Renzi e la scuola: demagogia e dilettantismo
Il 24 febbraio, nel discorso al Senato, aveva detto: «Chi di noi tutti i giorni ha incontrato insegnanti, educatori, mamme, sa perfettamente che c’è una richiesta straordinaria: restituire il valore sociale agli insegnanti, e questo non ha bisogno di riforme, denaro, commissioni di studio. Ma del rispetto per chi va quotidianamente nelle nostre classi e si assume il compito struggente di essere un collaboratore alla creazione di una creatività. Ci sono fior di studi che dicono che un territorio che investe sull’educazione cresce in maniera proporzionale». Da questa considerazione, un impegno preciso: «Tutte le settimane il mercoledì entrerò in una scuola diversa, mi recherò come facevo da sindaco nelle scuole per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per far capire che da lì riparte un Paese».
Da allora sono passati oltre 6 mesi. Un tempo durante il quale il premier non ha fatto che ribadire incessantemente la centralità della scuola, quasi a convincerci che le parole inverino fatti.…
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