La sfida del Pd riguarda i giovani

di Alfredo Reichlin

Sbaglia chi sottovaluta l’importanza della nostra vittoria elettorale. Capisco tutti i «se» e tutti i «ma» ma certi fatti sono impressionanti. Per esempio il fatto che tutte (o quasi) le città del Nord, il famoso Nord delle partite Iva e del triangolo industriale nel quale si diceva che la sinistra (questa sinistra così stupida, così antipatica, così inesistente) non poteva più mettere piede, sono governate dal Pd. Cambia qualcosa del volto dell’Italia. Vedo anche che questo Pd, così stupido, così antipatico, così inesistente, si colloca ormai al centro della situazione politica in quanto è il solo in grado di aggregare le forze democratiche e può portarle nella nuova corrente riformista che finalmente si sta formando in Europa e che ricomincia a vincere. Per cui cambiare diventa possibile. Vedo tutto questo. Ma il risultato elettorale suscita in me anche altri pensieri. Il principale è se noi siamo all’altezza della situazione. In altre parole, se siamo in grado di rispondere all’interrogativo cruciale, davvero drammatico che si è riaperto a questo punto della nostra storia repubblicana.…

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Niente ritardi.La sfida democratica si vince con l’unità

di Guglielmo Epifani

Come era stato per Ezio Tarantelli prima e con Marco Biagi dopo, il terrorismo tornava a colpire persone inermi, validi studiosi che nella loro attività pubblica svolgevano un ruolo di raccordo e di elaborazione attorno a delicati provvedimenti giuridici ed economici. Ogni anniversario di queste ed altre vittime del terrorismo non è mai stato soltanto un doveroso atto di memoria e di rispetto verso chi ha pagato con la vita il proprio spirito di servizio per il Paese e le sue istituzioni Ha sempre rappresentato, insieme, anche l’espressione della volontà di continuare a vigilare per prevenire ogni possibile forma dell’uso della violenza e del terrorismo, nella coscienza dell’assurdità e inaccettabilità dei suoi metodi e delle sue finalità. Il ferimento del dirigente dell’Ansaldo a Genova ad opera della federazione anarchica internazionale, riporta tutto il Paese dentro quella cappa fatta di interrogativi, attese, preoccupazioni che si sperava messa definitivamente dietro le spalle. Ci si chiede giustamente di fare luce sulla natura e l’identità del nuovo terrorismo, dei suoi collegamenti internazionali, soprattutto con gli ambienti eversivi operanti in Grecia; si studiano le modalità, il linguaggio ed i contenuti della rivendicazione, mettendoli a raffronto con quelli vecchi.…

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Don Lorenzo Milani.Il racconto della professoressa di Barbiana

di Luca Kocci

Gli amanti del genere agiografico probabilmente non apprezzeranno il libro di Adele Corradi su don Lorenzo Milani. Chi invece vuole conoscere, o approfondire, la vita quotidiana degli ultimi anni della scuola di Barbiana e la profonda umanità, anche nei suoi tratti più urticanti, del prete fiorentino che l’ha fondata nel 1954 e animata fino alla sua morte (1967), senza accontentarsi del “santino” raffigurato da qualche biografo dell’ultima ora, troverà nel volume (Non so se don Lorenzo, Feltrinelli, Milano, 2012, pp. 174, euro 14) non informazioni inedite o riservate, ma un ritratto senza reticenze e censure di un uomo che ha fatto la scelta radicale e appassionata del Vangelo, degli emarginati – i piccoli e giovani montanari del Monte Giovi, nel Mugello – e della scuola in quanto strumento di liberazione degli oppressi, perché in grado di “dare la parola” a chi non ce l’ha, come viene raccontato in un piccolo episodio collocato significativamente all’inizio del libro. «Eravamo noi tre soli, dopo cena, tranquilli.…

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Il diffamatore di Gramsci che fu arruolato dal Pci

di Paolo Mieli

Il primo ad accorgersi che tra Antonio Gramsci e il Partito comunista d’Italia era accaduto qualcosa di anomalo fu Benito Mussolini. Un articolo non firmato, dal titolo Altarini, uscì sul «Popolo d’Italia» il 31 dicembre 1937 (appena otto mesi dopo la morte dell’ex segretario del Partito comunista), per rilanciare, con sorprendente risalto, le indiscrezioni sui dissidi che avevano contrapposto Gramsci ai suoi compagni. Indiscrezioni comparse pochi giorni prima, a firma di Ezio Taddei, sull’«Adunata dei refrattari», un settimanale anarchico stampato a New York.

Taddei – un oppositore al regime fascista, in rapporto, dopo qualche anno di carcere, con uomini del regime stesso (nelle persone di Arturo Musco e Vincenzo Bellavia) – in quell’articolo sul foglio anarchico aveva trattato Gramsci con toni sprezzanti, enfatizzando i privilegi di cui avrebbe goduto in prigione (gli sarebbe stato concesso di «sgranocchiare gli amaretti che gli piacevano tanto» e di nutrirsi «di pasticcini» mentre gli altri reclusi «crepavano di fame»). Ma soprattutto aveva rivelato – accennando alla testimonianza di un celebre militante incarcerato, Athos Lisa – l’ostilità nei suoi confronti da parte degli altri detenuti comunisti.…

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Alla ricerca dell’autorità (maschile) perduta

di Alberto Leiss

E’ in libreria il volume “Silenzi. Non detti, reticenze e assenze di (tra) uomini e donne”, a cura di Barbara Mapelli e Stefano Ciccone, edito da Ediesse. Vi si possono leggere interventi di Mapelli e Ciccone, Elisabetta Cibelli, Marco Deriu, Annalisa Marinelli, Eleonora Cirant, Salvatore Deiana, Andrea Bagni, Chiara Martucci, Iuliana Militaru, Isabella Peretti, Sveva Magaraggia e Harry Blatterer, Lea Melandri. Molti e diversi i temi affrontati: dai rapporti intergenerazionali difficili al rancore maschile, alle esperienze di cura di donne e uomini, ai rapporti con il potere, il lavoro, le relazioni sentimentali. Pubblichiamo qui l’intervento di Alberto Leiss sul tema della crisi dell’autorità maschile e paterna (affrontato anche nello scritto di Marco Deriu).

Da molto tempo si svolgono seminari annuali tra uomini e donne per iniziativa dell’associazione “Identità e differenza”, prima a Asolo e recentemente a Torreglia. Questa associazione è un luogo misto, nel quale gli uomini hanno però sempre riconosciuto una grande – direi superiore – autorità politica alle donne e alla loro pratica politica ispirata dal femminismo della differenza.…

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Chi ha paura delle elezioni

di Barbara Spinelli

Tutti ricordiamo le parole che Roosevelt pronunciò il 4 marzo 1933, appena eletto. La crisi che s´accingeva a fronteggiare era simile alla nostra, e disse: «La sola cosa che dobbiamo temere è la paura stessa: l´indicibile, irragionevole, ingiustificato terrore che paralizza gli sforzi necessari per convertire una ritirata in avanzata». Dopo le elezioni in Francia, Italia, Grecia, potremmo applicare la frase ai timori suscitati in molte capitali dai verdetti delle urne. «La sola cosa che l´Europa deve temere, oggi, è la paura che i tribunali elettorali suscitano nei governanti, nei partiti classici, in chiunque difenda lo status quo pensando che ogni sentiero che si biforca e tenta il nuovo sia una temibile devianza». È con grande sospetto infatti che si guarda al nuovo Presidente socialista, e non solo quando in gioco è l´economia. Anche la sua politica estera è temuta: la volontà di uscire fin da quest´anno dall´Afghanistan, il rifiuto opposto nel 2009 quando Sarkozy decise di rientrare nel comando militare integrato della Nato.…

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Grido d’allarme

dei Comitati Dossetti per la Costituzione

Con precipitazione e lontano dal controllo dell’opinione pubblica la Commissione referente del Senato ha licenziato ieri il primo articolo della riforma costituzionale che si vorrebbe già la settimana prossima portare alla deliberazione dell’Aula e approvare entro la ormai vicina fine della legislatura. I Comitati Dossetti per la Costituzione che già nell’assemblea pubblica del 12 maggio scorso a Bologna hanno severamente criticato la riforma in corso che, mediante una sostanziale sottrazione del governo e del suo presidente al vaglio della fiducia delle Camere, recherebbe una grave alterazione nel rapporto tra Capo dello Stato, presidente del Consiglio, Parlamento e popolo sovrano, gettano un grido d’allarme sulla procedura in corso. Offrendo all’opinione pubblica offesa dai recenti guasti del potere un esiguo sconto sul numero dei parlamentari, che passerebbero da 630 a 508 alla Camera e da 315 a 254 al Senato, i tre partiti della maggioranza parlamentare intendono cogliere l’occasione per modificare l’intero edificio costituzionale, conferendo una sorta di onnipotenza al presidente del Consiglio, che sarebbe di fatto per cinque anni immune dalla sfiducia del Parlamento, il quale verrebbe così conculcato nel suo ruolo e nella sua libertà, fino a poter essere sciolto dallo stesso presidente del Consiglio, nel caso votasse contro una sua legge.…

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Chi sono i sovversivi

di Alfredo Reichlin

Il mio vecchio cuore di sinistra ha esultato per la vittoria dei socialisti in Francia. La coccarda dei giacobini sventola sul pennone dell’Eliseo. Poi questo fatto, unito a molti altri sommovimenti che sono in atto nei Paesi europei, ha suscitato in me altri pensieri. Parlerò più avanti delle amministrative italiane ma dico subito che il dato più duraturo su cui riflettere è il fatto che il campo storico della lotta tra progresso e reazione è cambiato. È diventato europeo, ed è sempre più parte di una rete mondiale. Politica interna e politica estera sono ormai la stessa cosa. «Noi» siamo in loro e «loro» stanno in noi. E se guardiamo le cose oltre la piccola cronaca è questo che ha sfidato il vecchio sistema politico italiano. E ha travolto i suoi vecchi avanspettacoli da periferia:Bossi e il trota, Berlusconi in festa alla Dacia di Putin. I vincoli e le contraddizioni che soffocano le potenzialità dell’Europa restano tenaci e profondi, non dimentichiamolo.…

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Questa è l’ora

di Tonio Dell’Olio

di promettere solennemente che non dimenticheremo Melissa, la sua famiglia, le sue amiche, la sua scuola di pretendere la verità e la giustizia per lei e per le sue amiche, per le loro famiglie e per le loro comunità di mettere al bando l’ipocrisia delle parole scontate, retoriche, vuote di non avere paura di andare a scuola di continuare a far paura a loro con la scuola e con la cultura, di mettersi insieme, di stare uniti, di camminare in cordata di non voltarsi dall’altra parte di non entrare nella zona grigia degli indifferenti, dei conniventi, implicitamente e indistintamente complici di rompere i silenzi per denunciare la violenza di ogni tipo, anche quella che quotidianamente vuole ridurci a sudditi senza dignità di scommettere sulla maggioranza degli onesti di guardare ai giovani con rispetto di fermarsi a leggere le pagine dei quaderni sparsi sull’asfalto davanti alla scuola di Melissa di benedire le zolle di terra in cui abitiamo di fare politica ovvero di costruire una vita comune di qualità di riconoscere la mafia dentro di noi e attorno a noi di superare e vincere i pregiudizi, i luoghi comuni, le discriminazioni di far crescere la cultura della nonviolenza promuovendo la forza della verità, riconoscendo il volto dell’altro, diventando tessitori di riconciliazione di impegnarsi con gli altri per gli altri di mettersi umilmente sulle tracce della speranza di costruire insieme una speranza di dire Brindisi e non pensare bomba di dire Mesagne e pensare cooperativa che coltiva terreni confiscati alle mafie di passare dalle parole ai fatti, dai sogni alla strada, dai progetti ai cantieri, dalle promesse alla coerenza di insegnare ai bambini a impastare sogni e sabbia.…

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Il relativismo contemporaneo filosofia inevitabile e virtuosa

di Dario Antiseri

«Non esiste un principio etico razionale che valga più di altri»

«Nel campo di coloro che cercano la verità non esiste nessuna autorità umana e chiunque tenti di fare il magistrato viene travolto dalle risate degli dèi». È questo il messaggio epistemologico di Albert Einstein. Lo stesso di quello di Karl Popper: «Tutta la nostra conoscenza rimane fallibile, congetturale. Il vecchio ideale scientifico dell’ episteme – della conoscenza assolutamente certa, dimostrabile – si è rivelato un idolo. L’esigenza dell’oggettività scientifica rende ineluttabile che ogni asserzione della scienza rimanga necessariamente e per sempre allo stato di tentativo. Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l’uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta della verità». Tutta la ricerca scientifica, in qualsiasi ambito essa venga praticata – in fisica e in economia, in biologia e in storiografia, in chimica come nella critica testuale – si risolve in tentativi di soluzione di problemi, tramite la proposta di ipotesi o teorie da sottoporre ai più severi controlli al fine di vedere se esse sono false.…

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