Cinque sfidanti, un vincitore
Il vero vincitore del confronto televisivo è stato il Partito democratico che esce dalla campagna per le primarie con un’immagine nuova. Per il primo partito italiano, finalmente un’immagine moderna e perfino compatta. L’altra sera i cinque candidati erano o sembravano d’accordo su tutto o quasi, comunque molto di più di quanto immaginassero i cittadini abituati a considerare il Pd delle cento anime e altrettante correnti, in perenne rissa. Erano d’accordo contro, che è più facile. Contro Marchionne e il ministro Fornero, contro la rincorsa al centro di Casini, al quale soltanto Bersani ha lasciato aperto uno spiraglio. Ma erano d’accordo anche a favore, per esempio a favore delle unioni gay e di una riforma del mercato del lavoro per favorire l’inserimento di donne e giovani. Naturalmente rimangono le differenze e sono diverse le storie. Ma per la prima volta il Partito democratico ha dato l’impressione di aver finalmente identificato un common ground, un campo di valori condivisi da tutti, il comune denominatore che sembrava mancare ai tempi dei duelli rusticani fra Veltroni e D’Alema o degli scontri ideologici, soprattutto sul tema dei diritti civili, fra ex democristiani e post comunisti.…
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