La nostalgia dell’uguaglianza
L´equità è un´uguaglianza cui sono state messe le braghe, come ai nudi della Cappella Sistina. Bisognava farlo, perché ci fu un momento in cui l´uguaglianza smise di essere guardata negli occhi, e pagò il pegno della temerarietà. Fu allora che le cose cominciarono a essere guardate di sotto in su, dal lato della disuguaglianza, e lo spettacolo era davvero madornale. Sul conto dello scandalo per l´”appiattimento” e il “livellamento” si banchettò a oltranza per qualche decennio, e la disuguaglianza – di soldi e di potere – non fece che moltiplicarsi. Non passa giorno senza che le statistiche ne registrino nuovi record. Assoluti, e non solo relativi. Non, cioè, di redditi che crescono, benché gli uni molto di più degli altri, bensì dei redditi che crescono a dismisura mentre gli altri diminuiscono. Le statistiche arrivano a sancire quello che le persone avevano capito da un bel po´, però fanno sempre il loro effetto. Ne vorrei leggere una sul reddito e il patrimonio medio dei presidenti del consiglio e dei loro ministri, dal dopoguerra a oggi.…
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