Consiglio Supremo di Difesa:un comunicato incostituzionale

di G.K.Zanetta

“Tale facoltà del Parlamento non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’Esecutivo” Questa è la frase incriminata del comunicato del Quirinale con cui si dà atto delle discussioni avvenute all’interno del Consiglio Supremo di Difesa lo scorso 3 luglio. La facoltà del Parlamento cui fa riferimento il comunicato in parola riguarda la possibilità conoscitive e di eventuale sindacato spettanti alle commissioni parlamentari competenti in materia di difesa.

Ora, va senz’altro riconosciuto che la frase citata può suonare sibillina e di difficile interpretazione. Non a caso essa è stata redatta in tal modo. Alcuni costituzionalisti, tipo Ceccanti sull’Huffington Post, l’hanno considerata di non particolare gravità (con un’analisi però un poco superficiale). Chi scrive ritiene, invece, che essa sia inaccettabile perché non tiene conto, al contrario di quanto il comunicato stesso asserisce, del modo in cui la Costituzione tratta un simile ordine di problemi, sia dal punto di vista dell’organizzazione sistematica dei rapporti tra i poteri dello Stato disegnata dalla Costituzione sia dal punto di vista più particolare della materia della difesa.…

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Lampedusa

di Raniero La Valle

Lampedusa

Non era affatto facile andare a Lampedusa. L’aveva detto qualche giorno prima papa Francesco in un’omelia a Santa Marta, parlando dei modi per raggiungere Dio: non serve un corso di aggiornamento, aveva detto, “per toccare il Dio vivo bisogna uscire per la strada, andando a cercare, a trovare, ad accostarsi alle piaghe di chi è povero, debole, emarginato. Una cosa non semplice, né naturale”.

No, non era semplice, né naturale, come primo viaggio fuori diocesi prendere la strada del mare, solcare con i pescatori quelle acque divenute tomba dei poveri, spargervi i fiori della pietà, sbarcare al molo Favarolo, incontrare quei migranti, quei superstiti che per molti non dovrebbero nemmeno esistere: per le leggi dello Stato italiano, gestite da quel ministro degli interni che voleva andare a pavoneggiarsi a Lampedusa accanto al papa, si tratta di “clandestini”, contro cui è in corso “una lotta”, per gestire la quale è stata creata apposta una “direzione centrale dell’immigrazione e della polizia di frontiera”; si tratta di gente che viene ad arenarsi sul bagnasciuga di quell’ultimo lembo di terra su cui l’Europa è attestata per difendere il suo privilegio, si tratta di profughi, del popolo delle barche, di disperati che fuggono i tormenti dei loro Paesi, che si affidano al ricatto dei battellieri, che si aggrappano a un gommone, e che se sopravvivono sono salvati per essere tradotti in quei campi di detenzione che prima abbiamo chiamato “centri di permanenza temporanea” e poi, con la chiarezza tipica del linguaggio della Lega, “centri di identificazione e di espulsione”: i respingimenti, altro che andare a baciare le piaghe del povero.…

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La Urbinati pensa di lasciare i “saggi”. “Se il Pd salva Silvio io mollo tutto”

di Matteo Pucciarelli

«Per ora continuo a combattere, ma se il Pd dovesse salvare Berlusconi allora mollo tutto», spiega la politologa Nadia Urbinati, anche lei nel gruppo dei 35 saggi per le riforme. Che si sono ridotti a 34 con l’abbandono della costituzionalista Lorenza Carlassare, in segno di protesta contro il blocco dei lavori parlamentari di mercoledì scorso voluto dal Pdl e avallato dai democratici.

Si è trovata d’accordo con la decisione della sua collega? «Ci siamo parlate e scambiate delle mail. Sin dall’inizio la Carlassare aveva mostrato delle insicurezze e delle tensioni circa il nostro lavoro. Che in parte vivo anche io. Però penso che andarsene adesso significhi lasciare maggiori spazi e margini di manovra a chi nel comitato ha delle visioni diverse dalla nostra». 

Quindi lei per ora resiste…

«Mi faccio questa domanda: lasciare il campo oppure presidiarlo? Non è il momento dell’intransigenza, almeno per me. Nonostante viva un tumulto interiore, in mezzo a due fuochi: i miei principi da una parte, il dovere di difenderli dall’altro». …

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La vera relazione al d.d.l.

di Raniero La Valle

È in corso un attacco alla Repubblica e alla Costituzione; non parlo del precipitare verso il presidenzialismo che è di tutto il PDL, degli ex fascisti e di una parte consistente anche del Partito democratico: questo si discuterà quando si entrerà nel merito delle riforme costituzionali. Parlo della legge costituzionale che detta nuove e fantasiose procedure per la modifica della Costituzione, che il governo Letta d’accordo con Napolitano ha purtroppo presentato come uno dei punti fondamentali del suo programma e che, con arbitraria procedura d’urgenza, è in questo momento in discussione al Senato. Tale legge non è una legge che direttamente modifica la Costituzione, ma la “deroga”, in quanto prescrive una procedura non costituzionale per la revisione costituzionale; è una legge di modifica che sarà la madre di tutte le modifiche e che perciò giustamente dai Comitati Dossetti è stata chiamata “legge grimaldello”. Si tratta infatti dell’arma che mancava per le agognate riforme della Seconda parte della Costituzione, la quale, finora, grazie agli strumenti di garanzia che la presidiano, ha resistito a tutti i venti e le maree.…

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Pax Christi: no F-35

Comunicato di Pax Christi Italia

L’Italia compra 90 cacciabombardieri F-35. Sono davvero indispensabili? “Secondo noi, no. Non comprendiamo come sia compatibile un cacciabombardiere, che serve ad attaccare più che a difendersi, col ripudio della guerra dettato dalla Costituzione”. Sono parole di mons. Giovanni Giudici, Presidente di Pax Christi Italia e Vescovo di Pavia. Poche parole (intervista a Famiglia Cristiana del 23 giugno 2013) che riassumono bene la valutazione del progetto F35, in vista delle discussioni parlamentari dei prossimi giorni Pax Christi Italia fin dall’inizio si è sempre espressa in modo chiaro contro il progetto degli F-35, in piena continuità con l’impegno per il disarmo, contro ogni guerra e ogni violenza, sottolineando come sia invece indispensabile una scelta di nonviolenza, e anche di un modello diverso di difesa non basato sulle armi e sulla guerra. Anche alla luce delle molte guerre che abbiamo ancora davanti agli occhi in questi giorni, Pax Christi ribadisce il no alla guerra come ‘avventura senza ritorno’ (Giovanni Paolo II), e condannata da Giovanni XXIII nella Pacem in Terris: ‘alienum est a ratione’ (contrario alla ragione).…

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Il fantasma di Livorno capitale del carpe diem

di Concita De Gregorio

Nessuno, nella vita e nelle arti, ha mai saputo dire cosa sia Livorno. Di cosa sia fatto quello stato d’animo in bilico fra menefreghismo, orgoglio e consapevolezza dell’umana vanità che fa dei livornesi anche analfabeti gli esemplari umani più vicini ai vecchi sapienti del mondo antico e allo stesso tempo, i più incredibili scialaquatori di ogni forma di ricchezza. Un carpe diem fatto di fatalismo, di abbronzatura da campionati di gabbione ai bagni Lido.

Simone Lenzi – livornese , che canta e compone testi per i Virginiana Miller, che ha scritto un libro da cui Paolo Virzì ha tratto un film – racconta questo. Cosa c’è di magnetico in un posto pieno di tutto quello che manca; cosa spinge allo scialo anche quando non abbiamo nulla, l’importante è la salute e fare il bagno in mare. L’inaudita protervia di un miliardario di governo, qui, si misura in quello che mangia a cena, “cee, dugento aragoste e sciampagn”, e si sa che delle cee – avenotti di anguilla – è proibita la pesca.…

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Ratzinger e Bergoglio

di Orazio La Rocca

Un libro che risponde ai due grandi quesiti circolati tra credenti e non credenti dopo la rinuncia di Benedetto XVI. E vale a dire: quali sono i veri motivi che hanno spinto Joseph Ratzinger a farsi da parte? E a quali sfide deve far fronte papa Francesco per ridare spinta e vigore alla Chiesa Cattolica?

Tematiche complesse e affascinanti sollevate dal vaticanista Paolo Rodari nel suo ultimo libro La Chiesa ferita. Papa Francesco e le sfide del futuro. Un volume che, nel parlare di Ratzinger e Bergoglio, alla fine mette a nudo il difficile rapporto che c’è tra fede e contemporaneità. Ecco quindi domande come “dove andrà la Chiesa dopo gli anni travolgenti di Woityla e quelli più rigorosi di Benedetto XVI?”, si chiede Rodari dando quasi una chiave di lettura all’intero volume.

Prima di tutto, “una sfida immensa attende il nuovo Papa, guidare il rinnovamento e affrontare gli scandali che scuotano la Chiesa con prelati e sacerdoti accusati di pedofilia, comunione ai divorziati, celibato del clero, sacerdozio femminile”.…

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Solo misericordia

di Raniero La Valle

Finalmente abbiamo un pastore che invece di parlare di principi non negoziabili (con cui non si mangia, direbbe Berlusconi) o condannare “comportamenti devianti” (ciò che già nongli perdonano), ci dà una buona notizia, una buonissima notizia. Quel pastore è il papa Francesco, e la buona notizia, l’ “evangelo”, è che Dio è misericordia.

Questa di per sé è una buona notizia, ma non sensazionale, perché è di dominio comune, almeno nel cristianesimo, che Dio sia misericordioso. La straordinarietà della notizia consiste nel fatto che Dio è “solo misericordia”. E questa non è affatto una convinzione comune, anzi è rarissima, e c’è moltissima gente che all’idea di un Dio giustiziere, punitivo, vendicativo, che arriva a colpire inesorabilmente anche quei malvagi che a noi sfuggono, non vuole rinunziare.

Papa Francesco dice invece che Dio è solo misericordia, e che “perdona sempre”. Non vorrei citare i discorsi specifici in cui egli ha fatto questa affermazione, sia che l’abbia fatta nelle straordinarie omelie mattutine di Santa Marta (nelle quali fa pensare allo stile delle “Omelie sui Vangeli” di San Gregorio Magno), sia che l’abbia fatta in  altre occasioni, perché in realtà questo annuncio del Dio che perdona è presente sempre nel suo magistero.…

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Perchè cambiare la Costituzione?

di Rossana Rossanda

Perché avviarsi in gran fretta verso la riforma costituzionale? Perché non sono più le leggi a uniformarsi alla Costituzione, ma è questa a doversi piegare ai dettati neoliberisti. E l’ossessione “governabilità” guida la nuova legge elettorale. Dietro le “larghe intese”, il ridisegno costituzionale calpesta la democrazia

Credo che nessuna delle democrazie europee abbia furia di cambiare la propria Costituzione come l’Italia. Uno apre il giornale e trova un giorno sì e un giorno no l’annuncio di modifiche urgenti. Sabato scorso, il Presidente della Repubblica ci ha informato che vigilerà sui tempi dei cambiamenti, che auspica molto rapidi; anche se in un sistema come il nostro, a dire il vero, il suo compito non sarebbe vigilare sui tempi dei cambiamenti ma sulla fedeltà e permanenza della legge fondamentale sulla quale è stata incardinata la nostra Repubblica.

È dunque da discutere, prima di ogni altra cosa, se i cambiamenti siano necessari oppure, al contrario, rappresentino un vulnus all’immagine fondamentale che ci siamo dati dopo il fascismo.…

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