Dall’Italicum nubi sul futuro della democrazia

di Guido Bodrato

La sentenza della Corte che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum (perché assegnava un esorbitante premio di maggioranza alla coalizione vincente, ma anche perché si caratterizzava per liste bloccate che permettevano ai partiti di “nominare” i parlamentari, sottraendo questa scelta agli elettori), ha lasciato in campo un sistema proporzionale “puro” che potrebbe favore la frantumazione della rappresentanza parlamentare rendendo più difficile la governabilità. Non a caso nel 1953 la DC aveva proposto di correggere la legge proporzionale con un premio di maggioranza da assegnare alla coalizione con più del 50% dei voti. Quella riforma, che l’opposizione aveva considerato una “legge truffa”, non è stata applicata per poche migliaia di voti. La Corte costituzionale ha sfidato i partiti che si erano dimostrati incapaci di fare la riforma elettorale, e quella decisione è stata “uno schiaffo” per partiti interessati a conservare il Porcellum. Matteo Renzi ha reagito alla sfida, e dopo il plebiscito che lo ha eletto leader del PD, ha posto la riforma elettorale al primo posto nella sua strategia di cambiamento: ha presentato un ventaglio di proposte caratterizzate dall’obiettivo del bipolarismo, ha avviato una verifica con i partiti, ha stretto un patto con Silvio Berlusconi per garantire l’iter parlamentare di una proposta che si propone di rafforzare il bipolarismo, di portare il governo “fuori della palude”.…

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Ribelli per amore, la “Resistenza” di cattolici e cristiani

di Luca Rolandi

Il 25 aprile rievoca storie di martirio e testimonianza cristiana di laici e religiosi che si sono spesi per la libertà delle generazioni future.

La “Resistenza” cattolica e cristiana contro il nazifascismo ma anche la lotta contro tutti i totalitarismi, anche quelli espressi dalle ronde vendicative comuniste nei paesi occidentali, rappresentano un esempio di testimonianza cristiana fino al martirio che ha coinvolto centinaia di religiosi, presbiteri e laici in Italia e in Europa. Nel giorno del ricordo della Liberazione è importante ricordare storie e di eroica cristianità di donne e uomini, alcuni già riconosciuti dalla Chiesa beati che hanno sacrificato la loro vita per le generazioni future.

I partigiani bianchi “ribelli per amore”

“Nella tortura, Signore, serra le nostre labbra. Spezzaci, non lasciarci piegare. Ti preghiamo, Signore, noi ribelli per amore”. È una delle più note frasi di “Ribelli per amore”, la preghiera dei partigiani composta da Teresio Olivelli, partigiano cattolico, oggi servo di Dio, morto il 22 gennaio 1945 nel lager nazista di Hersbruck.…

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Contro la democrazia maggioritaria

di Alfio Mastropaolo

Anche se su di esso in Italia da quasi un ventennio si concentra ossessivamente l’attenzione da all’incirca un quarto di secolo, il sistema elettorale non è tutto. È solo uno dei tanti tasselli di quel complicato edificio che è il governo di un paese. Sono i politici – o gli specialisti del ramo – che alimentano l’ossessione. I secondi con qualche buona ragione, perché è di questi discorsi che campano. I primi perché vogliono distogliere l’attenzione da problemi più seri e dalle loro responsabilità. Resta il fatto che l’Italia ha al momento il problema di darsi un sistema elettorale. Fino a ieri ne aveva uno democraticamente indecente – la legge Calderoli – che la Corte costituzionale ha potato severamente, ma la legislazione elettorale di risulta non pare la più funzionale. Anzi, potrebbe produrre gravi danni alla luce della polarizzazione esasperata determinatasi negli ultimi vent’anni tra le forze politiche, la quale richiama quella degli anni ‘20 dello scorso secolo, più che quella degli ‘40-’50, quando alla guida del paese c’erano forze politiche ideologicamente divaricate, antagoniste, ma anche fortemente responsabili, vuoi per intrinseca convinzione, vuoi in ragione delle pressioni esterne.…

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Intellettuali e contadini alla macchia per la libertà

di Dino Messina

Una scelta morale prima ancora che politica. È questo il senso dell’epopea della Resistenza che viene fuori dalle pagine di “Cento ragazzi e un capitano” , il saggio di Pier Giorgio Ardeni che racconta i venti mesi di guerra partigiana sulle montagne dell’alto Reno (Bologna) concentrandosi sui ragazzi delle brigate Giustizia e Libertà e della Matteotti. Alcuni di loro ebbero il privilegio di entrare a fianco delle truppe alleate nella Bologna liberata.

Una storia non agiografica quella scritta da Ardeni (appena pubblicata dall’editore Pendragon, pp. 476, e 28) che ha avuto una motivazione biografica (il padre dell’autore, Sisto, era uno di quei giovani sbandati dell’esercito italiano che non volevano più combattere per il fascismo), ma soprattutto una spinta scientifica. Studiando i flussi migratori della comunità di Gaggio Montano e di Porretta Terme per una ricerca dell’Università di Bologna, dove insegna Economia dello sviluppo, Ardeni si è imbattuto nei pochi fuoriusciti antifascisti che furono i primi punti di riferimento delle spontanee aggregazioni partigiane dopo l’8 settembre 1943.…

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Gesù e la donna dei cinque mariti

di Raniero La Valle

Della comunione ai cattolici che dopo un divorzio vivono un secondo matrimonio, ormai si discute in tutta la Chiesa. La decisione sarà presa dal Sinodo dei vescovi, ma è adesso che se ne stanno ponendo le premesse dopo le caute aperture del Papa e l’ipotesi fatta al Concistoro dal cardinale Kasper,  di una riammissione all’eucaristia dei divorziati risposati dopo un percorso penitenziale, sulla scia della Chiesa antica e in sintonia con la Chiesa ortodossa orientale.

Al di là della soluzione proposta, l’approccio del cardinale Kasper è di straordinario valore: da un lato perché dalla dottrina dell’indissolubilità oggi vigente  egli torna alla fonte da cui è scaturita, cioè al Vangelo che “non è una legge scritta ma è la grazia dello Spirito Santo” (lo diceva pure san Tommaso), e dall’altro perché mette in guardia rispetto a una prassi ecclesiale che a partire dalla negazione dell’eucaristia ai genitori divorziati, rischia di separare dai sacramenti e dalla fede i loro figli, così che “perderemo anche la prossima generazione, e forse pure quella dopo”.…

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La federazione europea c’è, ora ci vuole democrazia

di Raniero La Valle

Bandiera dell´Unione (EU Flag)

Potrebbe essere uno sterile esercizio cercare di fare previsioni su quello che sarà l’esito delle prossime elezioni europee, perché le elezioni non sono un fattore determinante del futuro europeo. Lo sarebbero se le istituzioni europee fossero istituzioni democratiche, perché allora il voto degli elettori deciderebbe del governo e della politica, come avviene nelle democrazie e come avviene ancora da noi. Ma le istituzioni europee non sono democratiche, non c’è una Costituzione europea, ci sono solo dei trattati internazionali fatti dai governi su misura dei mercati, e con il voto di maggio non si potrà nemmeno decidere se a fare il presidente della Commissione dovrà essere il tedesco socialdemocratico Schulz o il greco di sinistra Tsipras, perché pur tenendo conto dei risultati elettorali e delle preferenze del Parlamento di Bruxelles, a decidere su chi comanda in Europa resteranno i governi, e naturalmente i più forti tra loro.

Certo, sarà interessante vedere che seguito potrà avere la nuova lista di sinistra “L’Altra Europa” capeggiata da Tsipras, nel momento in cui quella che fu la sinistra italiana è dispersa tra l’elettorato grillino, ciò che resta del PD catturato nell’avventura personalista di Renzi, l’ex sinistra democristiana rottamata nel centrosinistra e le varie anime della cosiddetta sinistra alternativa.…

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Balcani, lo specchio del fallimento d’Europa

di Emilio Molinari

Farewell to Croatia

Se qualcuno in vista delle elezioni europee volesse capire qualcosa di più del lato oscuro dell’Unione Europea, tra il Fiscal compact e il vincolo del 3%, dovrebbe piantarla di guardare a Berlino. Dovrebbe prendersi una settimana di ferie e trascorrerla in Bosnia: a Zenica, Tuzla e soprattutto a Sarajevo, dove la protesta, questa volta sociale e operaia, attraversa le divisioni della guerra e della pulizia etnica.

Andare a Sarajevo viaggiando nella storia. Da dove 100 anni fa il colpo di pistola di Gavrilo Princip dava il via alle due guerre mondiali, partorite dall’Europa del laissez faire capitalista, dei nazionalismi e del fallimento delle socialdemocrazie. Il secolo delle grandi mattanze, ma anche del pensiero che accantona il liberismo dalle Costituzioni e giura di fare dell’Europa un continente unito, in pace e senza razzismi. A Sarajevo inizia il ‘900 e a Sarajevo finisce tra le macerie il sogno di poter vivere assieme tra diverse culture. Quello nei Balcani sarebbe un viaggio negli omissis democratici e di sinistra, che non sono solo le foibe, ma secoli di storia.…

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Democrazia, il Parlamento non basta

di Luciana Castellina

Che adesso, attraverso il voto, sia possibile indicare chi dovrà essere presidente della Commissione europea è un passo in avanti nella democratizzazione dell’Unione. Che tale elezione sia ora il frutto di una maggioranza parlamentare politicizza la scelta, finalmente sottratta al rito falsamente neutrale secondo cui fino ad oggi i governi, pur diversi fra loro, si accordavano sul nome più adatto. Un meccanismo che esasperava ulteriormente la presunzione su cui si basa la costruzione comunitaria, secondo cui quanto muove ogni decisione sarebbe procedimento puramente tecnico.

EU flag at the European ParliamentE tuttavia che sia sufficiente accrescere i poteri del Parlamento per democratizzare la Ue è ipotesi francamente un po’ semplicista. Ci vuole ben altro.

Innanzitutto per la buona ragione che sin dalla sua nascita, nel ’57, ma in modo più evidente con l’introduzione dell’art. 102 del Trattato di Maastricht del ’93 (nella sua sostanza pienamente recepito dagli atti fondamentali successivi), si è tolto alla politica il potere di regolare gran parte della vita della Comunità (e dunque valore a ogni decisione parlamentare).…

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“Renzi è senza futuro. Si all’alleanza Civati-Tsipras”. Intervista a Stefano Rodotà

di Andrea Malaguti

«Ormai il dibattito politico è schiacciato su una logica inaccettabile».

Quale, Professor Rodotà?

«Quella per cui se Renzi fallisce è tutto finito. Una descrizione catastrofista voluta per non disturbarlo».

Andrebbe disturbato?

«Per me il progetto a cui ha dato vita è già finito. Siamo passati dalle larghe alle piccole intese. Renzi è bravo dialetticamente, è veloce, ma quale visione politica ha? E soprattutto quale maggioranza? Se ne può discutere o lo si deve considerare fideisticamente il Salvatore della Patria?».

Due milioni di elettori del Pd alle primarie gli hanno dato fiducia.

«Renzi è diventato segretario del partito solo perché il Pd non c’era più da molto tempo. Ha vinto senza bisogno di combattere. E lui si è preso tutto quello che si poteva prendere in una città morta. Ma governare non sarà altrettanto semplice».

Renzi, la ricostruisce questa città morta o ne fonda una nuova con lo stesso marchio?

«Ne fonda una nuova. Lo ha già fatto. È evidente».…

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Eguaglianza e inclusione in Italia e in Europa

di Raniero La Valle

Brussels, Belgium 097 - The Atomiun

Le elezioni per il Parlamento europeo avvengono nel segno di un rovesciamento. Il sogno dell’Europa unita si sta trasformando in un incubo. In Grecia le famiglie devono scegliere se comprare la luce, il cibo o le medicine. In Italia imprenditori si suicidano perché nessuno paga i loro crediti. In Francia e in altri Paesi fondatori della Comunità europea il principale emigrante è diventato il lavoro, che va dove è più abbondante ed è meno pagato e non ha alcun diritto. L’ideale politico dell’Europa unita, che avrebbe dovuto realizzarsi col superamento degli Stati nazionali e l’instaurazione della pace, è naufragato in un arretramento della politica che ha ceduto all’economia, alla finanza e al denaro, nel frattempo diventato euro, il governo della società e la sovranità che dai popoli europei avrebbe dovuto passare al popolo dell’Europa. In questo contesto le politiche antisociali di rigore imposte dagli organi comunitari in ossequio ai mercati finanziari stanno producendo, in gran parte dell’Unione, una recessione che pesa interamente sui ceti più deboli, provocando un aumento della povertà e della disoccupazione e una riduzione delle prestazioni dello Stato sociale.…

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