Rilanciare l’economia europea? E’possibile

di Sergio Bruno

Guido Iodice e Thomas Fazi (I&F), anticipando un articolo che comparirà sul Journal of Progressive Economy1, hanno pubblicato una proposta molto interessante2 in merito alla possibilità di stimolare le economie europee attraverso investimenti pubblici finanziati in deficit.

Ciò che rende particolarmente interessante la proposta è che essa è organizzata in maniera tale da risultare “quasi fattibile” sul piano politico restando nello spirito delle regole stabilite dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea (BCE). La proposta recupera in parte, e completa per altro verso, una simile fatta alla fine del 2011 da R.C.Koo, del Nomura Research Institute3. I&F ritengono che se la BCE facesse sua la proposta in una delle sue possibili varianti ciò permetterebbe un notevole rilancio delle economie europee, limitando in tal modo il rischio di uscite dall’area Euro. Per essi c’è di più: tenuto conto dei vincoli politici, solo l’adozione di questo tipo di politiche “soft” potrebbe salvare l’Euro.

Fazi e Iodice partono dall’osservazione che le economie europee si trovano in una balance sheet recession (recessione da deterioramento dello stato patrimoniale).…

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Brexit, due scenari per l’Europa

di Angelo Marano

Non c’è da stracciarsi le vesti per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ma c’è da essere preoccupati per il futuro dell’Europa. Sarebbe auspicabile un colpo di coda da parte delle oligarchie dominanti l’Unione, la presa d’atto che la strategia che esse hanno messo in atto per tutelare i propri interessi, a scapito di tutti gli altri, porta al fallimento; tuttavia, non si vede in circolazione nessuna figura di statura tale da poter rappresentare e guidare un cambio di marcia. Si apre una stagione difficile, dove il pessimismo è fondato, ma nella quale si apre anche la possibilità di una crescita dell’Europa in senso democratico.

L’uscita del Regno Unito dalla UE, decisa dal referendum del 23 giugno scorso, è molto grave, ma, di per sé, non mina alle basi un’Unione Europea alla quale il Regno Unito ha partecipato sempre con troppa poca convinzione. Ben diverso sarebbe stato in caso di uscita da parte di uno dei tre maggiori stati fondatori, Italia, Francia e Germania: il colpo sarebbe stato definitivo.…

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Parigi brucia

di Rossana Rossanda

Alta tensione a Parigi. Moltissimi scioperi sono in corso da diversi giorni in tutto il paese, comprese le centrali nucleari. La CGT ha convocato una giornata nazionale di protesta a Parigi e ha avuto uno straordinario successo; la stampa non dà notizie precise ma si è parlato di diverse centinaia di migliaia, manifestanti raccolti fra l’una del pomeriggio e le sette di sera in un lunghissimo e fitto corteo.

L’atmosfera era aggravata dall’uccisione da parte di un adepto dello stato islamico alla periferia di Parigi: Larossi Abdala era noto alla polizia come referente musulmano per le prigioni; di buon’ora alla mattina, aveva ucciso un poliziotto e poco dopo ne aveva raggiunto l’abitazione per sgozzare la moglie, funzionaria di polizia anch’essa. È stato risparmiato solo il bambino di 3 anni, del quale si occupano i parenti. La destra ha attaccato il governo perché aveva lasciato libero questo Abdala, il quale però aveva scrupolosamente rispettato le misure che il giudice gli aveva imposto, per cui non c’era un elemento che si potesse usare contro di lui.…

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Il teologo che in silenzio fa la rivoluzione. Un libro raccoglie le conferenze del domenicano Timothy Radcliffe

di Alberto Melloni

Fra le due guerre mondiali del Novecento è accaduto qualcosa di imprevedibile nel cattolicesimo. La Chiesa di Roma portava in sé istanze integriste. Più datate, ma non dissimili da quelle che percorrevano alla stessa altezza cronologica i battisti americani, che si erano dati il nome di “fondamentalisti”, o gli islam d’ Arabia, presi fra l’ utopia politica dei fratelli musulmani e la fondazione del nuovo regno wahabita. Nel cattolicesimo l’ intransigentismo aveva in mano tutte le leve del potere ecclesiastico. Eppure si trovò davanti una generazione di teologi, capaci di scoprire nella storia la chiave dei modi d’ essere dimenticati. Chenu, Congar, De Lubac, Danielou, von Baltahasar, Grillmeier, delegittimavano l’ idea d’ un cristianesimo monolitico, pago di resistere immobile ai flutti. La pagarono. E se fecero teologia in ginocchio o in piedi, fu perché gli tolsero la seggiola, anche se alcuni li fecero cardinali in età premortuaria. Come la condanna del “modernismo” a inizio secolo aveva decerebrato il cattolicesimo rendendolo cieco davanti ai fascismi, la persecuzione della “nouvelle théologie” avrebbe potuto consegnare la Chiesa di Roma a processi involutivi dagli esiti impensabili.…

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La via normativa al socialismo. Considerazioni sul libro di Axel Honneth “L’idea di socialismo”

di Lucio Cortella*

Nel 1989, alla caduta del muro di Berlino, Jürgen Habermas, scrivendo le sue riflessioni sulla “nachholende Revolution” (la “rivoluzione”, allora in atto in Germania e in tutta l’Europa orientale, il cui significato – secondo Habermas – era quello di rimediare [nachholen] agli errori della ormai consumata esperienza del cosiddetto “socialismo reale”), si chiedeva quale futuro potesse ancora avere un socialismo che rischiava di essere trascinato nel crollo del comunismo sovietico. Secondo il pensatore tedesco dalle ceneri di quell’esperienza poteva ancora essere salvato il nucleo essenziale, vale a dire «l’intuizione normativa di una vita comunitaria non violenta, che consente un’autonomia e un’autorealizzazione individuali non al prezzo ma sulla base della solidarietà e della giustizia». Insomma l’idea di una libertà nella solidarietà, di una libertà non “contro” gli altri ma “assieme agli altri”. Più che un modello di società quest’idea era da considerare – secondo Habermas – un correttivo critico dei nostri rapporti sociali ed economici, uno standard ideale col quale confrontare sperimentalmente i risultati e le conseguenze del capitalismo, «un’autocritica radicale e riformista della società capitalista» che «scomparirà solo insieme all’oggetto della sua critica».…

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