Da Gramsci a Einaudi per rifondare il Paese

di Eugenio Scalfari

Dai mercati finanziari italiani sono arrivate venerdì tre buone notizie: i Bot a dodici mesi sono stati oggetto di ampia domanda e collocati a tassi molto più bassi rispetto a quelli registrati appena un mese fa; i Btp a tre anni hanno avuto anch’essi notevole successo e anch’essi hanno segnato un tasso inferiore di un punto rispetto a giugno. Infine la Borsa di Milano ha snobbato il declassamento dell’Italia con un aumento dell’1 per cento rispetto al giorno precedente. Dunque risparmiatori e operatori italiani e stranieri hanno ricominciato a comprare i titoli emessi dal Tesoro e non solo a breve ma anche a medio termine. Lo “spread” del Btp decennale è ancora molto elevato sul mercato secondario, ma il Tesoro ha saggiamente deciso di rallentare le emissioni a lunga scadenza in attesa che il meccanismo di intervento deciso dall’Europa entri concretamente in funzione. Ci vorranno alcuni mesi e fino ad allora le emissioni quinquennali e decennali saranno ridotte al minimo senza alcun nocumento per il finanziamento del fabbisogno.…

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Vent’anni,nessuna verità

di Walter Veltroni

Credevamo di avere visto il peggio, col cratere di Capaci che inghiottiva, come in un bombardamento, la vita di Giovanni Falcone, di sua moglie e dei ragazzi della scorta. Credevamo che il fondo fosse stato toccato se la mafia poteva permettersi una dichiarazione di guerra così aperta e sfacciata, non un omicidio (ché quelli ne aveva consumati a decine anche contro i vertici dello stato e della politica) ma una strage, con una tattica che sembrava rovesciare le vecchie regole mafiose. Credevamo. Ma fummo costretti a vedere di più, un fondo ancora più buio. Vent’anni fa a via D’Amelio, sotto le finestre della vecchia madre Maria Lepanto, la mafia metteva in scena un nuovo atto terroristico: un’autobomba ammazzava Paolo Borsellino e con lui Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Quando qualcuno dice che sembrava Beirut e non Palermo non sta esagerando: la strada a brandelli, le case bucherellate, le finestre infrante, un groviglio di vetri, schegge, rottami e corpi.…

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La strada obbligata delle dimissioni

di Gad Lerner

Ma che gli è preso a Roberto Formigoni? Pareva in preda a ebbrezza da perdizione ieri sera mentre tirava sciabolate ai direttori dei “giornaloni” e ai “gazzettieri della Procura di Milano”, colpevoli di anticipare da mesi l’ovvio e il risaputo, cioè che da governatore della Regione Lombardia ha favorito l’arricchimento dei suoi amici, traendone vantaggi politici e materiali. Ora che la Procura di Milano quantifica in 8,5 milioni di euro la percentuale della corruzione transitata in circuiti esteri per depositarsi infine nel suo tornaconto di uomo di potere, Formigoni ci offre un esempio da manuale: la politica-spettacolo che si ritorce contro il suo artefice. Sarcastico, gradasso, compiaciuto nel presentarsi solo contro tutti, è come se confidasse in un popolo che se le beve tutte: basta che ti mostri forte. E magari ti fai accompagnare da un sottomesso vicepresidente leghista, Andrea Gibelli, che aspira all’incarico di reggente quando — ormai è chiaro — il Celeste dovrà rassegnare le dimissioni.…

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O con la mafia o col Vangelo

di Tonio Dell’Olio

Conosco Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento da molti anni. Non ho mai nascosto la mia ammirazione per questo vescovo coraggioso che lontano dai clamori, dal riconoscimento di giornali e televisioni, vive il Vangelo incarnandolo in scelte e prassi coerenti al servizio degli ultimi. Soprattutto per gli immigrati di Lampedusa e dintorni e per la legalità. Ieri e oggi, i giornali si occupano di lui perché ha disposto che non ci fossero funerali religiosi pubblici per Giuseppe Lo Mascolo, ritenuto il vicecapo della mafia di Siciliana. Un gesto di rottura perché sicuramente anche Lo Mascolo come tanti altri esponenti dei clan si diceva credente e frequentava la parrocchia. Qualche giorno fa il vescovo Montenegro parlando alla festa di San Calogero aveva detto: “La mafia non è solo un argomento da romanzi o da film, la mafia sono volti e storie vere… Sono coloro che, usando la prepotenza e la violenza, decidono sulla vita e sulle cose altrui, sulle scelte politiche come su quelle economiche.…

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La Germania davanti al bivio

Sunset in Marburg, Germanydi Barbara Spinelli

A volte, quando critichiamo Angela Merkel, dimentichiamo quel che sta succedendo in Germania: l’astio che domina tanti commenti di cittadini e politici, contro un’Europa del Sud che sta divenendo loro estranea. L’esigenza democratica, che si mescola ambiguamente a un nuovo nazionalismo e che spinge i tedeschi a fidarsi quasi solo della Corte costituzionale: proprio ieri, la Corte ha iniziato l’esame degli impegni presi da Berlino a Bruxelles, per verificare la loro compatibilità con la sovranità del popolo e del parlamento. Il Sud Europa non si stanca di ammonire Berlino, evocando l’espandersi di sentimenti antitedeschi. Ma conoscono poco i sentimenti antieuropei che si addensano in Germania. Citiamo, fra gli epiteti usati dai frequentatori dei giornali sul web, i più significativi: gli italiani, greci, spagnoli, portoghesi sono scrocconi, parassiti, perfidi, svergognati. Puntando l’indice sul passato tedesco, sono soprattutto ricattatori. Sono «cani, e che abbaino pure alla loro altezza ». Un lettore conclude: «Chi ha amici simili, non ha più bisogno di nemici».…

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Come a Siviglia

Siviglia - Piazza di Spagnadi Raniero La Valle

Noi, Chiesa di oggi, l’avevamo perso di vista. Eravamo troppo indaffarati nelle nostre celebrazioni, preoccupati per le chiese deserte, sfiniti dai turni di guardia alle dottrine della fede, mortificati per il clamore sui preti pedofili, intenti a rincorrere i poteri politici, troppo zelanti per ricordarci di lui. Ed il Concilio era rimasto in silenzio, seduto sulle panche vuote e profugo in luoghi appartati o in piccole comunità ben protette. E addirittura rischiava di essere accomunato alla cattiva sorte riservata alle ideologie novecentesche, e con tutto il Novecento essere buttato nel cassonetto dei rifiuti, senza nemmeno la raccolta differenziata. Ma ecco che, a mezzo secolo dal suo inizio, esso è ricomparso, perché i cinquant’anni, i centesimi e i centocinquantesimi anniversari sono festeggiamenti di rito. È tornato in città dal suo esilio e noi, Chiesa di oggi, col pretesto di celebrarlo, lo abbiamo fatto arrestare, come aveva fatto a Siviglia con lo Sconosciuto il Grande Inquisitore. E naturalmente l’abbiamo sottoposto a un lungo interrogatorio.…

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Egitto:vincono i fratelli musulmani. E i cristiani incrociano le dita

Peaceful Cairo.di Marco Zerbino

C’è voluta una settimana, ma alla fine i risultati del secondo turno delle presidenziali egiziane sono arrivati, consacrando vincitore Mohamed Morsy del Partito Libertà e Giustizia, espressione politica del movimento dei Fratelli Musulmani (v. Adista Notizie n. 22/12). Il candidato degli ikhwan ha ottenuto il 51,73% delle preferenze, mentre l’ex primo ministro Ahmed Shafik, legato al vecchio regime di Hosni Mubarak e gradito ai vertici militari, si è fermato al 48,72%. Molto alta l’astensione: hanno votato poco più della metà degli aventi diritto (51,85%). L’esito definitivo della sfida è stato comunicato con diversi giorni di ritardo, ufficialmente per i tanti ricorsi presentati. Tuttavia, è noto che la dilazione è stata causata anche e soprattutto dalle trattative in corso fra la Fratellanza e il Consiglio Supremo delle Forze Armate (Scaf), tuttora il vero detentore del potere nel grande Paese arabo, protrattesi durante la settimana postelettorale in un crescendo di tensioni che ad un certo punto hanno fatto temere l’imminenza di un colpo di stato da parte dei militari.…

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Quel delitto che l’Italia non punisce

di Vladimiro Zagrebelsky

La sentenza della Cassazione conclude sul piano della giustizia penale una vicenda nazionale tra le più gravi. Riferendosi ai dirigenti della polizia e agli agenti che avevano agito nella scuola Diaz in coda alla giornata di proteste contro il G8 del 2001, la Corte di appello di Genova, nella sentenza che ora la Cassazione sostanzialmente ha confermato, aveva parlato di «tradimento della fedeltà ai doveri assunti nei confronti della comunità civile» e di «enormità dei fatti che hanno portato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero». I fatti sono noti. Per giustificare l’irruzione nella scuola vennero portate al suo interno delle bottiglie molotov per attribuirne il possesso ai manifestanti che vi si erano raccolti e che poi, tutti insieme, furono arrestati. E’ noto anche che costoro furono minacciati ed umiliati dalle forze di polizia, violentemente colpiti, feriti anche gravemente. Decine di persone, molte straniere, furono ferite, due furono in pericolo di vita. Le imputazioni hanno riguardato la calunnia nei confronti degli arrestati, la falsificazione dei verbali di arresto.…

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Grecia, avanti a sinistra

di Marco Zerbino

Hanno perso. Eppure hanno vinto. Ad Atene, la sera di domenica 17 giugno, si respirava un clima surreale. Lungo il viale Panepistimiou e davanti ai Propilei, il colonnato in stile neoclassico che adorna la facciata della sede principale dell’Università di Atene, attivisti, dirigenti e simpatizzanti di Syriza «festeggiavano» la sconfitta sventolando bandiere rosse e cantando a squarciagola “Bella ciao” nella versione dei Modena City Ramblers. Non molto distante, a piazza Syntagma, la destra di Nuova Democrazia celebrava la sua vittoria. Una vittoria triste. Pochi militanti provavano a intonare slogan, e sembravano quasi sfigurare numericamente di fronte alla gran quantità di giornalisti presenti. In realtà l’altra sera, nella grande spianata su cui si affaccia la Vulì, il Parlamento greco, non c’era niente di cui rallegrarsi: la vittoria di Antonis Samaras significa che la Grecia proseguirà sulla strada dell’austerità. Dunque i greci continueranno a veder crollare il potere d’acquisto dei loro salari e delle loro pensioni, a perdere il lavoro, ad assistere alla volatilizzazione di tante piccole attività commerciali e imprenditoriali costruite in anni di sacrifici.…

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Rianimare il cavallo

di Vittorio Emiliani

Finalmente la Rai ha il proprio “governo” e può quindi tentare di risollevarsi dalle crisi. Si può criticare il fatto che Monti abbia nominato al vertice di Viale Mazzini due “guardiani dei conti” i quali poco sanno di Rai e di multimedialità. Ma va aperto loro tutto il credito necessario. Certo, il centrodestra, con le solite manovre di basso livello (avallate in corsa da un presidente del Senato sdraiato sulla sua parte politica) si è assicurato di nuovo la maggioranza in Cda. Come ai cari vecchi tempi. Grazie a Schifani e grazie all’assenza in Vigilanza del solito Marco Beltrandi radicale (ma l’impassibile Pannella denuncia, come un disco rotto, lo «scempio partitocratico» della Rai…). Ai nuovi amministratori Rai (che il Pd ha concorso a eleggere seguendo con saggezza le corrette indicazioni delle associazioni) va ricordato che le crisi da affrontare sono parecchie. I conti non vanno per niente bene, ma minacciano di venire appesantiti dalla più generale crisi di identità del servizio pubblico, del suo rapporto con gli abbonati.…

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