Hasta siempre, Comandante. I popoli della Patria Grande rendono omaggio a Fidel Castro
Non è solo Cuba a piangere la scomparsa per la morte di Fidel Castro, l’uomo che ha cambiato per sempre la storia dell’isola caraibica: sono tutti i figli e le figlie della Patria Grande, quell’America Latina intesa come continente spirituale più ancora che come realtà geografica, a rendere omaggio a colui che, pur tra inevitabili contraddizioni, ha fatto di una semi-colonia degli Stati Uniti non solo una fonte di ispirazione per i rivoluzionari e le rivoluzionarie del mondo intero – «Si dice Cuba come si dice dignità», affermava nel 2003 il Subcomandante Marcos –, ma anche un modello di solidarietà internazionale. Che la rivoluzione guidata da Castro abbia tradotto in realtà – come ha evidenziato l’Articolazione dei movimenti verso l’Alba (il progetto di integrazione alternativa ideato insieme a Hugo Chávez) – la massima di José Martí «Patria è umanità», sono gli stessi dati a dirlo: oltre 60mila i medici e gli operatori sanitari cubani impegnati a svolgere la loro missione in luoghi remoti e inospitali dell’America Latina, dei Caraibi e dell’Africa – più dei medici «inviati nel mondo da tutti gli altri Paesi e organismi internazionali messi insieme», come ha sottolineato João Pedro Stédile (Brasil de fato, 26/11), ricordando i 14.000 medici mandati in Brasile «affinché 44 milioni di brasiliani poveri potessero avere, per la prima volta in vita loro, cure mediche preventive e di qualità» –; centinaia di migliaia i pazienti che hanno ricevuto assistenza medica gratuita nel quadro dell’Alba; e altre decine di migliaia i giovani dei Paesi poveri che studiano gratuitamente nelle università cubane, compresi centinaia di giovani statunitensi esclusi dal sistema universitario della prima superpotenza.…
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