L’abate rivoluzionario

di Salvatore Vento

La lettura dell’autobiografia di Giovanni Franzoni, che si autodefinisce “cattolico marginale”, è ricca di insegnamenti per capire l’evoluzione della Chiesa istituzionale nei rapporti con la contemporaneità, negli anni della generazione del ’68 e della contestazione. Essa è stata trascritta da dettatura registrata perché il protagonista – scrivono nella nota introduttiva Salvatore Ciccarello e Antonio Guagliumi, della Comunità cristiana di base di San Paolo (Roma) – ha perso quasi totalmente l’uso della vista. Alcune sue intuizioni di quarant’anni fa, come quella della libertà politica dei cattolici che a lui tanto costò, godono già ora di normale cittadinanza nella Chiesa; altre, come l’auspicio di una Chiesa povera e libera da interessi mondani, costituiscono il filo conduttore di papa Francesco. In questa prospettiva più che di un cattolico marginale, forse bisognerebbe parlare di uno dei tanti profeti che nella testimonianza del Vangelo hanno incontrato la verità nella storia. Non dobbiamo dimenticare che le “esperienze pastorali” di don Milani nel 1958 furono condannate dalla gerarchia cattolica e oggi il papa argentino, nell’assemblea sulla scuola, cita il priore di Barbiana come un esempio da seguire.…

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In una parola / Ammalorata

di Alberto Leiss

Qualche tempo fa, lavorando sul resoconto tecnico di alcuni lavori pubblici, mi sono imbattuto in un termine che mi ha affascinato e come ipnotizzato per qualche istante: ammalorata. Ammalorata era una strada, il cui asfalto risultava sconnesso, pieno di buche ecc. per cui era stato previsto un intervento per “rimettere in sicurezza” la viabilità in quel tratto. Lì per lì pensai ad una qualche propensione letteraria dell’ignoto estensore, immaginato come un Bartleby con tanto di mezze maniche scure, in un angolo di uno stanzone dell’assessorato alle strade, chino sul foglio protocollo con in mano una vecchia stilografica. Ho poi verificato che si tratta di un termine tecnico normalmente utilizzato, così definito dal dizionario Treccani: ammalorato significa guasto, deteriorato, ridotto in cattive condizioni, con riferimento particolare a opere murarie e pavimentazioni stradali.. Eppure ho continuato a avvertire in quella parola qualcosa di più di una semplice funzione identificativa di un danno materiale. L’idea che un malanno o un malore si è abbattuto su di noi per una fatalità avversa, ma forse anche per l’incapacità di reagire a questo pericolo con la necessaria forza d’animo e, per così dire, con prontezza e capacità operativa.…

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Una nuova narrazione

di Diarmuid O’Murchu

«La scienza non può risolvere il mistero ultimo della natura. Ed è così perché, in ultima istanza, noi stessi siamo parte del mistero che cerchiamo di risolvere» (Max Plank). (…).

«La gravitazione unisce tutto così strettamente che l’alienazione è un assurdo cosmologico» (Thomas Berry).

L’idea che il nostro mondo sia una rete interconnessa di relazioni è stata inizialmente espressa dal fisico Werner Heisenberg. Una nozione che probabilmente nessuno scienziato quantistico metterebbe in discussione.

Quando J. J. Thompson scoprì, negli anni ’90 del XIX secolo, che l’atomo è composto da particelle più piccole, non poteva immaginare di aprire un orizzonte misterioso di appartenenza e di interrelazionalità. La sua intenzione e il suo sogno erano esattamente l’opposto: scoprire gli ultimi (i più piccoli) mattoncini di cui sarebbe formato tutto ciò che esiste, una ricerca riduzionista delle unità più piccole di materia, delle parti che compongono la struttura della vita universale. Dal cercare le particelle elementari, che si supponeva (e molti ancora lo suppongono) fossero isolate e indipendenti, siamo passati a suddividere le particelle subatomiche.…

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L’innovazione dello Stato attivo

di Sara Farolfi

In Italia si è rinunciato da tempo a definire un piano di rilancio del sistema industriale. L’intervento pubblico oggi dovrebbe giocarsi intorno ai problemi climatici ma anche a quelli più sociali tipo i problemi demografici legati all’invecchiamento della popolazione. Intervista a Mariana Mazzucato

Economista, docente di Scienza e tecnologia all’Università del Sussex, Mariana Mazzucato era in Italia lunedì scorso per presentare, in un convegno organizzato all’Università La Sapienza, il suo ultimo libro, Lo Stato innovatore, appena tradotto da Laterza.

Nel suo libro lei ripropone il tema dell’azione pubblica in campo economico. Un’idea di Stato dunque visto non solo come arbitro dei conflitti tra privati, ma attivo e trasformativo. Può farci qualche esempio?

Il vecchio modo di pensare lo Stato come soggetto che interviene per affrontare i fallimenti del mercato è sbagliato. Il punto sostanziale del libro è che per essere attivo lo Stato deve avere un approccio giusto – quello che definisco un framework mission oriented, che definisce gli obiettivi di lungo termine, concentra gli sforzi di ricerca, stimola gli investimenti pubblici e privati e apre la strada a nuovi prodotti – altrimenti si può essere attivi, come avviene in Inghilterra, ma solo limitando gli investimenti a politiche di incentivi o di detassazione.…

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Il lavoro e la trappola della flessibilità

di Giuseppe Travaglini

Lo Stato dell’economia/Alla politica di moderazione salariale e alla crescente flessibilità del lavoro la risposta delle imprese è stata il disimpegno negli investimenti e nella ricerca Nel 1930 scriveva Keynes che in quegli anni, alla nozione secondo cui «se si paga meglio una persona la si rende più efficiente», si andava sostituendo la massima più moderna «per cui se si paga meglio una persona si rende il suo datore di lavoro più efficiente, forzandolo a scartare metodi ed impianti obsoleti … elevando così lo standard generale» (“The question of high wages”, The Political Quarterly, 1930). Viene da chiedersi: quanto è attuale questa riflessione? Se guardiamo alle trasformazioni in negativo della nostro sistema produttivo la risposta è: molto. Difatti, alla politica di moderazione salariale, all’introduzione del doppio livello di contrattazione e alla crescente flessibilità del lavoro la risposta delle imprese è stata il disimpegno negli investimenti reali e nella ricerca, con ricadute drammatica su produttività e salari. E dunque?…

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La P2 e i progetti di Gelli

di Nicola Tranfaglia

Più di uno studioso dell’Italia repubblicana, e chi scrive è tra questi, è convinto che il caso della P2, legato al maestro venerabile di una loggia massonica coperta, l’aretino Licio Gelli, sia un passaggio importante nella storia dell’ultimo settantennio. Ci sono nella storiografia italiana tre o quattro volumi che ne parlano. Forse il più interessante è costituito da “La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi” pubblicati tre anni fa da Chiare Lettere ma ad essi si aggiungono almeno l’intervista del giornalista Sandro Nero a Licio Gelli. “Parola di Venerabile” uscito nel 2006 dall’editore Aliberti, il “Dossier P2” pubblicato dalle edizioni Kaos nel momento di maggior successo politico di Silvio Berlusconi, nel 2008, i ricordi di Sandra Bonsanti usciti da “Chiare Lettere” l’anno scorso e infine il volume “Loggia P2” a cura di Giuseppe Amari e Anna Vinci, un libro collettivi con sei saggi di notevole interesse appena uscito dall’editore Castelvecchi che mi sento di consigliare ai miei lettori visto che permette, a mio avviso, un passo avanti importante, anche se forse non ancora decisivo, sul ruolo di Gelli e della sua loggia nella nostra storia repubblicana.…

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P2 e storia repubblicana: un’approssimazione

di Francesco M. Biscione

1. Manca ancora una storia della P2 che faccia tesoro della copiosa documentazione pubblicata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta e delle carte attinenti ai processi relativi a quel sodalizio massonico. Una lettura attenta di questa documentazione aiuterebbe a superare l’interpretazione prevalentemente complottistica del piduismo e a ricostruire le origini e gli sviluppi di quello che è stato un corpo vivo e reattivo che evolse all’interno di una crisi politica interna e internazionale, in grado di cogliere e interpretare i sintomi di irrigidimento del sistema politico che aveva costruito la democrazia in Italia e di ideare una strategia per la fuoruscita da quell’ambito politico. La stessa ascesa di Gelli all’interno della comunione massonica del Grande Oriente d’Italia nella prima metà degli anni Settanta mostra una serie di situazioni conflittuali. In molti tentarono, a più riprese, di bloccarne l’ascesa e il fatto che egli conseguì nel 1975 il grado di maestro venerabile della loggia coperta Propaganda 2 è da considerarsi un successo ragionevolmente insperabile.…

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Verdi e sinistra uniti contro l’austerità

di Luca Tancredi Barone

I rossi e i verdi/«Ora dobbiamo iniziare a mettere le basi per essere maggioranza tra cinque anni». Intervista all’eurodeputato spagnolo Ernest Urtasun

Ernest Urtasun, numero tre della lista della Sinistra Plurale, ed esponente del partito alleato di Izquierda Unida in Catalogna, Iniciativa Catalunya-Verds, è l’unico della delegazione di cinque eurodeputati della Sinistra Plurale che si iscriverà nei Verdi e non nel gruppo della Gue guidata da Tsipras. Ci racconta quali sono i prossimi passi dei due gruppi parlamentari di sinistra in Europa. «I risultati evidentemente non permettono di configurare una maggioranza di sinistra nel parlamento europeo», spiega. «Dobbiamo essere coscienti che il malessere in Europa lo hanno raccolto l’estrema destra e gli euroscettici».

E voi?

La sinistra è cresciuta globalmente, ma poco. Meno di quello che speravamo. Ora è importante iniziare a lavorare per configurare un blocco antiausterità nel Parlamento Europeo. E per cominciare a mettere le basi perché fra 5 anni possiamo essere maggioranza.

Verdi e Sinistra Europea lavoreranno assieme?…

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André Gorz rossoverde

di Luciana Castellina

I rossi e i verdi/È stato André Gorz a spiegare il nesso fra ecologismo e capitalismo: che il verde non poteva esser più pensato senza il rosso nè il rosso senza il verde

«L’impossibilità di proseguire sulla strada della crescita delle economie industriali, la distruzione del modello capitalistico di sviluppo e di consumo (…) rendevano necessario un cambiamento radicale delle tecniche e delle finalità della produzione. Le richieste ‘culturali’ del movimento ecologista si trovavano così oggettivamente fondate con l’urgente necessità di una rottura con l’industrialismo dominante e con la sua religione della crescita. L’ecologismo poteva dunque diventare un movimento politico poiché la difesa del mondo vissuto (…) si rivelava conforme all’interesse generale dell’umanità” (André Gorz, Ecologica, Jaca Book 2009). Nelle Tesi del Manifesto, del lontano 1970, qualcosa a proposito del consumismo come tratto nuovo e fondante di questa fase dello sviluppo capitalista, fu scritto. E così della dittatura che la produzione ormai esercitava dettando bisogni fittizi , a danno di quelli essenziali (che non consistono in beni merci ma in un altro modo di pensare alla società).…

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Renzi e il patto del Nazareno: caro Pd, l’allucinazione sei tu?

di Luisella Costamagna

Caro Partito Democratico, i tuoi elettori hanno passato gli anni berlusconiani nella convinzione che tu e i tuoi predecessori faceste opposizione, che ci fosse una differenza ideale (e morale) tra te e il centrodestra, che se le cose non riuscivi a farle era solo perché non avevi i numeri, ma una volta al governo…

Ora però non hai più alibi. Anzi, la cosa più grave (e triste) è che le tue scelte e vicende attuali riscrivano parte della tua storia, ridefiniscano quelli cui abbiamo assistito in passato appunto come “alibi”. Il timore, in chi ha creduto in te e ti ha votato – timore sempre più fondato –, è che non sia stato l’avvento di Renzi ad averti fatto #cambiareverso, bensì che questa sia solo un’operazione di maquillage per rivelarti agli italiani per quello che, in fondo, sei sempre stato. Renzi come la tua “operazione trasparenza”. E quello che si vede è tutt’altro che piacevole. Immagina com’è difficile, per chi per anni ha combattuto al tuo fianco contro Berlusconi, vederti ora stringere patti segreti con lui.…

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