Costituzione di destra e questione cattolica

di Raniero La Valle

La nuova Costituzione di destra della Repubblica italiana è stata provvisoriamente approvata dalla Camera dei Deputati il 10 marzo scorso, e ancora non si sa perché. Dicesi “la nuova Costituzione” perché al di là dell’alto numero degli articoli modificati (più di 50), è l’intera figura della Repubblica che viene cambiata. È ciò che sostengono Bersani, Rosi Bindi e gli esponenti della minoranza del PD, che pure l’hanno votata; ed è ciò che risulta dal passaggio, per nulla secondario, dal bicameralismo al monocameralismo e dal cambiamento di verso del circuito della fiducia, che non correrà più in senso orario dal Parlamento al governo, ma in senso inverso fluirà dal capo del governo al Parlamento, ovvero ai parlamentari che, grazie alla legge elettorale in gestazione, saranno scelti da lui. Dicesi “di destra” perché nella tradizione linguistica e storica ciò che profitta alla discrezionalità e alla perpetuazione del potere è chiamato di destra, e ciò che profitta alla sovranità popolare e all’equilibrio e sindacabilità dei poteri è chiamato democratico se non di sinistra; e dicesi “di destra” perché la nuova Costituzione è stata scritta di concerto dal governo e dalla destra parlamentare, anche se il 10 marzo per una ripicca politica questa non l’ha votata.…

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25 aprile. “Da Mussolini ai delatori, il fascismo fu complice dello sterminio degli ebrei”

di Mario Portanova

Ci furono i Giusti, certo. Ma ci furono anche i carnefici. I carnefici italiani che, fino al 25 aprile del 1945, diedero il proprio contributo allo sterminio degli ebrei pianificato dalla Germania nazista. Dalle alte sfere del Regime fascista e repubblichino, con le sue milizie e bande più o meno inquadrate, a prefetti, questori e forze di polizia. Fino ai privati cittadini: i delatori che denunciavano le famiglie ebree nascoste – con anziani, donne, bambini – e i passatori del confine svizzero – gli scafisti di allora – che sulla carne umana destinata ad Auschwitz speculavano due volte. Incassando il compenso pattuito per l’attraversamento del confine della salvezza e subito dopo la taglia garantita a chi denunciava i fuggiaschi. “I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945″ è il titolo del libro di Simon Levis Sullam, storico dell’Università di Ca’ Foscari. Un lavoro di ricerca, pubblicato da Feltrinelli, che restituisce numeri, nomi, storie, documenti. Perché, scrive Sullam, su quelle vicende è sceso un “colpevole oblio“.…

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La lunga erosione della Costituzione

di Luciana Castellina

25 aprile. L’attacco contro la Costituzione si scatena perché la nostra società è passiva, privata di soggettività, estranea alla politica di cui non si sente, e non è, più protagonista

La cele­bra­zione delle date impor­tanti non è sem­pre uguale. Per­ché la memo­ria stessa è sog­getta alla sto­ria, e le cose si ricor­dano in modo diverso a seconda dei tempi. Tal­volta si è invece ripe­ti­tivi: è quando non ci sono par­ti­co­lari e nuove ragioni che spin­gono a ripen­sare l’evento com­me­mo­rato. E per­ciò resta un rituale. Quante volte nei tanti 8 marzo della mia vita mi è acca­duto di sbuf­fare per il fasti­dio della ripe­ti­ti­vità. Poi scop­piò il nuovo fem­mi­ni­smo e quella gior­nata si arric­chì di una carica inno­va­tiva che ci fece tor­nare con gioia a distri­buire mimose.

Per il 25 aprile non ho sbuf­fato mai, ma è vero che, pas­sato il peg­gio della guerra fredda — quando i governi dc arre­sta­vano i par­ti­giani, o quando arrivò Tam­broni — anche la Resi­stenza rimase spesso immo­bile.…

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La prima internazionale e i sindacati

di Karl Marx

I sindacati devono oggi imparare ad agire coscientemente come centri organizzatori della classe operaia nel grande interesse della sua emancipazione totale

Il capitale è una forza sociale concentrata, mentre dal canto suo l’operaio non dispone che della sua forza riproduttiva individuale. Perciò il contratto tra capitale e lavoro non può mai venir stabilito su basi eque (…). Il solo potere sociale che possiedono gli operai è il loro numero. La forza del numero è annullata dalla disunione. Quest’ultima tra gli operai è prodotta e perpetuata dalla concorrenza inevitabile fra loro stessi. I sindacati originariamente sono nati dagli esperimenti spontanei degli operai per superare la suddetta concorrenza o per lo meno per attenuarla, per mutare i termini del contratto (…). L’oggetto immediato dei sindacati è tuttavia limitato alle necessità delle lotte quotidiane, ai mezzi per difendersi contro gli attacchi del capitale, alle questioni salariali e della durata del lavoro (…). I sindacati si sono occupati finora troppo esclusivamente di lotte locali immediate contro il capitale e non hanno avuto sufficiente consapevolezza del loro potere d’azione contro il sistema della schiavitù del salariato.…

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La coscienza di Lucile

di Ghisi Grütter

Il manoscritto del romanzo di Irène Némirovsky Suite Francese, nella cornice dell’invasione tedesca, fu miracolosamente salvato dalla figlia e verrà pubblicato solo nel 2004. Si tratta di una sorta di “poema sinfonico” immaginato articolato in cinque parti, come una vera e propria suite musicale. Irène – che morirà a Auschwitz nel 1942 – ne scrive solo le prime due parti Temporale di Giugno e Dolce, e benché complete – presentano un inizio e una fine – possono essere lette come due novelle separate. Il romanzo ha ottenuto il prestigioso premio letterario Renaudot e tradotto in 40 lingue ha ricevuto un gran successo internazionale di pubblico. Siamo nel 1940 all’epoca della Seconda Guerra mondiale e lo scenario è fornito dalla cittadina Bussy-Saint-Georges a Ovest di Parigi nella fase dell’occupazione tedesca. Lucile – interpretata dalla bella Michelle Williams – vive con la suocera M.me Angellier – una sempre bravissima Kristin Scott Thomas – nella ricca villa di campagna, in attesa del ritorno del marito alla fine della guerra.…

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« La réaction des Européens sera un test révélateur pour les valeurs européennes »

Déclaration du Président de la Commission des Episcopats de l’Union Européenne (COMECE), le Cardinal Reinhard Marx, suite à la catastrophe en Méditerranée.

« On ne peut tolérer que la Mer Méditerranéenne devienne un grand cimetière ! » Tel fut l’appel du Pape François aux Etats européens pour un « soutien réciproque » et contre des « solutions particularistes », lors de son discours devant le Parlement Européen le 25 novembre 2014. La tragédie qui a coûté la vie à environ sept cent migrants dans les eaux de la Méditerranée dans la nuit de samedi nous rappelle ces paroles du Pape mais interroge également dans quelle mesure l’Union Européenne prend au sérieux les valeurs, si souvent évoquées, sur lesquelles elle est fondée. Cette nouvelle catastrophe en Méditerranée constitue un échec pour tout ce qui fait de l’Union Européenne une communauté de valeurs.

Alors que les chiffres ont encore été revus à la hausse, il apparaît que bien plus de 1000 migrants ont péri en Mer Méditerranée ces 10 derniers jours.…

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E per il mondo, misericordia

di Raniero La Valle

Come Giovanni XXIII spiazzò tutti quando nel giorno in cui si doveva concludere la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani convocò il Concilio Vaticano II, così Francesco ha spiazzato tutti quando nel giorno in cui si doveva celebrare il secondo anniversario dall’inizio del suo pontificato, ha indetto un Giubileo straordinario a partire dall’8 dicembre. In verità non solo c’è tra i due eventi una perfetta simmetria, ma il secondo fa seguito al primo con perfetta puntualità. Il Concilio è finito l’8 dicembre 1965, e dopo cinquant’anni di traversata nel deserto, l’8 dicembre 2015 esattamente dallo stesso punto esso riparte con il Giubileo della misericordia. Il litigio sulle ermeneutiche di continuità o di rottura è finito: sì, quelle ermeneutiche del Concilio ci sono, ha detto papa Francesco nell’intervista alla Civiltà Cattolica cinque mesi dopo l’elezione, “tuttavia una cosa è chiara: la dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell’oggi, che è stata propria del Concilio è assolutamente irreversibile”.…

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La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin

di Irene Gianeselli

Isidoro Raggiola non nasce di venerdì a mezzanotte, né si presenta in camicia come un David Copperfield qualunque. Isidoro viene al mondo fischiando. Per tutta Mattinella – il paese irpinese che si arrampica sull’osso pezzillo dell’Italia – il suo apparato fonatorio è un mistero: nonostante sia quello di un comune “guaglioncello”, possiede la capacità e il talento di raggiungere con involute peregrinazioni vette cristalline e liberatorie, proprio come un merlo.

Cosa può mai essere destinato ad un bimbo che esce dal grembo della madre fischiettando se non corse, ruzzoloni e canzoni rivoluzionarie?

La penna felice di Enrico Ianniello, al suo esordio narrativo edito da Feltrinelli con “La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin“, restituisce nella prima parte del romanzo tutta la grazia di una infanzia fatta di sguardi e gesti, fatta di parole che plasmano con gentilezza l’animo delicato di un bambino che affronta la pesantezza del mondo con la sua disarmante intelligenza: Isidoro usa il suo fischio per raccontare e dare significato, per costruire e ricostruire lo spazio fatto di persone e idee che lo circonda.…

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Spinoza secondo due contemporanei

di Francesca Bolino

Libretti, pezzetti di lenti tagliate e gli strumenti per pulirle. Un mantello, brache , lenzuola, camicie, colletti, fazoletti. Contanti ? Diciasette fiorini e otto soldi. Era il sobrio patrimonio patrimonio di Barruch, Benedetto, Spinoza morto in una stanzetta d’affitto a L’Aja il 21 febbraio 1677. Due biografie di contemporanei unite e tradotte per prima volta in italiano ci restituiscono l’uomo, il filosofo e i suoi ultimi giorni, demolendo false mitologie messe in giro per infangare l’immagine di un pacato razionalista che per questo venne espulso dalla comunità ebraica. Gli autori: Jean-Maximilien Lucas, giornalista e discepolo del filosofo, e Johannes Koehler (Colerus) pastore luterano che trovò a vivere pochi anni dopo nella casa in cui Spinoza morì.

Le vite di Spinoza, di J. Colerus e J. M. Lucas, Quodlibet editore, pagg. 224

(“La Repubblica”, 8 marzo 2015)…

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Rischio chiusura per la cattedra di Heidegger

di Maurizio Ferraris

L’Università di Friburgo abolirà ermeneutica e fenomenologia. Ma il mondo accademico si ribella

Lanciata il 9 marzo, una petizione, che ha già raccolto quasi duemila firme, fa il giro del mondo filosofico non solo tedesco. Reagisce contro la decisione della Università di Friburgo di sostituire la cattedra di filosofia che è stata di Husserl e di Heidegger (ma anche di Windelband, e di Rickert, e ora è tenuta da Gunter Figal), per sostituirla con una cattedra secondaria (Junior professur) di logica e di filosofia del linguaggio, che costerebbe la metà di quella attuale. Non dico che la chiusura equivalga alla chiusura della Scuola di Atene da parte di Giustiniano, ma certo appare meno motivata (dopotutto i filosofi erano pagani e l’imperatore era cristiano). Non è chiaro il vantaggio che deriverebbe dal sopprimere una cattedra su cui si sono avvicendati i maggiori esponenti del neokantismo, della fenomenologia e dell’ermeneutica. Dopotutto, anche da un punto di vista meramente opportunistico, è dubbio pensare che gli studenti vengano da tutto il mondo a Friburgo per seguire dei corsi di logica e filosofia del linguaggio: il vin du pays sono la fenomenologia e l’ermeneutica.…

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