Il cardinal Martini e l'”Imitazione di Cristo”: due “fonti” per una rilettura del “fare la comunione”

di Andrea Grillo

Nel corso di questo ultimo biennio, sotto la stimolante pressione dei lavori sinodali sulla famiglia, abbiamo dovuto rileggere la tradizione del “fare la comunione” con la disponibilità a lasciarci interrogare sulle nostre abitudini più consolidate e sulle evidenze apparentemente indiscutibili.

Tra le voci che con maggiore autorevolezza si sono pronunciate ci sono stati tutti coloro che, a partire da papa Francesco, hanno riscoperto una considerazione della “comunione” non solo come “premio dei perfetti”, ma come “farmaco e rimedio per chi è in cammino”. Una comunione non solo come “pienezza e compimento”, ma anche come “pedagogia e medicina”.

Tra la parole più belle che abbiamo ascoltato in questo periodo risuonano ancora quelle che C. M. Martini disse nella sua ultima intervista, quando invitò la Chiesa che si interrogava sulla “comunione ai divorziati risposati” a “capovolgere la domanda”, a guardare la realtà della famiglia e della eucaristia in una diversa prospettiva. Ricordiamo le sue parole profetiche:

“Portiamo i sacramenti agli uomini che necessitano una nuova forza?…

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Riforma della Chiesa, riforma del papato

di Alberto Melloni

Il biennio sinodale sul tema della famiglia chiuso a fine ottobre 2015 ha mostrato dove era il punto debole di questo mezzo secolo di ricezione del Concilio.

Per decenni fra teologi e storici si sono disputate questioni che avevano immense conseguenze per la Chiesa e per la vita dei cristiani comuni: se uno le volesse elencare ricorrendo alle parole latine di questa o quella parte delle decisioni del Vaticano II che è stata oggetto di discussioni dovrebbe usare come titoli hierarchia veritatum, veritas salutaris, culmen et fons, collegium, subsistit in, bellum totale, sicut enim Christus, qui Spiritus Christi habentes ecc.

Eppure c’è un punto che sta all’origine di quel che è stato il Vaticano II, che sovrasta e sostiene tutte le grandi discussioni fatte di vita e di carne della Chiesa, e quelle piccine fatte di ermeneutiche e di stizze teologiche, che ha confermato la sua centralità: ed è quella legata a un termine usato da Giovanni XXIII il giorno d’inizio del Vaticano II.…

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Un Papa venuto prima della fine del mondo

di Raniero La Valle*

Vorrei partire da una frase detta da papa Francesco ai giornalisti nel viaggio in aereo di ritorno dall’Africa, il 30 novembre scorso. Bisogna stare molto attenti ai viaggi di papa Francesco. Le cose più importanti spesso avvengono nei viaggi, e negli incontri con i giornalisti negli aerei del ritorno si può trovare una sorta di evangelizzazione globale. Del resto il suo pontificato stesso è un viaggio. Per lui la Chiesa è una Chiesa che cammina. Per questo lui deve portare le scarpe nere. Senza le scarpe non si può stare davanti al gregge, e tanto meno in mezzo o dietro al gregge, come il pastore deve fare perché “il gregge ha il fiuto per trovare nuove strade”. L’immagine di Chiesa di papa Francesco è quella di un popolo in cammino. Perfino il Sinodo, che uno immaginerebbe come una assemblea di uomini seduti, il papa spiega che è “un camminare insieme”, come dice la parola greca; è un fare esodo, uomini e donne insieme, e non solo i ricchi ma anche i poveri.…

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La ricchezza sporca del Vaticano. Avarizia, il libro inchiesta di Emiliano Fittipaldi

di Luca Kocci

Se questa storia fosse accaduta quattro secoli fa, il Tribunale dell’inquisizione probabilmente avrebbe condannato al rogo il giornalista dell’Espresso Emiliano Fittipaldi, la sorte che toccò a centinaia di liberi pensatori, riformatori radicali e donne trasformate in streghe.

Oggi Fittipaldi – e con lui Gianluigi Nuzzi, autore di Via Crucis (Chiarelettere) – non corre più il rischio di essere arso sulla pubblica piazza, ma una pena detentiva dai 4 agli 8 anni, se il tribunale pontificio lo condannerà per un reato introdotto nel codice penale vaticano da papa Francesco nel luglio 2013: sottrazione e diffusione di documenti riservati.

L’eventualità pare improbabile: bisognerebbe provare che i giornalisti abbiano commesso il reato in territorio vaticano e, in caso di condanna, la Santa sede dovrebbe ottenere l’estradizione dall’Italia, aprendo un caso di proporzioni globali e certificando che la libertà di stampa non è gradita Oltretevere, anzi è una colpa da punire.

La responsabilità di questo processo surreale nei confronti dei giornalisti è Avarizia, il libro firmato da Fittipaldi e pubblicato da Feltrinelli che, come annunciato dal sottotitolo, presenta «le carte che svelano ricchezza, scandali e segreti della Chiesa di Francesco».…

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In una parola/ Il nemico (e noi)

di Alberto Leiss

Davvero vinceranno loro? I nostri nemici ? Coloro che hanno dichiarato guerra al “nostro modo di vivere”? Vinceranno, come da più parti è stato detto dopo Parigi, se anche noi ci sentiremo “in guerra”, coltivando odio, vendetta, desiderio di violenza. E’ un esito possibile. Si legge che in Francia il nazionalismo un po’ razzista della Le Pen vola nei sondaggi al 40%. E si vede come questo alimenti gli atteggiamenti bellicisti di Hollande, al canto della Marsigliese. Ma è abbastanza impressionante leggere in qualche articolo sull’incontro avuto da Renzi col presidente francese che però non sarebbe in alcun modo chiara la strategia che Hollande chiede di condividere agli alleati europei, a Putin, a Obama, per battere davvero il mostruoso Daesh e costruire la pace in Medioriente, in Africa e nel mondo. La prima battaglia credo vada combattuta dentro i nostri cervelli e i nostri cuori. Per capire al meglio chi è il nemico, e chi siamo noi, che cosa pensiamo e che cosa proviamo.…

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Che dio sei? La matriarca Rachele litiga con il Signore

di Stefan Zweig

Per l’ennesima volta i cittadini di Gerusalemme, caparbi e volubili, avevano dimenticato il patto sancito, per l’ennesima volta avevano recato offerte sanguinose agli idoli bronzei di Tiro e Ammone. Osarono persino porre l’immagine di Baal nella dimora stessa di Dio, quella dimora che Salomone, servo suo, aveva edificato per lui. Quando Dio vide che essi si permettevano di schernirlo nello spazio più intimo del santuario, la sua ira esplose implacabile. Tese la mano destra, e il suo grido squarciò i cieli. La sua pazienza era finita: avrebbe raso al suolo la città corrotta e disperso il suo popolo come strame ai quattro angoli della terra. Un tuono, e il terribile annuncio risuonò nell’infinito. La collera del Signore non giunse solo ai vivi, ma risvegliò persino i defunti nelle tombe. Quando quegli uomini venerabili persero coraggio, le loro anime vuote rabbrividirono davanti a Dio come erba calpestata, e non osarono più proferire parola contro la sua ira. Ormai ogni voce terrena taceva intimorita, quand’ecco che Rachele, la matriarca d’Israele, uscì sola dalla selva delle sue angosce.…

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