Politici e statisti
I giornali commentano: “Il premier a Mosca cita De Gasperi e sferza i partiti”. Suscitando qualche critica a denti stretti specie tra chi mal sopporta la “sospensione della politica” e il “commissariamento” del governo dei tecnici e interpreta la citazione come una messa in mora della politique politicienne contrapposta alle virtù della tecnocrazia o addirittura come un insospettabile cedimento alle mode populiste. Gli aforismi però non sempre raccontano la complessità delle cose.
Nella fattispecie, la frase di De Gasperi evoca l’aporia antica che accompagna dagli inizi il dibattito sulla democrazia. Stretta tra l’esigenza di ricercare il consenso dei cittadini per la propria legittimazione e la vocazione a concorrere alla costruzione di una società giusta. A conti fatti, però, l’antitesi non è tra il politico e lo statista (c’è davvero una differenza irriducibile tra i due termini?) ma tra diverse concezioni e diverse pratiche della politica stessa. Che è costitutivamente votata a fornire una garanzia per il futuro e che, su questa base, costruisce la sua obbligazione.…
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