L’insuccesso degli altri
Nei prossimi mesi converrà tenere d’occhio l’europeismo/antieuropeismo del neo presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei suoi ministri, e visto che non ci è dato prevedere il futuro, forse sarà interessante, anche per loro, ripartire dal passato, quello remoto, quello dei miti, la cui forza sta proprio nella inafferrabilità, nella capacità di assumere tutte le forme. Il mito racconta che Europa fu una principessa, figlia di Agenore, re della terra di Canaan, rapita un giorno sulla riva del mare da un toro di straordinaria bellezza. Quel toro, che era Zeus, il padre degli dei, inguaribile sciupafemmine e specialista in trasformazioni, la portò aggrappata alle sue corna fino a Creta. L’ipotesi più suggestiva sull’etimologia del nome lo riconduce al semitico Ereb, occidente, che si riferirebbe al passaggio della civiltà da oriente ad occidente. Insomma l’Europa ha mosso i suoi primi passi in Grecia. Perciò il suo “fallimento” di qualche anno fa ha assunto un valore simbolico fortissimo. Sconfitta, è stata anche umiliata, secondo un’antica consuetudine mirabilmente riassunta nella celebre frase attribuita a Brenno, capo dei Galli Sènoni che nel 390 a.C.…
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