Quello che i documenti non dicono

di Giovanni Franzoni*

Oggi mi trovo qui come unico testimone italiano del Concilio. Ritengo che questo sia un fatto importante perché, quando parliamo del Vaticano II, va rimarcato che molte cose non si trovano né nei verbali né nei documenti ufficiali. Le troviamo invece negli atteggiamenti, nelle reazioni, financo nei commenti al bar di vescovi, abati e delegati apostolici, che solo chi c’era può raccontare. Procederò quindi per brevi suggestioni riguardanti alcuni dei temi che sono stati sollevati anche oggi e che ritengo tuttora attuali. Nel fare ciò, racconterò anche alcuni episodi.

In tema di pastorale della famiglia, ricordo ancora un intervento di Elias Dogbi, vescovo melchita d’Egitto. I melchiti come sapete sono un patriarcato di liturgia bizantina in comunione con Roma. Bene, Dogbi suscitò un giorno un certo mormorio fra i padri conciliari quando parlò della prassi in uso presso la Chiesa melchita nei confronti dei divorziati, in particolare quando accennò al fatto che potevano, dopo un percorso penitenziale, risposarsi.…

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Come (non) criticare Matteo Renzi

di Stefano Menichini

Come solo Bersani, tra i suoi, ha mostrato di aver compreso l’enorme potenzialità delle primarie aperte per il bene dell’intero Pd, così solo Bersani sembra aver colto il vero punto debole di Matteo Renzi. Quando lo invita ad avere fiducia «in tutto il partito», e non solo nel segretario, intercetta un umore diffuso nel Pd verso il sindaco di Firenze: verso di lui ormai c’è rispetto (anche nella versione che trasforma il rispetto in paura) e ammirazione, ma c’è anche la sensazione (fra i suoi stessi sostenitori) che se appena potesse Renzi farebbe a meno del mondo intero e sicuramente di tutti i militanti e dirigenti democratici, come per molto tempo ha fatto a meno di consiglieri e alleati politici. Insomma, un leader troppo convinto di sé per aver bisogno di altri. Allergico al concetto di comunità e ai luoghi nei quali una comunità si ritrova, si organizza, si confronta (anche con successo, com’è accaduto sabato a Roma).…

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Il moderato immaginario

di Piero Ignazi

Le primarie non riguardano solo il Partito democratico e i suoi alleati. Hanno un impatto sistemico. Con la loro onda d’urto investono anche il fronte opposto. La lunga stasi del Pdl, ondeggiante tra i richiami alle doti salvifiche del padre fondatore e il liberi tutti, è stata scossa dall’avvio ufficiale di primarie competitive e combattute. Il rilancio di Berlusconi con l’ennesima profferta a Casini & Co., rafforzata dalla graziosa concessione della premiership a Mario Monti (come se il capo del governo aspettasse il via libera dal Cavaliere…), ha tutta l’aria di una risposta maldestra all’accelerazione impressa dal Pd. Berlusconi pensa forse di ripetere l’operazione predellino quando riuscì a stoppare la progressione del neonato Partito democratico. Ma i tempi sono cambiati. Il Cavaliere ha perso il tocco magico. Nel suo partito si agitano componenti e aggregazioni di vario tipo e da alcuni anni si contano almeno una decina di ‘fondazioni’( eufemismo che sta per correnti). Finora, in un modo o nell’altro, Berlusconi e suoi emissari sono riusciti a convincere i riottosi a rimanere tranquilli.…

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Discorso di Obama dopo la rielezione a Presidente degli Stati Uniti

di Barack Obama

Grazie mille. Stanotte, a più di 200 anni dopo che una ex colonia si è conquistata il diritto di determinare da sola il suo destino, l’impegno nel perfezionamento dell’unione continua. Va avanti grazie a voi. Va avanti perché avete riaffermato lo spirito che ha trionfato sulla guerra e la depressione, lo spirito che ha sollevato questo paese dagli abissi della disperazione fino alle alte vette della speranza, la ferma convinzione che, mentre ognuno di noi insegue il proprio sogno personale, insieme siamo una famiglia americana e insieme trionferemo o cadremo come una sola nazione e un solo popolo.

Questa notte, in questa elezione, voi, popolo americano, ci avete ricordato che anche se il nostro cammino è stato duro, anche se il nostro viaggio è stato lungo, ci siamo fatti forza, abbiamo combattuto, e nei nostri cuori sappiamo che il meglio per gli Stati Uniti d’America deve ancora venire.

Voglio ringraziare ogni americano che ha partecipato a questa elezione, sia che abbia votato per la prima volta nella propria vita o aspettato in fila per molte ore – a proposito, a questo dobbiamo porre rimedio -, sia che abbia calpestato marciapiedi o alzato una cornetta, sia che abbia tenuto in mano un cartello per Obama oppure per Romney, ognuno di voi ha fatto sentire la propria voce e ha fatto la differenza.…

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In attesa dei frutti del Concilio

di Luigi Bettazzi*

L’11 ottobre 2012 ricorrono cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II. Come si sa, il Concilio ecumenico è l’assemblea di tutti i vescovi cattolici del mondo, convocati dal papa per affrontare e risolvere con lui i problemi dottrinali e vitali più importanti. Il primo Concilio si era riunito a Nicea, presso Costantinopoli, nell’anno 325. L’ultimo, il ventesimo, era stato convocato da Pio IX a Roma (e per questo denominato Vaticano I) nel 1869 e sospeso nel luglio del 1870 (in previsione dell’arrivo delle truppe italiane, che entrarono difatti a Porta Pia il 20 settembre), con la definizione del primato e dell’infallibilità del papa, quando parla come papa («ex cathedra»). Papa Giovanni XXIII, sollecitato dai suoi interessi giovanili e dalle conoscenze varie del suo servizio diplomatico (in Bulgaria, a Costantinopoli, a Parigi) decise, all’insaputa di tutti, di convocare un Concilio e di presentarlo non come «dogmatico» (cioè che proclama le verità di fede, scomunicando chi non le accetta), ma «pastorale», che si preoccupasse cioè di presentare quelle verità in modo comprensibile e adeguato all’umanità del nostro tempo.…

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Il Concilio e le donne cinquantanni dopo

di Clotilde Masina Buraggi

Ho partecipato con mio marito Ettore e con tanti amici al convegno del 15 settembre all’Istituto Massimo di Roma, “Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri”, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio. Quel giorno, emozionata dalle relazioni ascoltate, (in particolare quelle di Cettina Militello e di Rosanna Virgili), mi è tornato alla mente un periodo straordinario della mia vita, quello in cui ho avuto il privilegio di avere come frequentatori della nostra casa romana tanti protagonisti del Concilio e gli accesi dibattiti che li accalorava. Abitavamo vicino al Vaticano e gli ospiti arrivavano, quasi ogni sera, senza invito. Ogni volta era una sorpresa: aspettavamo padre Diez Alegria e invece arrivava dom Helder Camara. Padre Chenu, maestro della Nouvelle Théologie, era di casa e giocava con i nostri bambini… Avevo solo trent’anni, due figli e un terzo in arrivo, e la mia giovane vita fu illuminata e vivificata da quell’evento. Ettore, in quel tempo, era stato inviato da Milano a Roma da “Il Giorno” a seguire il Concilio.…

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Habermas l’europeo e il ruolo della Germania

di Alessandro Bramucci

Sigmar Gabriel, capo del partito socialdemocratico tedesco, ha invitato il filosofo Jürgen Habermas a partecipare alla stesura del nuovo programma elettorale per le elezioni del 2014

Il risultato è un contributo, scritto in collaborazione con il filosofo Nida-Rümelin e l’economista Peter Bofinger, apparso sulle pagine del Frankfurter Allgemeine Zeitung lo scorso agosto. Sono due i punti chiave che traspaiono sin dalle prime battute: la critica alla gestione della crisi da parte del governo tedesco, definita “senza prospettiva”, e la volontà di passare da una “democrazia di facciata”, lasciata in balìa dei mercati finanziari, a una reale integrazione politica che sappia rispettare la promessa del modello sociale europeo e dare all’Europa un peso adeguato nel concerto politico mondiale, a cui le singole entità nazionali dovrebbero altrimenti rinunciare.

La crisi ha origini ben precise che il governo di Berlino non sembra aver individuato, affermano i tre accademici. L’euro rimane una valuta stabile e il debito europeo complessivo è minore di quello giapponese e americano.…

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I politici

di Raniero La Valle

Non c’è dubbio che è colpa dei politici se oggi ci dibattiamo nella pessima condizione civile e sociale in cui siamo. Ma bisogna stare attenti a dire “politici”, perché “politici” erano detti anche i detenuti antifascisti nelle celle del regime, “politici” erano chiamati i galeotti Gramsci e Pertini nella casa penale di Turi, “politici” erano definiti i domenicani imprigionati e torturati dai militari brasiliani nel carcere Tiradentes di San Paulo, e “partito dei politici” era detto nella Francia del 500 il movimento che contro la violenza dei cattolici e degli ugonotti propugnava la tolleranza religiosa, e da cui uscì Jean Bodin che con la sua teoria della sovranità e i “Sei libri della Repubblica” fornì, nel bene e nel male, dei fondamenti teorici allo Stato moderno. Oggi invece nella vulgata mediatica e nelle chiacchiere da bar i politici sono quelli che rubano. E purtroppo è vero che molti lo fanno, ma è ancora più grave che negli ultimi decenni le istituzioni in Italia siano state cambiate in modo tale che la politica, perduta la caratteristica di servizio e dileggiata come professione non meritevole di rispetto e di pensione come ogni altra, sia stata trasformata, ex lege, in mezzo di arricchimento indiscriminato.…

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Povera. E di tutti

di Rosa Siciliano

Lo spirito soffiava. Vento di rinnovamento, leggero e promettente. Alito di vita, soffio gradevole di aggiornamento. Ecco cos’era il Concilio Vaticano II. Lo si è ricordato a Roma, il 15 settembre, in una bella assemblea autoconvocata. Oltre 104 le associazioni e le realtà di base ecclesiali, e tanti – ma proprio tanti – i singoli, che, insieme, in diversificata unità, hanno provato a porre le basi per un percorso comune. Una Chiesa aperta – quella raccontata e quella invocata – capace di accogliere, di comunicare, di abbracciare tutti e ciascuno nella sua diversità, di annunciare la gioia della salvezza. Una “Chiesa che guardi lontano”, che non escluda nessuno, una “Chiesa giovane” come la desiderava il card. Carlo Maria Martini, grande testimone dello spirito conciliare e di una fedeltà alla Chiesa stessa che non sia muta acquiescenza ma capacità critica di vivere la fede.

A lui, il cui spirito aleggiava nell’auditorium romano, è stata interamente dedicata l’assemblea della “Chiesa di popolo.…

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