C’era una volta la sinistra…
C’era una volta la sinistra, quella sinistra che non aveva bisogno di raddoppiare un sostantivo o di aggiungere aggettivi per definirsi o essere identificata, né di affidarsi ad alberi o ramoscelli simbolici. Una bandiera rossa con falce e martello bastava: quelli sono compagni!, si diceva. Non c’era bisogno di etimologie o di vocabolari per spiegarli e raccontarli quegli uomini e quelle donne, e anche i luoghi dove quella sinistra abitava erano sempre significativi del suo essere e fare: le piazze, le campagne, le fabbriche, le cooperative, l’università, il sindacato. Proprio lì trovavi sempre la sinistra quando il lavoro, i diritti, la libertà, la Costituzione, lo Stato e la democrazia erano in pericolo. Perché era la sinistra, non “una sinistra”. E nei simboli elettorali, poi, potevi anche sbagliare: se sulle schede elettorali andavi oltre il primo in alto a sinistra e trovavi uno o due simboli in più con la falce e martello, alla fine sapevi però che sulle piazze, in fabbrica, nelle università, nel movimento cooperativo e sindacale sarebbero stati tutti insieme, e tutti insieme all’opposizione in Parlamento, perché il capitalismo andava sgretolato giorno dopo giorno, anche dentro le istituzioni, si diceva, e non c’era qualunquismo o antipolitica che tenesse, o si temesse.…
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