leggi tutto

Vita da braccianti nella Calabria rossa

di Valerio Nicolosi

La raccolta delle arance. Per questa stagione sono arrivate 1.600 persone nella Piana di Gioia Tauro, molte di più rispetto agli anni precedenti, nonostante il lockdown. Gli operatori di Medu garantiscono loro tamponi e assistenza sanitaria. E nella tendopoli di San Ferdinando cominciano a spuntare casette di fortuna

Con le prime luci dell’alba sulla Piana di Gioia Tauro i caporali iniziano il giro e con cadenza regolare si accostano a caricare i braccianti che passeranno il resto della giornata nei campi a raccogliere le arance. Quelli che non rientrano in questo giro si sono organizzati con delle vecchie biciclette, alcune troppo piccole per loro ma indispensabili per coprire i 10 o 20 chilometri che ogni mattina devono percorrere per arrivare al campo. La paga di 4 o 5 euro l’ora è troppo bassa per comprarne una nuova, così come gli accessori. Ogni spesa extra rispetto al cibo va a finire nei money transfer che fanno arrivare i soldi alle famiglie nei Paesi d’origine.…

Leggi tutto