L’ora più buia

di Domenico Gallo*

Le elezioni del 4 marzo segnano l’ora più buia nella storia dell’Italia repubblicana. Persino nel 2008, quando stravinse il centrodestra, totalizzando oltre 17 milioni di voti (con il c.d. Popolo della Libertà al 37%), non ci fu una batosta simile per il centrosinistra. All’epoca la coalizione guidata dal Pd che aveva espulso Rifondazione, Socialisti e Verdi, prese il 37% dei voti ed il Pd ottenne 12 milioni di voti (33%), mentre la sinistra arcobaleno rimase fuori dal Parlamento col 3,12%, avendo comunque preso più voti di quanti ne ha ottenuti adesso Liberi e Uguali.

È una sconfitta storica che porta a compimento un processo autodistruttivo del ceto politico di centrosinistra che viene da lontano; processo che Renzi, con la sua arroganza e la sua spericolata corsa a destra, ha soltanto accelerato. È un processo che travolge tutti, anche quei settori della sinistra c.d. antagonista che non si sono omologati o si sono sottratti tardivamente al giogo renziano.

Il risultato deludente di LeU è frutto di un doppio fallimento, quello derivante dall’incapacità di costruire un unico polo elettorale a sinistra del Pd, grazie alla faziosità delle opposte componenti che hanno fatto fallire il progetto unitario del Brancaccio, e quello derivante dal metodo di composizione delle liste, schiacciate sull’esigenza di assicurare la sopravvivenza del vecchio ceto politico-parlamentare a scapito della valorizzazione delle esperienze di partecipazione sul territorio.…

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La crescita dei “partiti di movimento” nel sud Europa

di Donatella Della Porta

In Grecia, Spagna e Italia, nuovi partiti si sono sviluppati ereditando energie collettive mobilitate durante l’ondata di proteste contro la crisi e l’austerità, in parte frustrate dalla mancanza di successo delle intense mobilitazioni degli anni precedenti. In tutti e tre i paesi c’erano importanti tradizioni di movimenti sociali. All’interno dei movimenti tali risorse, destinate a sostenere l’emergere di nuovi partiti, sono state coltivate in modi diversi e in diversi momenti del ciclo di protesta contro l’austerità. In Spagna e Grecia le grandi manifestazioni hanno rappresentato esse stesse una svolta cruciale nella risposta alla crisi neoliberista. Il ciclo di protesta sviluppatosi in questi paesi – iniziato con forme più convenzionali e all’interno delle istituzioni – è continuato in forme innovative, per poi declinare (o essere percepito come in declino) in termini di capacità di mobilitazione – ottenendo, tuttavia, effetti a lungo termine.

Soprattutto in Spagna e in Grecia, le proteste del 2011 hanno prodotto una cultura politica del conflitto che si è diffusa in entrambi i paesi.…

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Un atomo di verità

di Raniero La Valle

Oggi 16 marzo è il quarantesimo anniversario del rapimento di Aldo Moro e dell’uccisione degli uomini della sua scorta. Per ricordarlo si è fatto largo ricorso sui giornali e in TV a interviste ai brigatisti che compirono il crimine, i quali hanno rievocato fatti e ideologie del tempo, con abbondanza di particolari e con un certo distacco più da storici che da criminali. Così nelle due puntate di Atlantide di Andrea Purgatori si sono potuti ascoltare Mario Moretti, Valerio Morucci, Raffaele Fiore e, in un filmato fatto prima che morisse, il carceriere di Moro, Prospero Gallinari. Quello che ne risulta è il tragico infantilismo e l’incultura del modo in cui essi “pensarono” la rivoluzione. Sapevano dai cinesi, e lo dicono, che “la rivoluzione non è un pranzo di gala”, ma allora ne fanno un gioco; un gioco con la vita degli altri di un cinismo e di un’ingenuità senza pari, un gioco assurdo giocato come se fosse serio: la rivoluzione come navicella che galleggia su un lago di sangue, la vita del giudice ucciso che è solo un granello irrilevante nel turbine, la folle idea che la rivoluzione non debba essere processata dallo Stato e ciò prima ancora che abbia vinto, nel momento stesso in cui cerca di abbatterlo, la presunzione che tutto si decida qui, che loro sono liberi da ogni controllo, che il mondo di cui l’Italia è parte non esiste, il delirio di pensare che nessuno li stesse usando, Moro che deve essere ucciso perché se no chi glielo dice ai compagni che non si è ottenuto niente?…

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L’Islam di Stato non esiste

di Giovanni Sarubbi

Dialogare è certamente meglio che spararsi addosso. Sotto questo punto di vista è stato positivo l’incontro tenutosi lo scorso 16 febbraio alla Grande Moschea di Roma sul tema “Musulmani italiani insieme per una società coesa”, organizzato dal Centro islamico culturale d’Italia e da Limes, rivista Italiana di geopolitica, a cui ha partecipato il ministro degli Interni Marco Minniti. La destra islamofoba ha parlato di un Minniti a caccia di “voti islamici”. L’intervento principale è stato quello del ministro Minniti che ha parlato dopo Khalid Chaouki, presidente del Centro islamico culturale d’Italia, e di Francesca Corrao, professoressa dell’Università Luiss Guido Carli di Roma.

Minniti ha incentrato il suo intervento sul “Patto nazionale per un Islam italiano” firmato lo scorso anno, il primo di febbraio.

Da ministro degli Interni l’intervento di Minniti è stato incentrato sul tema della sicurezza coniugato con il tema dell’islam. Perché coniugare insieme sicurezza e religione islamica? Perché questo collegamento non si pone per una qualsiasi altra religione?…

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Toccare i muri

di Raniero La Valle

È appena uscito un libro molto bello di padre Antonio Spadaro sulla rivoluzione di papa Francesco nella politica mondiale (Antonio, Spadaro, Il nuovo mondo di Francesco, come il Vaticano sta cambiando la politica globale, Marsilio, Venezia). È un’interpretazione del pontificato non in rapporto alla riforma della Chiesa (che il papa dice di non voler fare, perché a farla sarà il Signore una volta rimesso al centro di essa), ma in rapporto alla storia stessa del mondo, all’ora della sua crisi. Dato che il papa ha detto una volta che “La Civiltà Cattolica” è un’interprete fedele del suo pontificato, questo libro scritto dal suo direttore va preso molto sul serio. Prima di tutto vi si trova la conferma che questo è un pontificato da interpretare, ben al di là delle semplificazioni di chi lo avversa o lo esalta senza davvero conoscerlo; è da interpretare perché si manifesta come un unicum rispetto a tutti i pontificati precedenti (le “cose mai viste”) e nello stesso tempo esprime la verità più profonda del ministero petrino; ma è anche un’interpretazione che non si può dare per esaustiva e conclusa, perché questo non è un pontificato di progetto, ma di cammino, non si realizza come identità, ma come processo.…

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Alla ricerca dei “nuclei sapienziali” dei monoteismi. Un libro de “l’altrapagina”

di Alessandro Santagata

La questione ecumenica è da tempo al centro dell’attenzione di teologi e filosofi. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, il decreto Unitatis redintegratio e la dichiarazione Nostra Aetate prodotti dal Concilio Vaticano II tra il 1964 e il 1965 furono, nel loro insieme, un momento di passaggio decisivo per il confronto ecumenico, ma anche con le religioni non cristiane. Nel corso degli ultimi cinquant’anni, ecumenismo e dialogo interreligioso sono proseguiti tra alti e bassi lungo un percorso che non si è mai arrestato. Ne rappresenta un esempio il volume Tre monoteismi in dialogo (l’altrapagina, 2017, p. 108). Si tratta dalla pubblicazione degli atti dell’omonimo convegno – XXIII Convegno nazionale di studi “l’altrapagina” – svoltosi a Città di Castello dal 9 al 10 settembre 2017. Vi hanno preso parte: Vito Mancuso, teologo e docente di Filosofia; Shahrzad Houshmand Zadech, esperta di linguistica persiana e co-presidente del Cipax; Giovanna Micaglio Ben Amozegh, esponente della comunità ebraica di Roma; e Gianni Vacchelli, biblista, teologo e dantista.…

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