La causa assente: tempo e lavoro all’epoca del coronavirus

di Fabio Vighi

Nell’accelerare il processo implosivo del capitalismo globale, Covid-19 ci permette di toccare con mano il vuoto attorno a cui pulsa l’ormai sterile dialettica del capitale. Silenzioso e invisibile, il virus che oggi paralizza le nostre società contiene un piccolo frammento utopico proprio nell’incarnare il ‘grado zero’ della nostra condizione. A margine di sempre più improbabili resurrezioni neo-keynesiane o (peggio) neoliberiste, si avvicina una resa dei conti che converrebbe affrontare con spirito autenticamente critico piuttosto che (fingere di) ignorare.

Pensare di poter fare ‘buon uso’ del Covid-19 è senz’altro un’illusione, oltre che offensivo per chi – come sempre le fasce sociali più deboli – muore, soffre e si appresta a fronteggiare una recessione devastante. Tuttavia, dobbiamo ammettere che il virus ci consegna un oggetto sempre più raro nella nostra epoca, ovvero un tempo almeno parzialmente liberato dalla ‘passione conformistica’ che ci lega al nostro mondo. Improvvisamente diventa possibile, in un certo senso inevitabile, sottrarci agli imperativi (o ‘aperitivi’) categorici che regolano le nostre vite.…

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L’etica di Papa Francesco

di Giannino Piana

Tra i molti interventi che hanno caratterizzato questi anni di pontificato di papa Francesco non sono mancate prese di posizione nei confronti di alcune questioni morali di particolare attualità riguardanti sia la vita personale che sociale. E questo non soltanto in documenti di particolare rilevanza dottrinale e pastorale – è sufficiente ricordare a tale proposito l’esortazione apostolica Amoris laetitia e l’enciclica Laudato si’ – ma anche attraverso momenti informali come le omelie di Santa Marta o le interviste rilasciate ai giornalisti in occasione dei numerosi viaggi in varie parti del mondo.

Quale modello? Al di là dei contenuti dei singoli interventi, una particolare attenzione merita Il modello etico al quale egli fa riferimento e che costituisce la chiave interpretativa dell’intero suo magistero. La preoccupazione da cui muove è di natura squisitamente pastorale e ha come criterio fondamentale la mediazione tra ideale e realtà. Papa Francesco non rinuncia a presentare (come avviene peraltro anche in altri ambiti del suo magistero) l’ideale evangelico in tutta la sua radicalità.…

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Alexi Zentner e il lessico famigliare del potere bianco

di Guido Caldiron

L’America razzista dell’era Trump in «Il colore dell’odio», pubblicato da 66th and 2nd. Jessup, 17 anni, cresce in un ambiente proletario dominato dal suprematismo e da una fede fanatica

Cosa significa chiamare «papà» un nazista? Amare e condividere l’intimità degli affetti più cari, della casa, delle proprie paure, nutrire speranze e invocare protezione dalle avversità, guardare al futuro accanto ad un uomo che ha tracciato sul proprio corpo un affresco dell’orrore, lettere d’inchiostro che declamano l’intero vocabolario dell’odio razziale? «Sulla schiena, Santa chiesa dell’America bianca scritto intorno a una croce in fiamme, un’aquila di ferro completa di svastica in alto sulla spalla destra, i due fulmini a simboleggiare le SS sul pettorale sinistro e poco sotto, sul cuore, il motto del Ku Klux Klan per dio, la razza e la nazione».

Comprendere e raccontare cosa voglia dire voler bene e sentirsi «a casa» accanto a chi ha scelto di indossare come una seconda pelle simboli e slogan del razzismo più feroce, e di vivere un’intera esistenza in assoluta e delirante coerenza con quell’ideologia di morte, è il compito non certo agevole che si è dato Alexi Zentner con Il colore dell’odio (66thand2nd, pp.…

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Non è perduta ed aiuta a non perderci

di Raniero La Valle

Ci associamo alla commozione per la morte di Rossana Rossanda, sia per la sua alta lezione morale sulla dignità della politica, sia per la sua sensibilità ai valori evangelici alimentata dalla sua amicizia con autentici cristiani, da padre Benedetto Calati a Giuseppe Barbaglio. Nella commemorazione romana in piazza Santi Apostoli è stato ricordato il suo percorso politico, e ne è stato tratto motivo per parlare non solo del nostro passato, ma del futuro, di quanto ci rimane da fare tra il meglio da attuare e il peggio da scongiurare e sconfiggere. Ma soprattutto quella comunione di popolo stabilita nel suo nome, è apparsa a noi come un attestato del mistero della vita umana che, dalla più povera alla più ricca, non viene “tolta”, ma lavorata e trasformata dalla morte, perché ogni persona è un infinito che per l’appunto non conosce fine.

In ciò la stessa Rossana era contraddetta su quanto aveva affermato in morte del grande amico suo, il padre Benedetto Calati, sul “Manifesto” del 26 novembre 2000, quando aveva scritto che si era spento con lui “un monaco raro che amavamo e che ci amava e per noi, che non speriamo nell’eternità, per sempre perduto”.…

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Superare i decreti di sicurezza di Salvini: un’urgenza che non può essere rinviata

di Giampaolo Petrucci

Elezioni regionali e referendum costituzionale sono ormai alle spalle. E la maggioranza di governo non ha più scuse per affrontare definitivamente il superamento dei decreti sicurezza voluti dalla Lega di Matteo Salvini, che gli elettori soprattutto di centrosinistra aspettano ormai da inizio legislatura. Questo il cuore dell’appello lanciato dalla Campagna #ioaccolgo – che racconta storie di accoglienza positiva, contro narrazioni e politiche discriminatorie per i migranti, e contro «la barbarie di un mondo fondato sull’odio e sulla paura» – il 25 settembre. «La ministra Lamorgese – si legge in particolare sull’appello – ha predisposto un testo di riforma che il consiglio dei ministri deve discutere con la massima urgenza, per intervenire sugli aspetti più negativi di quei decreti».

La modifiche della ministra intervengono sugli aspetti peggiorativi introdotti da Salvini con i decreti sicurezza: prevedono l’allargamento della platea di rifugiati che ha diritto alla protezione internazionale, il ripristino dell’accoglienza diffusa sul territorio e gestita a livello comunale, per una maggiore integrazione nelle comunità locali, l’eliminazione delle sanzioni alle ong che introducevano un pericoloso principio di criminalizzazione della solidarietà.…

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La saggezza di un filosofo (quasi) centenario

di Walter Minella

Edgar Morin è lo pseudonimo che Edgar Nahoum, nato nel 1921 a Parigi da una famiglia di origine ebraica, assunse da giovane militante della Resistenza antinazista e con cui è diventato noto come uno dei più importanti filosofi e sociologi contemporanei. Adesso ha 99 anni: eppure chi leggerà il saggio appena pubblicato dalla casa editrice Ave di Roma, La fraternità, perché? Resistere alla crudeltà del mondo, non avrà alcuna nozione dell’età dell’autore, tanto è fresco, vivace, aperto il pensiero che vi si riflette. Don Luigi Ciotti, nella sua appassionata prefazione, afferma che l’autore è «un vero maestro, uno dei pochi che ci sono rimasti in… Europa» (p. 10). Sono d’accordo. Questo è un libro esiguo per numero di pagine e insieme profondo, denso ma anche amichevole verso il lettore non specialista. Molti temi, enunciati con ammirevole chiarezza, non possono venire analiticamente sviluppati in questa sede. (Per uno sviluppo organico dell’argomentazione di Morin il lettore curioso potrà prendere in mano, tra gli altri libri dell’autore, la monumentale ricerca in 6 volumi Il metodo, tradotta in italiano dall’editore Raffaello Cortina).…

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Come fare la storia della filosofia contemporanea?

di Lucio Cortella

È il confronto/scontro con la filosofia hegeliana che ha governato lo sviluppo della filosofia contemporanea: a sostenerlo è Lucio Cortella nell’appena pubblicato “La filosofia contemporanea. Dal paradigma soggettivista a quello linguistico” (Laterza, 2020). Ne pubblichiamo la presentazione, per gentile concessione dell’editore e dell’autore, che ringraziamo.

Il problema con cui si scontra ogni esposizione del pensiero contemporaneo è la mancanza di uno standard condiviso in grado di stabilire priorità e gerarchie fra i vari pensatori e fra le scuole filosofiche. Le epoche precedenti non soffrono di questa assenza, dato che si sa – più o meno – quali sono i filosofi maggiori e le linee di sviluppo che conducono dalla filosofia antica fino alla stagione dell’idealismo tedesco. Con il pensiero contemporaneo non disponiamo ancora di un “canone” analogo, il che produce quella percezione diffusa, spesso disorientante, di un panorama filosofico attraversato da una pluralità di concezioni e proposte teoriche non solo assai differenziate ma apparentemente prive di relazioni e di coerenza.…

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