Il viaggio di Domenico Quirico alle origine del Grande Califfato
Il giorno in cui il progetto del Grande Califfato si palesò per la prima volta agli occhi di Domenico Quirico, poco lontano infuriava la battaglia: «Cristiano, tu non sai niente, il vero cambiamento è nelle mani di Dio – gli disse Abu Omar, l’emiro che lo teneva prigioniero in Siria – con l’aiuto di Dio noi spazzeremo via Bashar e uccideremo tutti gli alawiti, anche le donne e i bambini. Costruiremo, grazie a Dio Grande Misericordioso, il califfato di Siria. Poi sarà la volta degli altri capi traditori, in Giordania in Egitto in Arabia. Alla fine il Grande Califfato rinascerà, da al-Andalus fino all’Asia».
A quasi due anni da quelle giornate, parole che avrebbero potuto apparire visionarie paiono solidamente ancorate alla realtà: i compagni degli estremisti siriani che per cinque mesi tennero prigioniero Quirico hanno allargato il loro dominio, arrivando a conquistare mezzo Iraq e a minacciare la stessa capitale Bagdad.
Alle loro gesta si richiamano lupi solitari come i fratelli Khouaci, autori della strage a Charlie Hebdo, e Man Haron Monis, che ha tenuto l’Australia con il fiato sospeso minacciando la strage in una cioccolateria di Sidney.…
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