“Kirche 2011″: rinnovamento o demolizione della Chiesa?

di Manfred Hauke

Il 3 febbraio 2011 un importante quotidiano tedesco, la “Süddeutsche Zeitung”, ha pubblicato un “Memorandum” firmato da 143 teologi di lingua tedesca sotto il titolo “Chiesa 2011: una partenza necessaria”.

Le richieste ricordano per molti aspetti la “Dichiarazione di Colonia” del 1992 e l’iniziativa “Noi siamo Chiesa” del 1995. La facoltà teologica più rappresentata tra i firmatari è quella di Münster, con 17 teologi, tra i quali il decano Klaus Müller. Una teologa di Münster, Judith Könemann, fa parte del comitato di redazione del promemoria (secondo quanto riferito da M. Drobinski sulla “Süddeutsche Zeitung” del 3 febbraio: “Theologen gegen den Zölibat”). Anche una richiesta molto specifica rinvia all’influsso di Münster, in particolare al professor Klaus Lüdicke: quella di costituire dei tribunali amministrativi per la Chiesa. Perciò potremmo anche chiamare il testo la “Dichiarazione di Münster” (DM).

Come occasione della DM, i suoi firmatari indicano il dibattito pubblico nell’anno scorso sugli abusi sessuali. Cercando le “cause dell’abuso, del tacere e della morale doppia”, sarebbe “cresciuta la convinzione che sono necessarie delle riforme profonde”.…

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Viva il popolo della libertà

stop censorship.di Tonio Dell’Olio

È un fiume di giovani che riempie le strade della città della Libia. Un fiume che non ha conosciuto altro che la dittatura che dura da oltre quarant’anni. Un popolo che per troppo tempo ha trattenuto questo respiro nei polmoni e ora urla. Come facciamo a non sentire quel grido come un giudizio severo e solenne verso l’omertà che ha spinto al silenzio e alla complicità chi ha barattato affari sulla loro pelle? In troppi hanno stretto e baciato quelle mani che vendevano il greggio e strozzavano il respiro. Quei giovani sono il popolo della libertà che oggi si ribella e reclama il proprio diritto a vivere liberi. Se le nostre democrazie avessero solo taciuto le avremmo giudicate ipocrite, cieche, irresponsabili. Invece hanno lucrato anch’esse – consapevoli – dalla sofferenza dei diseredati della libertà. Abusando di quella parola come un merletto che non ha stoffa. E se il popolo della libertà abita sull’altra sponda del Mare di mezzo, allora è sulle nostre democrazie che pesa la condanna per appropriazione indebita.…

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Una svolta necessaria

Paris: katedra st. Denis V - XIII w.; witraże w prezbiterium - opata Sugera (1140-1144)Dichiarazione di teologi tedeschi

È passato più di un anno da quando sono stati resi pubblici i casi di abuso sessuale perpetrati su bambini e ragazzi da preti e religiosi nel collegio Canisius di Berlino. Un anno che ha gettato la Chiesa cattolica in Germania in una crisi senza precedenti. Il quadro che oggi appare è ambivalente: molto si è cominciato a fare per rendere giustizia alle vittime, affrontare l’ingiustizia e scoprire le cause degli abusi, del silenzio e della doppia morale nelle proprie fila. Dopo lo choc iniziale, in molti cristiani e cristiane responsabili, con o senza incarichi ecclesiali, è cresciuta la consapevolezza della necessità di profonde riforme. L’appello ad un dialogo aperto sulle strutture di potere e di comunicazione, sulla forma del ministero ecclesiale e sulla partecipazione responsabile dei credenti, sulla morale e sulla sessualità, ha risvegliato attese, ma anche timori: si getta via un’opportunità, forse l’ultima, per superare la paralisi e la rassegnazione, evitando di affrontare i problemi o sottovalutando la crisi?…

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Un dialogo senza tabù come antidoto alla paura. Tutte le richieste dei teologi tedeschi.

Paris: katedra Notre - Dame; XIII w.; portal centralnydi Ludovica Eugenio

Non fa che crescere il numero di adesioni al drammatico appello dei teologi di lingua tedesca affinché la Chiesa, e in particolare quella tedesca – gravemente colpita, lo scorso anno, dallo scandalo degli abusi sessuali – compia una svolta radicale per riacquistare la credibilità perduta, di fronte a se stessa e al mondo: i teologi firmatari, che erano inizialmente 143, sono diventati, al 15 febbraio, ben 250 (v. Adista n. 12/11) Diversi i nomi noti tra le firme del “Memorandum”, intitolato “Chiesa 2011: una svolta necessaria”, tra cui quella di Dietmar Mieth, dell’Università di Erfurt e Tübingen, che nel gennaio 1989 fu, insieme a Norbert Greinacher, promotore della cosiddetta “Dichiarazione di Colonia per una cattolicità aperta” (v. Adista nn. 11 e 25/89), firmata da 162 docenti di teologia cattolica di lingua tedesca (che diventarono nel giro di qualche mese più di 220): la Dichiarazione di Colonia ebbe un tale seguito che, rapidamente, ne furono promosse di analoghe in Belgio, Francia, Spagna, Italia, Brasile e Stati Uniti; nella Repubblica Federale Tedesca fu sottoscritta da 16mila tra parroci e laici e in Olanda da 17mila.…

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Una “svolta necessaria”: 143 teologi tedeschi contro la “pace tombale” nella Chiesa

di Ludovica Eugenio

«In quanto professoresse e professori di teologia non possiamo più tacere. Sentiamo la responsabilità di contribuire ad un autentico nuovo inizio: il 2011 deve diventare un anno di svolta per la Chiesa». E se l’anno passato, con lo svelamento dei tanti casi di abusi sessuali, ha visto innumerevoli cattolici lasciare la Chiesa (v. Adista n. 3/11), quest’ultima «deve capire questi segnali per uscire essa stessa da strutture fossilizzate, per riconquistare nuova forza vitale e credibilità». È questo il cuore del manifesto, intitolato “Chiesa 2011: una svolta necessaria”, che 143 teologi cattolici di università tedesche, austriache e svizzere hanno sottoscritto, chiedendo la fine del celibato sacerdotale e l’apertura del sacerdozio alle donne, oltre alla partecipazione popolare nella elezione dei vescovi, pubblicato il 3 febbraio scorso sul quotidiano bavarese Süddeutsche Zeitung (per il testo integrale, v. il prossimo numero di Adista Documenti).

«Autocritica», «accoglienza di impulsi critici», «comunicazione», «dialogo», «svolta» sono i termini più ricorrenti in questo lungo documento, che sottolinea come le parole e l’azione della Chiesa, le sue regole e le sue strutture debbano essere improntati ai «parametri teologici fondamentali» derivanti dall’impegno della Chiesa nei confronti del Vangelo; e fondamentali per una Chiesa credibile, che sono «assoluto rispetto di ogni persona umana, attenzione alla libertà di coscienza, impegno per il diritto e la giustizia, solidarietà con i poveri e gli oppressi».…

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Attacco allo Stato

Not My Presidentdi Carlo Galli

E’ guerra contro lo Stato. Non si può diversamente interpretare l’impressionante escalation di cui ieri Berlusconi si è reso protagonista, alzando il livello dello scontro fino a un punto di non ritorno. Che questa sia per lui, con ogni evidenza, la partita finale è chiaro da espressioni estreme come «golpe morale contro di me», come «inchieste degne della Ddr», come «l´ultimo giudice è il popolo». Così, ancora una volta, Berlusconi afferma la propria superiorità carismatica e populistica contro l´ordinamento, contro le leggi. Il Princeps legibus solutus nella sua versione contemporanea gioca il popolo contro lo Stato. Il suo popolo, naturalmente: una potente astrazione, confezionata dal suo potere mediatico, una sua proprietà patrimoniale che non ha nulla a che fare col popolo di una moderna democrazia. Che non è massa ma cittadinanza, che non è visceralità prepolitica ma appartenenza consapevole a un destino comune in una rigorosa forma istituzionale Del resto, «fare causa allo Stato» è stata un´altra recentissima manifestazione del furore di Berlusconi.…

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Liberare l’8 marzo

8 marzodi Maria Rita Rendeù

L’8 marzo richiede un po’ di quei “credo che” di solito giustamente aborriti ma che qui servono per mettere a tema un vissuto collettivo colto inevitabilmente attraverso le proprie “viscere di genere”. Non sono mai riuscita a fare mie le teorie su Dio madre (per un maschio degno di questo nome da rintracciare nell’universo mi è sempre sembrato uno spreco far fuori anche lui nel giro di due soli millenni e farlo diventare una lei), ma sfidando il rischio di pericolosi fraintendimenti oso ancora credere che l’essere donna sia essenzialmente grazia, intesa come il manifestarsi della sovrana gratuità del non dovuto e del non calcolato, oltre l’esistente in cerca del non prevedibile della vita. Immaginare il domani oltre gli stereotipi del presente spesso tramutati in catene del destino: che altro hanno fatto nel corso di una lunga storia di liberazione le nostre sorelle sante, streghe, puttane e madonne se non tentare attraverso tale grazia di essere “semplicemente” donne?…

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L’ingegnere Gadda ha una nuova casa

carlo emiliodi Paolo Di Stefano

Il tormento intimo di Carlo Emilio Gadda, che è proprio di tutta la sua opera, si riflette nella sua inquietudine editoriale. Comincia con le Edizioni di Solaria nel ’31, passa a Parenti, poi alla Le Monnier. Negli anni Cinquanta pubblica con Neri Pozza, con Vallecchi e con Sansoni prima di dividersi tra Einaudi e Garzanti. Quando, nel ’63, Gadda consegna La cognizione del dolore allo Struzzo, Livio Garzanti si inalbera e devono intervenire gli avvocati per risolvere la querelle. Ma alla lunga sarà Garzanti ad avere la meglio, tant’è che fino a oggi, con qualche eccezione, i libri di Gadda hanno trovato la loro sede più sicura presso la casa editrice milanese toccando il culmine, tra il 1988 e il 1993, con l’opera omnia in cinque volumi, a cura di Dante Isella. Tra le infedeltà postume c’è Adelphi, con cinque titoli: Le bizze del capitano in congedo (1981), Il tempo e le opere (1982), Lettere a una gentile signora (1983), la raccolta di interviste Per favore mi lasci nell’ombra (1993), Villa in Brianza (2007).…

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Scegliere è un diritto, serve una buona legge

Nadia Scotti, Giannino Busato e Mina Welbydi Ignazio Marino

Ancora pochi giorni e la Camera tornerà a occuparsi di testamento biologico. Un argomento che divide, che vede spesso prevalere sul buon senso e sul ragionamento scientifico l’ideologia e l’arroganza. Il progetto di legge che arriverà in Parlamento, per come lo conosciamo ora, è un testo in cui si promette una cosa e se ne fa un’altra. Si introduce il testamento biologico, salvo stabilire che non è vincolante. Insomma vale poco e niente dal momento che il medico potrà non tenere conto delle indicazioni che vi sono contenute. Non è una contraddizione di poca importanza.

Sono passati due anni da quando sembrava imminente l’approvazione di una legge in materia, allora fortemente voluta dal governo Berlusconi per intervenire nella vicenda di Eluana Englaro. Oggi, a distanza di tempo, le posizioni non appaiono sostanzialmente mutate. Restano intatti gli schieramenti, trasversali ai partiti, che da sempre si vanno formando attorno a questo tema. I difensori della vita, così si definiscono loro, convinti assertori della sacralità e intangibilità della vita anche quando la sola vita che resta è quella di un corpo privo di funzioni cerebrali, indissolubilmente legato a macchinari che ne mantengono artificialmente alcune funzioni essenziali.…

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Tornare alla legge

di Davide Rondoni Ci tocca vivere in una epoca strana. Esaltante e inquietante. Di rovesciamenti. Di nebbie. Di ricapitolazioni. Un’epoca in cui le parole elementari dell’esistenza umana sono diventate terreno di diatriba. Un’epoca in cui con le leggi non si deve solo arginare le malefatte, le delinquenze: ma con la legge si devono mettere i sacchi sabbia, rinforzare gli argini, mettere paglia e terrapieni perché non dilaghi una strano desiderio di morte. Ormai si tratta di dover riscoprire, anche attraverso il dibattito giuridico, e poi parlamentare e quindi politico, il significato di parole elementari. Ci è dato di vivere questo tempo. Può essere vissuto come una grande occasione per rimettere a fuoco le parole principali della esperienza umana. Sono in “crisi” (cioè in verifica, in messa alla prova) non solo le parole che indicano le più alte questioni – come Dio o destino – ma anche quelle elementari, che sono la pelle, la materia, il sangue normale della esistenza umana: la parola figlio, la parola nascita.…

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