Quale scomunica?

di Tonio Dell’Olio

La scomunica ai danni dei mafiosi si pone tra autoesclusione e misericordia. Da una parte, la scelta degli esponenti dei clan malavitosi di adorare nei fatti un altro dio che nulla ha a che vedere con il Dio di Gesù Cristo e, dall’altra parte, la disponibilità della comunità cristiana ad accompagnare tutte le persone in un cammino di pentimento e di una seria, sincera e profonda revisione di vita. Insomma di chiamare a conversione. Si tratta di un percorso che non ammette sconti di pena, di un cammino che non lascia spazio all’opportunismo. La giustizia (quella terrena) deve compiere il suo corso. Si tratta, cioè, di fare i conti con la propria coscienza, di riconciliarsi con la vita, di tornare a guardarsi allo specchio senza provare schifo. Il messaggio dei detenuti che in carcere fanno lo “sciopero” della Messa – ha ragione Saviano – non è solo una chiara presa di distanza dalla sfida lanciata da papa Francesco, ma un ulteriore segnale di fedeltà all’organizzazione di cui fanno parte.…

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Saper tacere

di Massimo Donà

Massimo Cacciari colpisce ancora nel segno. E lo fa con un volume intitolato “Labirinto filosofico” (Adelphi, pp.348, euro 38). Nelle intensissime pagine di quest’opera il filosofo veneziano tesse le reti di un percorso che va a comporsi in una sorta di summa organica in grado di rendere quanto mai chiaro il senso fondamentale del suo gesto filosofico. Il fatto è che sono ancora in molti a credere che la filosofia abbia come compito quello di rendere ragione del molteplice risalendo ad una sorta di unità originaria; ecco, proprio di fronte a questo schema, Cacciari intende mutare radicalmente prospettiva. Consentendoci di ritrovare la «meraviglia» che ha reso possibili le più labirintiche avventure dell’umana conoscenza.

A rendere ineludibile la fatica del concetto, non sarebbe dunque l’inspiegabile molteplicità del mondo, quanto l’inquietudine generata dall’immediatamente «evidente» unità delle cose tutte. Che la «cosa» sia una: questo, il vero mistero, per Cacciari.

È infatti proprio questa unità a farsi labirinto, non appena si cerchi di farla propria; in virtù di un’esperienza che ce la mostra immediatamente «ferita» (o differente) e, in quanto tale, costitutivamente molteplice.…

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Se Renzi vuole rottamare l’Unità?

di Valentino Parlato

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, starebbe per presentare al tribunale di Roma un’istanza di liquidazione del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Da un po’ di tempo sulla prima pagina dell’Unità (in fondo a destra) appare il seguente comunicato del comitato di redazione: “I giornalisti de L’Unità continuano lo sciopero delle firme. Mancano due giorni alla data dell’assemblea dei soci chiamata a far la scelta decisiva per la testata. Non accetteremo ulteriori rinvii. Il giornale non può permettersi di galleggiare, di restare ancora senza un vero piano industriale e chiari obiettivi di sviluppo, soprattutto alla vigilia dei mesi estivi”. La pubblicazione di questo comunicato sembra essersi interrotta mercoledì 4 giugno, ma ciò non toglie che sia segno non solo di crisi ma anche di forti dissensi nel Pd. Renzi starebbe per presentare al tribunale di Roma un’istanza di liquidazione dell’Unità. In altre parole un passo ufficiale per chiudere il giornale. Questa la pesante novità del nuovo corso del Pd dopo il suo straordinario successo elettorale.…

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Il divano di Freud e altre nevrosi

di Massimo Ammanniti

Una raccolta di memorie e ricordi di personaggi in cura dal padre della psicanalisi.

Quando ci riferiamo alla psicoanalisi, intendiamo in primo luogo una teoria psicologica che valorizza il mondo inconscio, ma anche le narrazioni cliniche dei pazienti che si sono distesi sul lettino psicoanalitico alla ricerca di sé stessi, come i famosi casi clinici di Freud, dal piccolo Hans a Dora, dall’Uomo dei lupi all’Uomo dei topi. E questi casi clinici, oltre ad aver contribuito all’avanzamento della teoria psicoanalitica, costituiscono vere opere letterarie con un ritmo narrativo ed una suspense in attesa di scoprire il mistero individuale.

Sull’altro versante ci si può chiedere come i pazienti abbiano vissuto e percepito la figura dello psicoanalista e l’ambiente curativo in cui sono entrati. Questo cambio di prospettiva, potremmo dire una vera anamorfosi, viene ora proposta da Lucilla Albano nel suo libro Il divano di Freud (Il Saggiatore; la prima edizione è del 1987) che raccoglie testimonianze e scritti di pazienti che si sono rivolti al grande Maestro.…

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Elezioni europee,una crisi di valori

di Donatella Della Porta

I risultati elettorali danno un forte segnale alle istituzioni europee, riflettendo la loro crisi di efficacia e di valori. Ma con questa nuova composizione del Parlamento, le critiche da sinistra a una Europa neoliberista possono trovare un nuovo spazio

Pur con diverse nuances interpretative, un’impressione ampiamente condivisa sui risultati elettorali è che essi riflettano una profonda crisi di efficacia, ma ancora di più di valori, delle istituzioni europee nel loro complesso (e non solo del parlamento europeo). L’elettorato ha innanzitutto penalizzato i conservatori del PPE, considerati come principali responsabili delle politiche di austerity. A prescindere dal loro sostanzioso declino in voti e in seggi, i Popolari europei si trovano a gestire un gruppo parlamentare sempre più eterogeneo e, in parte, per loro stessa ammissione, imbarazzante, sia nelle prese di posizione euroscettiche, che in termini di problemi di etica politica. Basti pensare che il partito di Berlusconi, seppure in caduta libera, diventa fondamentale per vantare quella superiorità numerica rispetto ai socialisti che permette a Juncker di vantarsi di essere arrivato primo.…

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Rifondiamo dal basso quest’Europa delle élite

di Ulrich Beck

L’Europa è un moving target ; l’Europa come tale non esiste. C’è soltanto un processo di europeizzazione. Gli stranieri diventano indigeni, nascono nuove istituzioni politiche, altre mutano. Le elezioni europee lo hanno di nuovo dimostrato, in modo sorprendente. Sono stati soprattutto i socialdemocratici a tentare di democratizzare le elezioni europee con l’indicazione di candidati di punta per la carica di presidente della Commissione europea. In questo modo questa carica ottiene una ben diversa legittimazione e rilevanza. Ciò incontra l’opposizione nel Consiglio dei capi di governo eletti democraticamente, il cui spazio di negoziazione viene in tal modo limitato. Non solo: le loro scelte in materia di presidenza della Commissione si rivelano non trasparenti e non democratiche. Perciò, assistiamo a un conflitto tra due democrazie — cioè tra la democrazia a livello europeo e la democrazia a livello nazionale. È in gioco il potere del Parlamento europeo e dei capi di governo. Nessuno lo aveva messo in conto. Ora questo balzo in avanti nella democratizzazione deve essere completato.…

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La sera andavo al Colle, nell’oasi segreta di Pertini

di Eugenio Scalfari

Escono i diari postumi di Antonio Maccanico sugli anni al Quirinale col presidente. Nella prefazione Scalfari ricorda i dialoghi a tre dell’epoca: tra leggerezza e drammi. Eravamo molto giovani quando ci conoscemmo. Ci piacevano le ragazze ma a quell’epoca non era facile farci l’amore, le portavamo al cinema o nelle sere di bel tempo a spasso nei parchi romani, Villa Borghese, il Pincio, il Gianicolo, qualche bacio e i desideri dell’età che però restavano insoddisfatti. Poi ci raccontavamo le nostre imprese infiocchettandole di particolari inesistenti. Eravamo nati lo stesso anno, il 1924, lui in agosto ad Avellino, io a Civitavecchia in aprile.

Se fosse vivo starebbero per scadere i novant’anni per lui, ma purtroppo se ne è andato da quasi un anno e ne ha fatte di cose nella sua lunga vita. Le nostre carriere sono state molto diverse ma si sono spesso intrecciate e la nostra amicizia è diventata sempre più intima. Conoscemmo le stesse persone, votammo quasi sempre per lo stesso partito, almeno fino a quando visse Ugo La Malfa.…

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Ernesto Buonaiuti.Appello per la riabilitazione

Un appello alle gerarchie ecclesiastiche, ma anche al mondo laico, per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti, importante esponente del modernismo cattolico, teologo e storico della Chiesa di grande valore, innovatore ed anticipatore di molti temi e sensibilità che sarebbero maturati negli anni del Concilio. È l’appello promosso da Vittorio Bellavite, portavoce della sezione Italiana di Noi Siamo Chiesa, e Gian Franco Monaca, redattore di Tempi di Fraternità, che ha raggiunto già circa 200 firme di preti e laici, associazioni e movimenti, riviste, storici, teologi e intellettuali, giornalisti, esponenti del mondo cattolico e no.

Ordinato prete nel 1903, Buonaiuti fondò a soli 24 anni la Rivista storico-critica delle scienze teologiche e successivamente diresse la rivista Ricerche religiose. Entrambe vennero poste all’Indice e il 25 gennaio 1925 Buonaiuti venne colpito da scomunica, soprattutto a causa del suo sostegno alle tesi moderniste.

Ordinario di Storia del cristianesimo alla Sapienza di Roma, poté, nonostante la scomunica, esercitare comunque la libera docenza universitaria. Ma le sue posizioni anticoncordatarie resero impossibile, dopo il 1929, la prosecuzione della carriera universitaria: il regime fascista lo esonerò dall’insegnamento assegnandolo a compiti extra-accademici.…

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Il disagio della democrazia

di Stefano Petrucciani

È da qualche settimana presente sugli scaffali delle librerie il nuovo libro di Stefano Petrucciani, Democrazia (Einaudi). Quella che qui vi forniamo è un’anticipazione del testo, che l’autore ci ha gentilmente concesso di pubblicare.

Un ragionamento sullo stato di salute della democrazia oggi[1] non può che partire da un incontestato dato di fatto: il tasso di credibilità ovvero la fiducia che i cittadini nutrono nelle istituzioni tradizionali della democrazia rappresentativa scende di anno in anno sempre più basso[2]. Alla questione sono stati dedicati, nell’ultimo quindicennio, molti studi politologi anche empirici[3], e oggi si può dire che essa sia esplosa in tutta la sua forza e la sua drammaticità. La sfiducia, lo scontento, il disagio, sono messi in evidenza dai più attenti politologi (mi riferisco rispettivamente a Rosanvallon, Mastropaolo, Galli[4]); ma non ce ne sarebbe bisogno, perché il fenomeno risulta ormai del tutto evidente e manifesto. E non si tratta, giova precisarlo, solo di una questione italiana: anche se da noi la crisi è certamente più acuta, essa è da molto tempo oggetto di studi ad ampio spettro che indagano panorami internazionali.…

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Filosofia e guerra nel lavoro di Grégoire Chamayou

di Riccardo Antoniucci

Dopo aver in “Les chasses à l’homme” (2010) scritto la storia delle operazioni di caccia all’uomo, il giovane filosofo francese Grégoire Chamayou è passato con “Théorie du drone” ad analizzare gli effetti derivanti dalla nuova tecnologia militare del drone. Dividendo la sua analisi nella consueta tripartizione disciplinare foucaultiana (sapere, potere, sé), Chamayou ricostruisce il profilo non solo di una tecnologia militare, non solo di una tecnica di guerra, ma di un vero e proprio dispositivo di potere(-sapere) che assicura e rinforza la forma occidentale contemporanea di governo.

Chiunque abbia subito, una volta o l’altra, il fascino del celebre aforisma nietzscheano circa la necessità che la filosofia si trasformi un campo di battaglia non potrà non apprezzare l’ultimo lavoro di Grégoire Chamayou (Théorie du drone, La Fabrique, 2013)* quando dimostra che, specularmente, un campo di battaglia può fare da base per l’esercizio della attività filosofica.

Come il precedente Les chasses à l’homme (in italiano Le cacce all’uomo, Manifestolibri, 2010), anche questo lavoro si rifà a un approccio multidisciplinare, al limite tra la filosofia e il reportage giornalistico, che forse non sarebbe errato definire “inchiesta teorica” e che accresce l’interesse per l’attività di questo giovane filosofo classe 1976.…

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