Quel giorno, il miracolo e la festa della ritrovata libertà

di Marco Revelli

Alla Risiera di San Sabba gli eredi delle vittime sfrattati per far posto agli eredi degli oppressori. A Verona una mozione di maggioranza “contro il 25 aprile”. A Savona il corteo celebrativo deviato per non dar fastidio a quelli di Casa Pound. In mezza Italia le bande nere-verdi, dietro il loro “capitano” in missione a Corleone, disertano le celebrazioni della Liberazione. In fondo è giusto così: non è la loro festa! Per capirlo basta riascoltare le parole di quando le cose erano ancora chiare perché vive nella mente dei protagonisti.

«Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà». Così diceva Norberto Bobbio il 25 aprile del ‘57 a una piazza gremita ricordando le ragioni della festa ma, soprattutto, evocando un’esperienza vissuta: il ritorno all’«umanità» – individuale e collettiva -, a un’umanità liberamente vissuta, da parte di un popolo che quell’umanità l’aveva perduta, in vent’anni di servitù e conformismo, perversione e ipocrisia, adesione fanatica o silenzio complice, nell’accettazione più o meno partecipata di un regime che della disumanità – del culto e della pratica dell’inumano – aveva invece fatto il proprio emblema.…

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25 aprile 2019, una riflessione

di Paul Ginsborg

Al termine del bellissimo Love and War in the Apennines di Eric Newby, basato sulla propria esperienza di prigioniere di guerra in fuga nel 1943, il contadino Francesco dice: ‘Ne abbiamo viste di brutte, cari miei, noi e i nostri figli. Speriamo di non vederle mai più, robe del genere’.

Effettivamente, ogni famiglia fu toccata e spesso scottata in modo irrimediabile dai conflitti della guerra e dai suoi molteplici fronti. Quando scrivo ‘famiglia’ in questo contesto intendo riferirmi non solo alle famiglie degli italiani, ma anche a quelle delle truppe alleate. Non dimentichiamo i giovanissimi americani, britannici, canadesi, neo-zelandesi, gurkha e così via – la lista è molto lunga e i loro cimiteri sul suolo italiano cosi bianchi, massicci, ordinati e silenziosi.

Detto questo, le distinzioni sono d’obbligo. Sia i ragazzi stranieri nei ranghi degli eserciti alleati sia i partigiani stavano combattendo per la democrazia, variamente declinata. I giovani Nazi-fascisti stavano combattendo invece per il nazismo e il fascismo.…

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25 aprile, i fascisti provocano

di Domenico Cirillo

Il 25 aprile è la testimonianza di «un popolo capace di riscattarsi, di riconquistare il proprio destino sulle macerie materiali e morali di un regime nemico dei suoi stessi concittadini». Lo ha detto Sergio Mattarella ieri al Quirinale. Ricevendo le associazioni combattentistiche e partigiane, il capo dello stato le ha elogiate come «importante argine di verità, monito permanente contro interessate riscritture della storia e degli avvenimenti, particolarmente in una fase di profonda trasformazione del rapporto tra informazione e pubblica opinione».

A Milano invece, invece. Corso Buenos Aires, quasi piazzale Loreto, non lontano da dove oggi pomeriggio partirà il grande corteo nazionale della festa della Liberazione. A metà giornata una cinquantina di tifosi della Lazio in trasferta per la semifinale di coppa Italia con il Milan srotolano uno striscione. Lungo, a coprire i volti: «Onore a Benito Mussolini». Slogan: «Camerata Presente». Un minuto, poi tutti via. Ma circolano i video e immediata monta l’indignazione degli antifascisti. Alla vigilia del 25 aprile.…

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La lezione sempre attuale della Resistenza

di Francesco Provinciali

Finiremo con il riempire il calendario di “giorni dedicati”, di celebrazioni, ricorrenze e rivisitazioni retrospettive: ci sono occasioni per ricordare e altre per dimenticare, nulla della memoria collettiva deve andare perduto, l’oblio è la sintesi di ciò che non sopravvive allo scorrere del tempo.

La storia e la civiltà – nei chiaroscuri delle vicende umane – hanno accumulato un numero considerevole di eventi a cui, di volta in volta, va data una priorità rievocativa, fino a scandire l’esistenza con significati di cui ci corre l’obbligo di riscoprire una qualche attualità, pena il lento ed inesorabile scivolamento nel vuoto indefinito dell’assenza.

Salvo attribuire alle ‘date’ un significato soggettivo ed estraneo al loro originario significato: il compianto Sabino Acquaviva ricordava che Natale vuol dire regali e bagordi mentre Pasqua significa uova, sorprese e prime vacanze stagionali.

Un po’ di ingolfamento lo si nota già, le date ‘libere’ – da destinare- sono ormai poche e molto di ciò a cui il condiviso senso del dovere ci impone di dare spazio e visibilità esprime spesso più gli aspetti ritualistici e commerciali della commemorazione che il suo significato autentico.…

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Bolsonaro: un “messia dal volto di Pinochet”

di Bruno D’Avanzo

In Brasile i governi democratici di Lula e Dilma Rousseff che hanno retto il Paese per più di dieci anni, pur realizzando indubbi progressi a favore dei ceti meno abbienti, erano ben lontani dal conseguire molti degli obiettivi prefissati all’inizio, in primo luogo una vera riforma agraria, che di fatto venne presto archiviata. Era il prezzo pagato per mantenere la pace sociale, evitando uno scontro frontale con le élite del Paese.

Dopo anni di crescita sostenuta, però, il Brasile nel periodo più recente ha vissuto una crisi economica di vaste proporzioni. Si è rotto così il patto che aveva garantito una certa distribuzione della ricchezza, minima, ma significativa per le classi popolari. Le forze economiche dominanti, i ceti sociali medio-alti da sempre ferocemente classisti e razzisti, con l’appoggio della stampa e della televisione hanno scatenato un attacco di natura golpista per una svolta conservatrice in tutti i campi della vita politica, economica, sociale e perfino culturale.

L’intero establishement, dagli agrari alle sette evangeliche, ai mercati, con in testa l’ultraliberista Paulo Guedes, hanno scelto Jair Bolsonaro come il leader capace di riportare la destra al potere.…

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