“La sovranità appartiene al popolo, non al mercato”.Proposte alternative per uscire dalla crisi

di Claudia Fanti

A furia di sentirsi ripetere che l’unica via per uscire dalla crisi passa per manovre di lacrime e sangue (sulla pelle di chi è già stato abbondantemente dissanguato), in tanti finiscono davvero per crederci. Ma per i promotori della Campagna per il congelamento del debito (tra gli altri, Francesco Gesualdi, Aldo Zanchetta, Alex Zanotelli, Bruno Amoroso, Michele Boato, Gianni Novelli, Achille Rossi, Paolo Cacciari, Enrico Peyretti) le cose non stanno affatto così: «La politica delle manovre sulle spalle dei deboli – si legge sul manifesto della Campagna – è voluta dalle autorità monetarie europee come risultato della speculazione. Ma è intollerabile che lo Stato si adegui ai ricatti del mercato: la sovranità appartiene al popolo, non al mercato!». Da qui la proposta di un’immediata sospensione del pagamento del debito, accompagnata dalla creazione di un’autorevole commissione d’inchiesta che faccia luce su come tale debito si sia formato e sulla sua legittimità, nella convinzione che «il popolo ha l’obbligo di restituire solo quella parte che è stata utilizzata per il bene comune e solo se sono stati pagati tassi di interesse accettabili.…

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Svendita di armi in Libia

Economía de Guerradi Tonio Dell’Olio

I conflitti armati non sono solo un male in sé, ma lasciano puntualmente una scia di sangue e di problemi. Come una macchia d’olio tendono ad allargare il proprio perimetro. Gheddafi aveva investito ingenti somme di denaro nell’acquisto di armi di tutti i tipi e mai nessun Paese occidentale ha manifestato una preoccupazione in tal senso. Al contrario, dall’Italia agli USA, dalla Russia alla Cina, tutti hanno trasferito partite di armi alla Libia in cambio di petrolio. Durante i mesi della rivolta, quegli arsenali sono stati saccheggiati e sono finiti nelle mani di gente senza scrupoli. In questi giorni se ne lamentano i governi confinanti come il Niger (fonte MISNA). Si denunciano traffici illeciti di armi a sud della Libia, lungo tutta la fascia del Sahel e il primo ministro del Niger, Brigi Rafini ne sta discutendo in questi giorni con i nuovi governanti libici e con le autorità dei Paesi della regione (ieri è stata la volta del Burkina Faso).…

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Le tre “i” che hanno perduto Berlusconi

di Raniero La Valle

I «comportamenti che ammorbano l’aria», secondo le parole del card. Bagnasco al recente Consiglio della Cei, sono stati tolti di scena con il loro titolare, finalmente rimosso dal suo incarico per l’azione congiunta dei mercati, dei suoi deputati ormai stufi e del presidente della Repubblica, auspice, naturalmente, l’opposizione. Meno male! Sarebbe stato imbarazzante per il capo dei vescovi se, dopo essere arrivato a una simile impietosa condanna del premier, tutto fosse continuato come prima. Dunque il cardinale può essere contento. Ma forse dovrebbe rammaricarsi che questo grido di verità abbia tanto tardato. Ciò ha infatti permesso a Berlusconi di continuare a governare, anche quando non avrebbe avuto più a quale santo votarsi, se non avesse potuto contare sul silenzio della Chiesa, rimasta quasi da sola a sostenerlo. E se questo governo fosse più presto caduto, forse la situazione non sarebbe arrivata a un punto così estremo; forse «la crisi economica e sociale che iniziò a mordere tre anni or sono» non sarebbe stata «più vasta e potenzialmente più devastante di quanto potesse di primo acchito apparire», come il presidente della Cei aveva detto nella sua durissima diagnosi, e non avrebbe «presentato un costo ineludibile per tutti i cittadini di questo Paese».…

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Religione, pluralismo e pace

incontro di religionidi Commissione Teologica Internazionale della Eatwot

Negli ultimi tempi, la società umana si è “mondializzata”, raggiungendo per la prima volta un notevole grado di unificazione a livello planetario, che abbraccia gran parte delle grandi società umane. E ogni società locale, per un processo di moltiplicazione di comunicazioni e di migrazioni, si è andata compenetrando con le altre, con la conseguente nascita di società internamente plurali, tanto in ambito culturale quanto in quello religioso. Mai prima d’ora gli esseri umani avevano avuto tante possibilità di convivere con diversità culturali che finora erano vissute a livello ancestrale isolate ciascuna nel proprio ambito esclusivo. Le società tradizionalmente mono-culturali e mono-religiose sono scomparse, irreversibilmente. Una nuova caratteristica dominante delle società umane attuali è quella della loro pluralità, culturale e religiosa.

Ma questa pluralità non si lascia sperimentare senza conflitto. Sono note le acute tensioni interculturali che si vivono in varie regioni del mondo, come è noto il cosiddetto “scontro di civiltà”, situazione di cui solo ultimamente siamo diventati coscienti a livello planetario, e di cui non si può ignorare la dimensione religiosa.…

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La fantasia del Colle e le donne di Monti

di Letizia Paolozzi

La crisi del capitalismo va avanti da mesi, anzi, da qualche anno. Sarà interessante capire cosa pensa il nuovo governo Monti degli eccessi del capitale.

Per placare l’indignazione di fronte al divario tra salario di un operaio e bonus di un manager, riconoscerà la cupidigia e avidità che hanno segnato la finanza globalizzata e anche domestica? Proporrà, ricorrendo alle indispensabili correzioni, meccanismi di controllo stringenti?

Non basta, dice un pezzo della sinistra che sente odore di Goldman Sachs & C. Questi sono banchieri, dunque rappresentano i poteri forti. Peggio di Berlusconi che, curiosamente, viene rimpianto con le sue esuberanze-esorbitanze.

La democrazia non può restare a lungo sotto tutela. Sotto la tutela dei bocconiani. Questi non li ha votati nessuno. Allora, tra Passera e Scilipoti, meglio il secondo al quale, comunque, il “porcellum” ha assegnato uno scranno?

I banchieri, insiste quel pezzo di sinistra, sono venuti fuori dalla testa del presidente della Repubblica. Come Minerva dal mal di testa di Giove.…

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Spiegatemi perchè il privato costa meno

di Giancarla Codrignani

Eccola che torna la parola intrigante bene o male introdotta nel titolo V della Costituzione! Dice il nuovo art.120 che “quando lo richiedano la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”, la legge garantisce che “i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà”. Anche nel 1999 il termine suscitò discussioni e non mancarono gli avvertimenti: infatti, in mancanza di chiare definizioni giuridiche, sussidiarietà può significare che il privato fa quello che lo stato – essendo i bisogni umani pressoché illimitati – non riesce a fare, oppure che lo stato si limita a ciò che non riescono a fare i privati. Già allora parte della sinistra, quella che disperava di poter riformare il modello mercatista globalizzato e non più controllabile dagli stati, prefigurava la seconda possibilità. Peccato che abbia continuato a parlare a vuoto di riformismo, senza informare che era già in marcia la trasformazione del welfare in assistenzialismo.…

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Il vocabolario della pace

Stork in golden Fielddi Tonio Dell’Olio

“La pace più che un vocabolo è un vocabolario”. L’espressione è di don Tonino Bello che intuiva che il fiume della pace si nutre di affluenti e sfocia in estuari che hanno nomi impegnativi e profondi come disarmo, economia di giustizia, salvaguardia del creato, legalità e democrazia, diritti umani, nonviolenza, partecipazione, rispetto delle persone, beni comuni… Il suo contrario è una pace disincarnata e incerta. Buona per una filosofia collocata a tre metri sopra il cielo e non impiantata piuttosto tra i bisogni primari di ogni donna e di ogni uomo che vive in questo mondo. È la messa al bando di visioni egoistiche che ricercano e vivono la pace per sé o per il proprio clan, puntualmente sulla pelle degli altri. È l’esatto contrario di operazioni di guerra in cui la pace è prodotto avariato, contraffatto nel suo marchio d’origine, inquinata da interessi altri. Una pace piena e autentica si smarca dal “si vis pacem para bellum” per seminare a piene mani le condizioni della giustizia in cui venga salvaguardata e difesa la dignità di ogni persona e ogni creatura.…

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Il Novecento delle “rivoluzioni interrotte”

Arte simbolista al cimitero monumentale  di Staglieno, Genova (allegoria della rinascita della repubblica e una nota in difesa della Pace)di Luca Kocci

La Costituzione della Repubblica, il Concilio Vaticano II e il ’68: sono le tre «rivoluzione interrotte», o forse non ancora portate a compimento, del secolo scorso e tre momenti cardine del ‘900 che Raniero La Valle racconta nel volume “Quel nostro Novecento”, appena pubblicato dall’editore “Ponte alle grazie”, intrecciando la sua biografia personale con la storia politica, sociale ed ecclesiale non di quello che il grande storico Eric Hobsbawm chiamò «secolo breve» ma di un «secolo grande e terribile» che, scrive La Valle, «ha prodotto i totalitarismi e il nuovo costituzionalismo, che ha fatto le più grandi guerre e ha dato fondamento alla pace, che ha inventato la bomba atomica e la dottrina della nonviolenza, che ha perpetrato la Shoah, ha compiuto genocidi e ha visto popoli insorgere e liberarsi».

Un secolo che per l’autore, nato nel 1931, comincia con la «notte del fascismo», la guerra, le leggi razziali e le persecuzioni contro gli ebrei, l’occupazione di Roma da parte dei nazisti e la Resistenza, che La Valle ricorda attraverso il racconto, bellissimo, della storia di due donne: Teresa Mattei – partigiana e deputata comunista alla Costituente, la più giovane fra tutti i 556 eletti, appena 24 anni – e Tina Anselmi, che poi sarà chiamata da Nilde Iotti a presiedere la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2, la resistenza «più importante» della sua vita perché «senza di lei – scrive La Valle – il gruppo eversivo non sarebbe stato sconfitto» e se «alla sua relazione conclusiva e ai suoi moniti si fosse prestata maggiore attenzione oggi non si starebbe attuando il piano di smantellamento democratico ereditato da Licio Gelli e messo in opera dai piduisti rimasti in servizio».…

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La vergogna dell’armadio (della vergogna)

di Paolo Fallai

Non può esserci pace senza giustizia. E sarebbe una verità quasi banale, se non vivessimo in un Paese che, da decenni, si sforza con ogni mezzo di negarla. È tornato in libreria, con una nuova edizione, il libro di Franco Giustolisi, che ne è diventato l’assioma: L’armadio della vergogna (Beat, pagine 383, 9). La storia che Giustolisi racconta è semplice e terribile: fra il 1943 e il 1945 decine di migliaia di civili, tra loro bambini, donne, vecchi, vennero uccisi nel corso di 2.273 stragi compiute dai nazisti e dai fascisti. Avete capito bene: 2.273 stragi, in una geografia dell’orrore che non risparmia un angolo d’Italia. In questo lugubre elenco vi sono nomi conosciuti, come Stazzema, Marzabotto Fivizzano, Fossoli, Cefalonia, accanto a un elenco impressionante di località grandi e piccole che si fa fatica a trovare anche sulla carta geografica. Giustolisi, giornalista e scrittore, ricostruisce come dopo la Liberazione, molti dei responsabili di questi orrendi massacri vennero individuati.…

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Todi:il risveglio dei cattolici?

Santa Maria della Consolazione a Todidi Angelo Bertani

Mi pare che, nonostante le ansie, l’incontro dei cattolici a Todi sia stato positivo perché ha mostrato coscienza della situazione gravissima, la voglia di cercarne le cause e le strade per uscirne. Anche se la riservatezza dei lavori e il criterio di scelta dei partecipanti mostrano qualche limite. Erano presenti gli organismi con un seguito numerico consistente, mentre apparivano quasi ignorati gruppi e iniziative più importanti per il loro impegno culturale e formativo. E ciò potrebbe far credere che il soggetto ecclesiale sia più interessato ai numeri che alle idee.

Bisogna considerare che questo è stato l’incontro di un certo genere, relativamente omogeneo, di soggetti associativi cattolici, non ancora della totalità della Chiesa italiana. La preoccupazione di base e il messaggio conclusivo sono apparsi “politici”.

Fin troppo ripetuto il «basta con questo governo» e «serve un nuovo soggetto politico» o almeno un «soggetto formativo di soggetti politici». Del resto, come è stato ripetuto, l’obiettivo prioritario non dovrebbe essere un nuovo partito cattolico.…

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