Dall’Italicum nubi sul futuro della democrazia
La sentenza della Corte che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum (perché assegnava un esorbitante premio di maggioranza alla coalizione vincente, ma anche perché si caratterizzava per liste bloccate che permettevano ai partiti di “nominare” i parlamentari, sottraendo questa scelta agli elettori), ha lasciato in campo un sistema proporzionale “puro” che potrebbe favore la frantumazione della rappresentanza parlamentare rendendo più difficile la governabilità. Non a caso nel 1953 la DC aveva proposto di correggere la legge proporzionale con un premio di maggioranza da assegnare alla coalizione con più del 50% dei voti. Quella riforma, che l’opposizione aveva considerato una “legge truffa”, non è stata applicata per poche migliaia di voti. La Corte costituzionale ha sfidato i partiti che si erano dimostrati incapaci di fare la riforma elettorale, e quella decisione è stata “uno schiaffo” per partiti interessati a conservare il Porcellum. Matteo Renzi ha reagito alla sfida, e dopo il plebiscito che lo ha eletto leader del PD, ha posto la riforma elettorale al primo posto nella sua strategia di cambiamento: ha presentato un ventaglio di proposte caratterizzate dall’obiettivo del bipolarismo, ha avviato una verifica con i partiti, ha stretto un patto con Silvio Berlusconi per garantire l’iter parlamentare di una proposta che si propone di rafforzare il bipolarismo, di portare il governo “fuori della palude”.…
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