Siate cristiani squilibrati

di Tonio Dell’Olio

Un incontro semplice, franco e sincero. Quasi una riunione di famiglia. A seguito di nostra richiesta, Papa Francesco ieri pomeriggio ha ricevuto una delegazione della Pro Civitate Christiana di Assisi. Non era facile raccontare in poche frasi ad un Papa “venuto dalla fine del mondo” il lungo cammino di una comunità che ben prima del Concilio intese rendere i laici protagonisti dell’annuncio nelle sue varie forme. Sembra quasi superfluo aggiungere che sdoganare la predicazione dall’esclusività clericale, rivolgersi ai lontani, seminare i germi di una fede adulta, coltivare il gusto della bellezza e del pensare… è pane quotidiano per Papa Francesco. Per questo la sintonia è stata totale, bella, sincera. Una sala del Pensionato di Santa Marta in cui un gruppo di persone si sono raccontate, hanno chiesto, soprattutto hanno ascoltato. Perché sopra ogni altra considerazione e persino al di là delle parole che, pure, il Papa ha rivolto, mi ha colpito la sua capacità di saper ascoltare. Poi ha parlato dei rischi del benessere materiale e spirituale inteso come imborghesimento “dei credenti in poltrona”.…

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Guerra, politica e preghiera

di Raniero La Valle

Quando si muovono le flotte, si minacciano bombardamenti, si schierano i missili e ci sono di mezzo gli Stati Uniti e la Russia, c’è di mezzo una guerra mondiale. È la seconda volta che un papa ci si mette di traverso e (forse) riesce a evitarla. La prima volta fu con Giovanni XXIII, quando stava cominciando il Concilio, e il pomo della discordia era Cuba, e lui riuscì a salvare la pace. Ne venne poi fuori uno dei più straordinari documenti del magistero pontificio, la Pacem in terris, che riguardo alla guerra giusta, ai diritti, alla pari dignità della donna, alla libertà di coscienza, al costituzionalismo e all’ONU metteva la Chiesa in un luogo diverso da dove era sempre stata.

La seconda volta è ora con papa Francesco, quando siamo all’inizio del suo pontificato e il pomo della discordia è la Siria e lui è riuscito, finora, a fermare la guerra. Ne è anche venuta fuori una delle più alte azioni pastorali del ministero pontificio, la veglia di quattro ore dei centomila in piazza san Pietro, che riguardo al rapporto tra papa e popolo, tra parola e silenzio, tra devozione privata e liturgia pubblica e tra preghiera inerme e politica armata, ha dato alla Chiesa un’esperienza di fede quale forse non aveva mai avuto.…

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Soluzione politica

di Vincenzo Ortolina

Not My PresidentI berlusconiani pretendono dunque una soluzione “politica”. Che tenga conto del fatto che il “Cavaliere” è il capo (il “padrone”, in verità) del centrodestra, e che, conseguentemente, non può essere “fatto fuori” per via giudiziaria. Qualunque cosa abbia combinato. Pretesa  discutibilissima questa, naturalmente, in uno Stato di diritto, ove tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Tutti tranne Silvio, invece? Non sono certo un costituzionalista, e neppure un giurista, ma credo vada da sé, poi, che il Senato (come anche la Camera) non può costituire una sorta di quarto livello di giudizio. Dopo il tribunale ordinario, la corte d’appello, la corte di cassazione. Se così fosse, avremmo inventato un qualcosa non previsto nella Costituzione. La “Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari”, che dovrà istruire la pratica per l’aula,  non è pertanto un organo giurisdizionale, con buona pace di Schifani, il quale, ciurlando un poco nel manico, come si suol dire,  ne paragona invece i componenti a dei giudici (sarebbe un “collegio” di ben 23 soggetti!)…

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La morte di Enrico Chiavacci teologo e parroco

di Mariangela Meraviglia

All’autrice è stato chiesto, da numerosi amici, un ricordo del teologo fiorentino spentosi alcuni giorni fa. Come l’autrice ricorda, don Chiavacci è stata una delle voci più apprezzate della teologia italiana del Novecento. Il Concilio Vaticano II è stato il suo orizzonte di riferimento. La sua è stata “una teologia come tentativo di tradurre il Vangelo nella vita e con la vita”.

 

All’inizio di ogni lezione o conferenza si sorrideva per quegli intercalari caratteristici che davano avvio al suo parlare: «Lor signori non sanno…»; «Per svolgere convenientemente questo argomento dovrei avere sei mesi…». Espressioni spese per indicare l’estrema complessità dei problemi che venivano di volta in volta affrontati e che di fatto il professor don Enrico Chiavacci, mancato lo scorso 25 agosto,  affrontava con competenza e intelligenza che si imponevano a chi lo ascoltava: e anche il sorriso che sorgeva spontaneo era un sorriso di stima e di simpatia, che accompagnava l’attesa di un contributo di sicuro valore.…

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Lettera aperta al nuovo ordinario militare

di Antonio Lombardi*

Caro fratello vescovo mons. Marcianò, è di oggi la notizia della sua nomina a nuovo Ordinario Militare. Non ce la  faccio a congratularmi con lei, perché considero una sconfitta per un cristiano  entrare nei ranghi delle forze armate e per di più entrarci attraverso la porta  della Chiesa. Al suo predecessore, mons. Pelvi, avevo scritto alcune lettere per  aprire un dialogo sul senso evangelico dei cappellani militari, ma è stato  sempre un monologo: non ho mai ricevuto risposta. Mi auguro miglior fortuna con  lei. Riducendo al massimo la questione, osservo che il personale delle forze armate  ha sì diritto all’assistenza spirituale, ma senza che coloro che la prestano  accedano ai ranghi militari, diventino cioè organici ad un’istituzione nata ed  esistente per fare la guerra. Anzi, restandone fuori, essi avrebbero la  possibilità di assumere uno sguardo critico più libero, di essere essi stessi  esempio di nonviolenza, che rifugge dalle attività belliche e da tutto ciò che  ne costituisce supporto e strumento.…

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La grande riforma…per finta.Confessione di un solitario dissidente Pd

di Franco Monaco La disciplina di gruppo e di partito è un valore cui sono sensibile. La politica è azione collettiva, la cui efficacia nei regimi democratici dipende anche dai numeri. È la ragione per la quale si dà vita ad associazioni politiche (gli stessi partiti, giuridicamente, sono appunto associazioni a fine politico) nelle quali, per definizione, si decide di rinunciare a qualcosa di sé, del proprio punto di vista, per dare efficacia al fine comune. Nella convinzione che, nel calcolo costi-benefici, ne valga la pena. È la ragione per la quale diffido di chi, ad ogni passo, evoca ragioni di coscienza che autorizzerebbero a sottrarsi al vincolo di solidarietà di partito o di gruppo.Ciò detto, devo confessare che, in coscienza, eccezionalmente, non me la sono sentita di dare il mio voto alla legge costituzionale che, in deroga alla procedura ordinaria fissata nell’art. 138, istituisce il Comitato per le riforme costituzionali e ne stabilisce tempi, metodo e procedure. L’ho fatto in forma discreta, senza clamore, non partecipando al voto finale.…

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La lettera di Esquivel a Obama

Lettera aperta al Presidente Barack Hussein Obama

Ascolta il clamore dei popoli ! La situazione in Siria è preoccupante e una volta di più gli Stati Uniti, erigendosi a gendarmi del mondo, pretendono di invadere la Siria in nome della “Liberta’” e dei “Diritti Umani”.

Il tuo predecessore George W. Bush nella sua follia messianica seppe strumentalizzare il fondamentalismo religioso per intraprendere le guerre messianiche in Afganistan e in Irak.  Quando dichiarava che conversava con Dio, e che Dio gli diceva che doveva attaccare l’Irak, lo faceva perché era il giudizio di Dio quello di esportare la “libertà” nel mondo.

Tu hai parlato, in occasione dei 50 anni della morte del Reverendo Luther King, anche lui Premio Nobel per la Pace, della necessità di portare a termine il “Sogno” della tavola condivisa, di colui che era la più significativa espressione della lotta per i diritti civili contro il razzismo nella principale democrazia schiavista del mondo. Luther King fu un uomo che dette la propria vita per dare la vita, e per questo è un martire del nostro tempo.…

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La punizione

di Raniero La Valle

L’altra volta fu diverso. Gli Stati Uniti bombardavano il Vietnam, Nixon veniva a  Roma per vantarsi del sostegno del papa, Paolo VI aveva scelto la neutralità e perciò non condannava la guerra americana. Fu allora che una numerosa schiera di cristiani delle comunità di base, freschi di Concilio, si misero in cammino verso piazza san Pietro per chiedere alla Chiesa di opporsi alla guerra e di togliere ogni alibi ai bombardamenti punitivi sul Vietnam del Nord. Ma arrivati al colonnato, trovarono la polizia italiana che impedì loro l’accesso alla piazza e li respinse. Questa volta invece è il papa che convoca a piazza San Pietro cristiani di base e di vertice, credenti di altre fedi e di nessuna fede per fermare l’offensiva aerea che gli Stati Uniti e la Francia hanno indetto contro la Siria, ancora una volta non offrendo al mondo arabo altro che la guerra.

Dunque il papato è cambiato, la Chiesa ha capito, così come l’aveva invitata a fare il cardinale Lercaro (ciò che non gli fu perdonato), che “la sua via non è la neutralità ma la profezia”: già con Giovanni Paolo II del resto la Chiesa cattolica aveva trovato il coraggio di rompere il fronte occidentale opponendosi all’aggressione alla Iugoslavia e ai due conflitti del Golfo.…

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