L’unica vittoria possibile

di Paul Oestreicher

(…). Da ovunque veniate, qualsiasi sia la vostra tradizione religiosa, che siate ortodossi, cattolici, protestanti o carismatici, evangelici liberi o liberali, conservatori o radicali, tutti siamo qui perché vogliamo essere amici di Gesù, rabbino, profeta e più che profeta. A ognuno di noi dice: «Voi siete miei amici, se farete ciò che vi comando… Questo il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Qualcuno da qualche parte è escluso da questo amore? Questa la risposta che Gesù ha dato ai suoi amici: «Avete udito che fu detto: “Ama il prossimo tuo e odia il tuo nemico”. Io però vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano». Così parlò, visse e morì l’Uomo in cui vediamo il volto di Dio (…).

Riuniti a Kingston da ogni angolo della terra, Gesù parla ora, a tutti noi, campione piccolo ma rappresentativo del suo popolo santificato. Vogliamo ascoltarlo? L’esperienza del passato suggerisce che non vogliamo.…

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La menzogna del potere

Carissimo Pinocchiodi Massimo Giannini

Il potere mente. Per abitudine alla manipolazione e per istinto di conservazione. Non c´è bisogno di aver letto la prima Hannah Arendt, o l´ultimo Don De Lillo, per sapere che “lo Stato deve mentire”, o che il governo tecnicamente totalitario “fabbrica la verità attraverso la menzogna sistematica”. Ma nessun potente mente con la frequenza e l´impudenza di Silvio Berlusconi. Non pago di aver danneggiato il Paese che governa, in un drammatico e surreale “colloquio” elemosinato a Obama a margine di un vertice tra gli Otto Grandi del pianeta, il presidente del Consiglio torna sul luogo del delitto. E, dopo aver inopinatamente e irresponsabilmente denunciato al presidente americano la “dittatura dei giudici di sinistra”, lo “perfeziona”, raccontando la stessa delirante bugia agli altri leader del G8. Abbiamo già detto quale enorme discredito rappresentino, in termini di immagine internazionale, le parole scagliate contro l´Italia dall´uomo che dovrebbe rappresentarla al meglio nel mondo. Abbiamo già detto quali enormi “costi” imponga allo Stato, in termini di credibilità istituzionale, questo vilipendio della democrazia e dei suoi organismi.…

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Ecco cosa resta del complotto di Gelli trent’anni dopo

di Sandra Bonsanti

Finito lo sfogo per la mia intrusione oltre il cancello di Villa Wanda il Venerabile si abbandonò a espressioni di arrendevole rimpianto: «Avevo creato un’oasi di pace e di tranquillità per i migliori…». Questo era stata per lui la loggia P2. Era il 21 aprile del 1988 e Repubblica ebbe la prima intervista con Gelli, appena rilasciato dal carcere, e “Il Venerdì” quel servizio fotografico che ci aveva portato ad Arezzo. In quelle due ore ci accusò di tutto, ma soprattutto di aver distrutto la sua vita insieme a quel formidabile mezzo di controllo delle istituzioni che aveva progettato e costruito per ostacolare la trasformazione dell’Italia “in una roccaforte del marxismo”. Questa “nobile” interpretazione (la loggia segreta come uno dei molti strumenti della guerra fredda) fu sostenuta nel tempo anche da Francesco Cossiga, ma, trent’anni dopo la grande scoperta, va ancora ricordato che l’oasi creata da Licio Gelli fu tutt’altro.

Fu, prima di tutto, un potente intreccio di militari, politici, giornalisti, magistrati e finanzieri pronti ad appoggiare il passaggio, anche traumatico, se necessario, dalla Costituzione del ’48 a un’Italia gollista e presidenzialista secondo la massima ben riassunta da Gelli: «Governare non vuol dire perdere tempo ma risparmiarlo » (Sandro Neri, Parola di Venerabile).…

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Qualche nota sulla necessità del cambiamento politico e sul Pd

Via Merulana gremitadi Giovanni Bianco

I due recenti successi dell’area democratica e progressista, quello di maggio alle elezioni amministrative e quello di giugno ai referendum, hanno ridato speranza e vitalità alle opposizioni, che sembrano aver ritrovato maggior vigore, nonostante i tentennamenti e le ambiguità di taluni, e penso a Di Pietro, e sebbene il Pd fatichi ancora a trovare una sua stabile e certa identità nel centrosinistra.

I due buoni risultati non sono perciò da sottovalutare: nel Paese c’è desiderio di cambiamento, si è stanchi del cattivo governo dell’inossidabile B. e di una pseudodemocrazia infarcita di leggi ad personam, violazioni più o meno gravi della legalità, disprezzo delle massime istituzioni dello Stato, dileggio del potere giudiziario, assenza di una qualsiasi ed accettabile idea di “patriottismo costituzionale”, trionfo del servilismo e di gruppi di pressione che operano spesso nell’oscurità ed al di fuori delle regole.

Il “Paese reale” chiede una nuova fase politica, capace di coniugare istanze di rinnovamento etico e di riformismo adeguato e non retorico, ma decisamente collocato nel solco della migliore tradizione democratica, per la trasparenza, lo Stato di diritto e la giustizia sociale.…

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Giusta è solo la pace. A Kingston il movimento ecumenico dice no ad ogni guerra.

Fuori la Guerra dalla Storiadi Gianni Novelli e Lugi Sandri

«Gloria a Dio e pace sulla terra»: il tema della Convocazione ecumenica internazionale sulla pace (Iepc), decisa dal Consiglio ecumenico delle Chiese e svoltasi a Kingston, in Giamaica, dal 17 al 25 maggio, è stato modulato in diversificati e non facilmente riassumibili modi dai mille rappresentanti delle Chiese convenuti ai Caraibi; ma, volendo sintetizzare il senso del grande incontro così come condensato nel messaggio finale, si potrebbe tradurlo così: «Non esiste guerra giusta, esiste solo pace giusta».

La Convocazione è stata una tappa di un lungo cammino: la VI Assemblea generale del Cec (Vancouver, Canada, 1983) aveva lanciato il processo conciliare pace-giustizia-salvaguardia del creato, tema approfondito nella Convocation di Seoul del 1990. L’VIII Assemblea generale (Harare, Zimbabwe, 1998) aveva lanciato il “Decennio per superare la violenza” (2001-2010), durante il quale “Lettere viventi”, cioè gruppetti di persone, sono stati inviati nei Paesi del mondo in cui la gente, e le Chiese con essa, vive in situazioni di particolare difficoltà.…

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Basta con la guerra.La “degna rabbia” del Messico che non ne può più

Mexico City 149di Claudia Fanti

Il vaso è colmo: “Estamos hasta la madre”, non ne possiamo più, è stato il grido di migliaia e migliaia di messicani che si sono dati appuntamento l’8 maggio scorso nella Plaza del Zócalo della capitale, dove si è conclusa la Marcia Nazionale per la Pace convocata dal poeta Javier Sicilia per dire basta alla guerra «mal progettata, mal diretta e mal eseguita», scatenata dal presidente Felipe Calderón contro il narcotraffico (v. Adista n. 11/11). Partita il 5 maggio da Cuernavaca – dove il 28 marzo scorso è stato assassinato, all’uscita da un bar, il figlio del poeta, insieme ad altri sei giovani: uno degli innumerevoli casi di violenza contro cittadini innocenti – la marcia, organizzata dal Movimento per la Pace con Giustizia e Dignità, di cui fanno parte oltre 100 organizzazioni della società civile, si è svolta per 90 chilometri in silenzio, perché, come ha sottolineato Javier Sicilia, «il nostro dolore è così grande e così profondo, e l’orrore che ne deriva così immenso, che non vi sono parole per dirlo».…

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“Fammi passare quell’emendamento”

Waiting for Dawn - 06di Giovanni Bianconi e Fiorenza Sarzini

Ordini, consigli e indicazioni di voto: l’atteggiamento di Luigi Bisignani, nelle telefonate intercettate, è quello di un ministro, un sottosegretario o un leader di partito. Così, ad esempio, in una telefonata a Italo Bocchino e poi a Cirino Pomicino sollecita il passaggio di un emendamento per il finanziamento dei parchi che interessava al ministro Stefania Prestigiacomo. «Mi raccomando in commissione…» , quasi intima Bisignani ai suoi interlocutori. Si comporta come un ministro o un sottosegretario, un capogruppo parlamentare, un leader di partito. Invece non è niente di tutto questo, né riveste alcun incarico. Ma dà tanti e tali ordini, consigli e indicazioni di voto che per i pubblici ministeri di Napoli è al centro di un’associazione segreta «diretta a interferire sulle funzioni di organi costituzionali, amministrazioni pubbliche, enti pubblici» e altro ancora. Come? Gestendo informazioni e conoscenze. Spiega ai magistrati il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta: «Luigi Bisignani è persona estroversa, brillante, e ben informata… È amico di tutti, è l’uomo più conosciuto che io conosca.…

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Quando il potere non vuole avere regole

DSC_1516adi Franco Cordero

Cosa dicono del terremoto milanese i dolenti? Ancora stupefatti, vedono mani perfide. Da un anno l´eroico B. era sotto «massacro mediatico»: sia permesso ridere; lo stregone dei media è lui, cinque televisioni su sette, e sappiamo con quanto self-restraint le adoperi, discreto, equanime, sommesso. Bisognava escogitare qualcos´altro, e salta fuori il nemico interno: l´imprevisto scacco dipende da azioni maligne nell´ala cattolica militante; i chiamati in causa ribattono sulle truculente gaffes dell´apparato berlusconiano. L´alter ego fedelissimo entra nel merito ammettendo che l´Infallibile stavolta lo fosse alquanto meno. Il punto è cruciale: niente l´obbligava al referendum milanese in se ipsum, né gli conveniva muovere guerra universale (contro magistratura, Consulta, scuola pubblica, Europa, l´opinione dissidente): anziché fingere ipocrita minimalismo da buon politicante, sferrava insulti gratuiti; contendeva i poteri al Capo dello Stato; blaterava d´una riforma vandalica della giustizia, e non è il colmo della rettitudine da parte d´uno che trascina rognosi processi, essendosi salvato fortunosamente. Nell´etica greca gesta simili costituiscono hýbris, delitto contro gli equilibri naturali custoditi da Dike.…

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Una rivoluzione senza testa

di Issa Goraieb

È la forza delle sollevazioni arabe: perché si può fermare un leader, si può indebolire un regime, ma non si può arrestare un popolo

Ci si sbaglia a pensare che, congelando i beni in Europa dei tredici responsabili siriani, l’Ue, che segue in questo l’esempio degli Stati Uniti, abbia condannato alla fame questa combriccola di funzionari e prosperi uomini d’affari, tra cui un fratello e quattro cugini del presidente Bachar el-Assad. O che il divieto di soggiorno inflitto a questi personaggi, impedendo loro ogni accesso alla Costa Azzurra o a Cortina d’Ampezzo, li condanni crudelmente a ripiegare ormai su qualche volgare paradiso polinesiano in cui passare le vacanze. O ancora che l’embargo decretato sulle vendite di materiale antisommossa alla Siria possa seriamente impedirle di fare i suoi oscuri affari con i russi, gli iraniani, i cinesi o i coreani del Nord.

Vale a dire che con un migliaio di morti e 8mila arresti, la repressione esercitata contro i manifestanti in Siria è ancora lontana dal suscitare, da parte delle democrazie occidentali, reazioni comparabili a quelle che, molto in fretta, hanno sanzionato i regimi decaduti di Tunisia ed Egitto.…

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Viale del tremonti

Humordi Massimo Gramellini

No, questo è troppo. Anche per chi lo considera il principale responsabile del rimbecillimento televisivo di alcune generazioni di italiani, il trattamento che il vecchio attore a fine carriera Silvio Berlusconi sta riservando a se stesso è quasi straziante. Dopo aver incolpato Crozza per la sconfitta ai referendum, ieri ha telefonato a un convegno di italoamericani in Calabria presieduto dal fido onorevole Nucara. «Pronto?». La sua voce tristemente allegra ha echeggiato nella sala sgombra. Se n’erano già andati via tutti. Rimaneva solo un drappello di tecnici addetti allo smontaggio, che lo hanno sentito predicare il suo verbo berluscottimista in un deserto di sedie vuote, fili penzolanti e luci ormai spente. Richiamati precipitosamente dal buffet, il Nucara e un riccone italoamericano sono andati al telefono per ringraziare il vecchio attore e illuderlo che dietro di loro ci fosse un pubblico adorante in ascolto. Lui di rimando ha salutato le sedie ricoperte di panno bianco: «Viva gli Stati Uniti d’America, viva la Calabria, viva l’Italia!»…

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