Monarchia papale addio? Una campagna per il decentramento della Chiesa

di Claudia Fanti

Se la speranza di una nuova primavera ecclesiale si fa strada con forza e convinzione crescenti in larghissima parte della Chiesa cattolica, da più parti si attendono ora i primi frutti concreti della nuova stagione. È allora con ben altro ottimismo che viene espressa la richiesta di riforme, e di una riforma complessiva e profonda della Chiesa (richiesta divenuta via via sempre più forte durante il lungo inverno dei pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI), malgrado la cautela di alcuni e la non superata diffidenza di alcuni altri. È in questo quadro che si pone la campagna Catholic Church Reform (www.catholicchurchreform.com o, in spagnolo, www.IglesiaCatolicaReforma.com) promossa da gruppi degli Stati Uniti – a cui se ne sono subito aggiunti altri dalla Spagna, come Redes Cristianas e il forum dei preti di Bizkaia – diretta ad ottenere l’elezione dei vescovi da parte delle Chiese locali, come nella più antica tradizione della Chiesa. Così, in una lettera a Bergoglio e al consiglio di cardinali incaricato dal papa di elaborare un progetto di riforma della Curia (v.…

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Non va imposto chi non è voluto

di Redes Cristianas

Habemus Papam1. La recente elezione di papa Francesco come nuovo vescovo di Roma ha scatenato molte congetture sulle nomine episcopali in diverse diocesi il cui vescovo ha raggiunto il limite d’età stabilito dalla normativa romana per tale tipo di incarico. L’allarme è scattato soprattutto a Madrid, dove la sostituzione del cardinale Rouco Varela interessa a sua volta direttamente la guida della Conferenza episcopale spagnola, da lui stesso esercitata. Come solitamente occorre in queste occasioni, si stanno già facendo alcuni nomi, sulla base della realtà o per sondare il terreno, nomi che, indipendentemnte dall’ideologia e dalla traiettoria personale, rappresenterebbero, secondo Redes Cristianas, un grosso errore, ripudiabile democraticamente perlomeno per difetto di forma.

2. Per quanto il Vaticano II offra un’immagine di vescovo dotato teologicamente di ogni sorta di virtù, ben protette peraltro giuridicamente, è indubitabile il ridimensionamento di questa figura all’interno del corpo sociale della Chiesa uscita dal Concilio. Il vescovo non è la pietra angolare della Chiesa, lo è Cristo; il vescovo è un cristiano come gli altri il cui compito si situa nel campo dei servizi di cui, secondo la Costituzione Dogmatica Lumen Gentium, la Chiesa ha bisogno per continuare a funzionare.…

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Le non-esistenze dei precari a vita

di Ilaria Lucaroni

Gente normale.. Normal peopleNel dibattito sul reddito garantito c’è una incomprensione di fondo per cui chi promuove il reddito da lavoro non si rende conto che, pur senza cartellini da timbrare, i precari lavorano eccome.

Affrontando il tema del reddito minimo in contrapposizione al reddito di cittadinanza nel concetto di reddito collegato o meno al lavoro, Sbilanciamoci ha dato la possibilità di aprire un dibattito che sino ad oggi correva su binari paralleli, ognuno con le proprie teorie più o meno innovative.

Tralasciando la sintesi delle varie posizioni che è possibile leggere direttamente sul sito, già in un precedente articolo avevo “staccato” il reddito dal concetto di lavoro come produzione di beni mercantilistici rifacendomi ai lavori di Vercelloni e Baronian (il primo degli autori ha preso parte al dibattito con un contributo insieme a Fumagalli, di cui condivido il contenuto).

Inevitabilmente per affrontare il tema si finisce nel nostro campo: ossia l’essere precari, vita precaria, lavori precari, tanto studio, ottime specializzazioni, curricula lunghi come tesine, referenze ed una montagna di ore lavoro che settimana per settimana si disperdono nel vuoto.…

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Partiti o comitati elettorali?

di Rossana Rossanda

The Funny Side of Italian Parties

La requisitoria contro i partiti, fatta propria da amici carissimi oltre che cittadini specchiati, come Marco Revelli, è approdata sul loro esponente più fragile, il Partito democratico, dimostrando che l’esito ne è la trasformazione del partito in semplice comitato elettorale. Che cos’era un partito se non un’idea e proposta di società, fatta propria da una parte di essa, come dice la stessa parola, e presentata a una popolazione composta da parti sociali diverse e anche opposte? È in questo senso che la Costituzione del ’48 indica nei partiti, aggregati per idee e interessi, gli strumenti tipici della democrazia, i “corpi intermedi che organizzano la riflessione fra la società e lo stato, e attraverso le elezioni ne esprimono la frazione maggioritaria”. Con un solo limite, il patto costituzionale, entro il quale e senza uscirne i partiti sono liberi di muoversi e modificarsi.

Questo impianto del pensiero politico moderno sta saltando dal 1989 in poi con la crisi dei partiti comunisti e di quel “compromesso keynesiano”, che era nato dopo il disastro economico del ’29, il sorgere dei fascismi e la seconda guerra mondiale.…

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Il Cavaliere piangente

di Rossana Rossanda

È stato assai benevolo l’ascolto dello show di Berlusconi sabato scorso da parte del Colle e di Palazzo Chigi, Napolitano e Letta, seguiti da tutta la stampa hanno sentito solamente che il Cavaliere non intende far cadere il governo. Sono stati incredibilmente sordi su tutto il resto, i soli a non aver sentito che egli ha definito l’attuale Repubblica un regime, una dittatura, insultando non solo la magistratura ma tutto l’assetto istituzionale, considerando la magistratura semplicemente il braccio armato della sinistra che sta mettendo a rischio la libertà di tutti.

Il cavaliere piangente ma insolente ha dunque ripetuto che “boia chi molla”, lui non mollerà e che per ora regge il governo come la corda regge l’impiccato. Lo regge finché eseguirà i due o tre ordini che gli ha dato, abolire Imu e Iva e riscrivere la Costituzione in tema di giustizia.

In un altro paese, queste parole dette da un cittadino condannato in terzo grado per reati comuni, ne avrebbero prodotto l’arresto da parte dei carabinieri, da noi le più alte cariche dello stato ne hanno elogiato la moderatezza.…

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Guerre sessuali, guerre civili, altre guerre

di Alberto Leiss

Una delle cose per me più irritanti, di cui sono pieni i giornali (e altri media) è l’uso del termine “guerra civile” per descrivere le vicissitudini della politica italiana nell’ultimo ventennio. Ora che – per una specie di scherzo della storia (un contributo importante a questo esito l’ha dato anche un comico di professione) – esiste un governo cosiddetto di “larghe intese” (in realtà i partiti che lo sostengono rappresentano una minoranza dei cittadini-elettori) da più parti si invoca la “pacificazione”. L’ultimo a minacciare l’incrudimento della “guerra civile” – dopo la sentenza che ha definitivamente condannato Berlusconi – è stato il politico-poeta Bondi. Siamo veramente al comico, al limite tra farsa e tragedia, anche se non è mai piacevole vedere un uomo condannato. Se poi il condannato è un politico, non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che sarebbe suo dovere passare la mano. Oso immaginare che, alla fine, sarà proprio quello che farà persino Berlusconi. Nonostante il fatto che il più intelligente dei suoi “intellettuali organici”, Giuliano Ferrara, si affanni a spiegarci che il suo ruolo sarebbe speciale al punto da renderne insostituibile la leadership.…

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Quale costo per la ripresa mondiale?

di Federico Caffè

Pochi mesi or sono, un importante settimanale economico di reputazione e circolazione internazionale, “The Economist”, esaminò attentamente quali pericoli vi fossero che il mondo si incamminasse verso una crisi di proporzioni analoghe a quelle del 1929. Le considerazioni di allora, pur sottolineando le radicali difformità degli assetti economici degli anni trenta e di quelli odierni, erano sostanzialmente improntate al pessimismo. Più di recente, lo stesso periodico s’è posto il problema del prossimo boom mondiale, che sarebbe già in vista e che comporterebbe il pericolo di sfuggir di mano; nel senso di tradursi in generalizzato surriscaldamento e in accentuazione delle spinte inflazionistiche. Non meno dell’economia mondiale, che sembra avviarsi verso un periodo di alternanze ravvicinate di rapide espansioni e di drastiche contrazioni, con conseguenti politiche di freno-spinta, anche le opinioni degli indagatori del futuro immediato sono soggette a fasi di pessimismo e di ottimismo. Già nelle note economiche di questo stesso giornale, del resto, è stato puntualmente rilevato, con riguardo alle vicende congiunturali del nostro Paese, che prevale attualmente la tendenza al rosa.…

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