Gli sfollati di Mossul

di Tonio Dell’Olio

Mossul per numero di abitanti è la seconda città dell’Iraq. Da due giorni è stata conquistata dalle forze dell’Isis, jahidisti che hanno messo a ferro e fuoco quella città. Gli osservatori non riescono ancora a dire quanti siano i morti e i feriti, ma parlano di mezzo milione di abitanti che sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e la stessa città. Un dramma, una tragedia. Un’altra. Un’altra in quella terra. Piaghe aperte che si possono curare (o almeno provare a lenire) anche da questa parte del mondo. Con l’informazione, con la solidarietà… Perché non vogliamo cadere nella trappola di un’altra guerra e rifiutiamo l’idea che la violenza continui a mietere vittime innocenti.

(www.mosaicodipace.it , 13 giugno 2014)…

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Nadine Gordimer, l'”africana bianca”

di Anna Maria Crispino

Per un’appassionata lettrice come me, incontrare una scrittrice di cui si conoscono i libri è un’esperienza allo stesso tempo esaltante e spiazzante. Quando poi capita di incontrala non in un’occasione consueta, quale quella che si può presentare ad una giornalista mandata a intervistare la scrittrice straniera in tour promozionale in Italia, ma a casa sua, nel suo paese, allora l’esperienza si conserva in un angolino del cuore dove si ripongono le cose preziose, come in uno scrigno. Mi è capitato con Nadine Gordimer, morta poche ore fa a Johannesburg, all’età di 90 anni.

L’annuncio è un colpo al cuore, pur sapendo che era malata, perché oltre che una grande scrittrice Nadine Gordimer era un monumento, un’icona, l’esempio in carne ed ossa di come capire, pensare, agire a partire da sé – lei, sudafricana bianca, anzi “africana bianca”, così amava definirsi – può produrre una di quelle eccezionali singolarità che dimostrano come un altro mondo sia possibile. L’avevo intervistata a Milano alla fine degli anni Ottanta, prima che le assegnassero il Nobel (1991), quando ancora il Sudafrica dell’apartheid teneva Nelson Mandela in carcere e la sua sembrava una nobile utopia: mettere fine al segregazionismo nel suo Paese, creare una società in cui bianchi, neri e coloured potessero convivere.…

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Bel Paese di somari

di Riccardo Staglianò

Siamo tra gli ultimi per diplomati e laureati ma primi per docenti anziani. L’aggiornamento degli adulti è inesistente. Eppure investire in istruzione, come fanno Francia, Germania e Regno Unito, è la chiave per tornare a crescere.

Dovunque il vantaggio di essere pochi è che si trova posto. Tranne che in Italia. «I nostri laureati sono circa la metà della media Ocse, quella dei Paesi più sviluppati. Non dovrebbe essere difficile piazzarli. E invece abbiamo una disoccupazione intellettuale tra le più alte. Un terzo dei nostri ingegneri, per dire, è costretto a emigrare. E non solo loro» esordisce Giovanni Solimine, autore di Il costo dell’ignoranza (Laterza).

In un’involontaria conferma della tesi del suo libro, la conversazione si svolge in una stanzetta presa a prestito da una collega perché è più tranquilla di quella che il direttore della Scuola di specializzazione in beni archivistici e librari della Sapienza di Roma divide con altri tre prof. Non c’è bisogno di citare la filiale qatariota dell’americana Georgetown University, con i suoi marmi e le sue archistar, per apprezzare la differenza.…

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Se la Cina sorpassa un’America distratta

di Gianni Riotta

Thomas Polgar, ultimo capo della Cia a Saigon e uno degli ultimi americani a lasciare la capitale del Vietnam nei giorni della disfatta 1975, scomparso da poche settimane a 91 anni, amava dire: «Abbiamo perso la guerra in Vietnam per il golpe in Cile e la guerra del Kippur». A chi chiedeva stupito, come un colpo di Stato in America Latina e una guerra in Medio Oriente del 1973, avessero innescato una sconfitta nel Sud-Est asiatico, Polgar spiegava tranquillo che il Congresso, furioso per l’appoggio della Cia e del segretario di Stato Kissinger al golpe di Pinochet, non concedeva più spazi di manovra, civili o militari, al Vietnam, e che l’impegno economico per sostenere Israele dopo il Kippur, nel pieno della crisi energetica del petrolio, impedì ogni resistenza in Vietnam.

Avesse torto o ragione su Saigon, il metodo della vecchia spia Polgar è spesso utile. Fatti lontani nel presente, si rivelano cruciali causa ed effetto nella storia. Noi viviamo giorni storici, il mondo che ne nasce sarà diverso da quel che immaginiamo.…

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Un mistico e uno scrittore si chiedono cosa c’è oltre la vita

di Corrado Augias

Da che mondo è mondo ogni civiltà umana, ad ogni latitudine, si è posta la domanda di che cosa succeda dopo la morte. Uscita definitiva? Transito verso un’esistenza diversa? Un’attesa? Il ritorno ad un luogo originario? Esiste una risposta a queste domande? Massimo Polidoro (esperto di psicologia dell’insolito) e Marco Vannini, noto studioso di mistica, hanno dialogato a lungo sull’argomento. Il risultato è racchiuso nelle 240 pagine del loro Indagine sulla vita eterna.

Indagine è una parola appropriata. I due autori ripercorrono e si potrebbe dire illuminano alcune delle principali credenze che si sono succedute da quando i faraoni egiziani erano certi di traghettare, dopo il trapasso, in una condizione parallela; evocano le oscurità dell’Ade, regno greco-romano delle ombre in qualche modo ripreso anche da Dante nel viaggio della Commedia – fatte salve ovviamente le varianti apportate dal cristianesimo. Nell’ebraismo un’idea di eternità dell’anima non esiste.

L’anima è un concetto platonico diffusosi, in Occidente, con la cultura ellenistica.…

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Avrei fatto bene a leggere 100 volte di meno

di Antonella Barina

Ripubblicato I libri della mia vita di Henry Miller: confessioni e ricordi ricchi di provocazioni.

«Un libro abbandonato su uno scaffale è una munizione sprecata» scrive Henry Miller, lettore d’eccezione, che predilige leggere nelle situazioni più scomode. Come nei quattro anni in cui lavorò per un cementificio: «Nei viaggi di andata e ritorno dal lavoro lessi i libri più “pesanti”. In piedi, schiacciato da tutte le parti da pendolari come me. Durante questi tragitti sulla sopraelevata, non soltanto leggevo, ma imparavo a memoria lunghi passi di quei massicci volumi. Un prezioso esercizio nell’arte della concentrazione».

Divoratore di libri (e di vita), scrittore di potente forza d’urto, Miller si è sempre nutrito dei giganti della letteratura, da Sant’Agostino a Boccaccio a Dostoevskij a Joyce a Thomas Mann, ma anche di autori di nicchia, come l’eccentrico John Cowper Powys o il saggio Krishnamurti o l’avventuriero Blaise Cendrars… Annotando i volumi «smodatamente » (parola sua), trascrivendone interi brani, gridando ai quattro venti la scoperta di un’opera vitale.…

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Hitler, si replica: nuovo viaggio dentro l’orrore

di Massimiliano Panarari

Lo scrittore Giuseppe Genna sulle tracce di Breivik, l’autore della strage in Norvegia che ricorda il creatore del nazismo.

Giuseppe Genna continua il suo viaggio al termine della notte. Dopo aver affrontato Hitler, lo scrittore milanese fa uscire “La vita umana sul pianeta Terra” (Strade blu Mondadori), dove ingaggia un corpo a corpo con un mostro criminale postmoderno. Anders Behring Breivik, il terrorista norvegese che il 22 luglio del 2011 si macchiò della strage di 69 giovani riuniti sull’isola di Utøya, nel lago Tyrifjorden a sud di Oslo, per una summer school del Partito laburista.

Questa nuova esplorazione dell’estremo e dell’orrore avviene mediante un «ufo letterario», un oggetto narrativo non identificato nel quale mescola auto-fiction (con l’autore che agisce dentro al suo romanzo-realtà) e non fiction. La biografia di questo figuro, squilibrato di estrema destra ma anche figlio idealtipico di un certo spirito di questi nostri tempi, diventa l’occasione per una disamina, inquieta e complicata, del capolinea a cui pare essere giunto l’Occidente.…

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Patto Renzi-Berlusconi, il modello “super-premier” senza opposizione

di Marco Travaglio

Le riforme in 10 punti: dall’Italicum all’elezione del capo dello Stato, passando per informazione e immunità parlamentare; se il pacchetto istituzionale passerà diventa quasi certa la “svolta autoritaria” paventata dai giuristi di Libertà e Giustizia, senza più opposizione nè controlli.

Unendo i puntini delle varie riforme vaganti tra governo e Parlamento, costituzionali e ordinarie, ma anche di certe prassi quotidiane passate sotto silenzio per trasformarsi subito in precedenti pericolosi, come le continue interferenze del Quirinale nell’autonomia del Parlamento, della magistratura e della stampa, viene fuori un disegno che inquieta. Una democrazia verticale, cioè ben poco democratica: sconosciuta, anzi opposta ai principi ispiratori della Costituzione, fondata invece su un assetto orizzontale in ossequio alla separazione e all’equilibrio dei poteri. Ce n’è abbastanza per dare ragione all’allarme inascoltato dei giuristi di Libertà e Giustizia sulla “svolta autoritaria”.

All’insaputa del popolo italiano, mai consultato sulla riscrittura della Costituzione, e fors’anche di molti parlamentari ignoranti o distratti, il combinato disposto di leggi, decreti e prassi – di per sé all’apparenza innocue – rischia di costruire un sistema illiberale e piduista fondato sullo strapotere del più forte e sul depotenziamento degli organi di controllo e garanzia.…

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La Madonna della mafia

di Don Aldo Antonelli*

Guardo la foto e leggo il contesto. Un madonna, intronizzata come regina, incorniciata in una raggiera dorata, portata a spalle da una masnada di giovanotti biancovestiti, nel caos festante di una folla accalcata che non si capisce bene se prega, canta o chicchiericcia. Osservo la foto e mi chiedo quale rapporto può esserci tra questa “Madonna Regnante” e la semplice, umile ragazza di Nazareth di cui narrano i Vangeli. Mi domando come possa essere accaduto che colei che nel Magnificat inneggia al Dio che “depone i potenti dai troni”, possa a sua volta sedere su un trono ed essere chiamata “Regina”! Come possa essere beffardamente ricoperta di ori e di argento la Madre di Colui che comandò ai suoi discepoli di non portare con sé né oro, né argento.

Siamo di fronte ad una metamorfosi depravata e deformante, funzionale ad una società auto-referente e lontana anni luce da quell’espressione di fede, coscienza critica della società, che la teologia più attenta vorrebbe evidenziare.…

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Teoria del camminare

di Francesca Bolino

Moltissimi studiosi di meccanica hanno elaborato migliaia di teoremi sul movimento applicato agli oggetti, spiegato il movimento degli astri, descritto i capricci delle maree, ma nessuno ha pensato di studiare le leggi del movimento applicate all’uomo. Era il 1833 quando apparve la Théorie de la démarche firmata da Balzac, un saggetto psico-sociologico sul movimento umano, apparentemente estraneo alla Comédie humaine. In realtà riflessioni sul tema appartengono alla grandiosa osservazione dell’umanità sviluppata nella Comédie: “Ogni movimento effettuato tradisce un vizio o una cattiva educazione”.

Honoré de Balzac, Teoria del camminare, Elliot editore, 2014 (trad. di Carla Quercia)

(“La Repubblica”, 11 maggio 2014, p.42)…

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