Il governo galleggiante dei consensi comprati

di Eugenio Scalfari

CI SONO alcuni fatti che tengono banco in questa giornata che precede di 72 ore la conta del 14 dicembre (se conta ci sarà). Li enumero: il calcio-mercato e l’intervento della Procura di Roma che ha aperto un’inchiesta per reato di scambio di voti; la piazza di San Giovanni dove il Pd ha chiamato a raccolta i suoi militanti; la lettera diramata dalle cosiddette colombe del Pdl e dei finiani affinché “in extremis” si trovi un accordo tra i due partiti che eviti lo scontro sulla fiducia. Ma infine e soprattutto che cosa accadrà dal giorno dopo in poi, quando, superata in qualche modo quella scadenza, bisognerà affrontare il tema della strategia per quanto riguarda la coesione sociale, la tenuta finanziaria del debito e la crescita economica. I protagonisti sono numerosi. Fin troppo numerosi e portatori di variabili che rendono difficile la quadra, per esprimersi nel lessico di Umberto Bossi. Facciamone i nomi: Berlusconi innanzitutto, Fini, Casini, Bersani (per dire il Partito democratico), Bossi.…

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Allarmati!

di Alex Zanotelli

“Quando tanti popoli hanno fame, quando tante famiglie soffrono la miseria, quando tanti uomini vivono immersi nell’ignoranza, quando restano da costruire tante scuole… ogni sperpero pubblico o privato, ogni spesa fatta per ostentazione nazionale o personale, ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi”(Paolo VI, 1967 Populorum Progressio, n.53). Sono parole che potrebbero risuonare con drammatica attualità ancora oggi. Nelle nostre chiese, per esempio, proprio a Natale, quando si celebra la nascita del Principe della Pace. Dobbiamo riscoprire il coraggio profetico di un Magistero della Chiesa che ha condannato senza se e senza ma la guerra e la corsa agli armamenti con innumerevoli documenti che rischiano di restare a prendere polvere in qualche scaffale. Lasciando il posto a nuove teorie basate sulla sicurezza, sulla competitività e sulla fedeltà agli alleati. Al calcolo e all’interesse e non alla freschezza di un annuncio evangelico.…

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Libertà religiosa, cuore di tutte le libertà.

Verso la Giornata mondiale della pace 2011:Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2011

“Libertà religiosa, via per la pace”. Questo il tema scelto da Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata Mondiale per la Pace del 2011. La giornata – che si celebra dal 1968 il primo giorno di ogni anno – porrà dunque l’accento sul tema della libertà religiosa. Ciò, mentre nel mondo si registrano diverse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa, di discriminazione e marginalizzazione basate sulla religione, fino alla persecuzione e alla violenza contro le minoranze. La libertà religiosa, essendo radicata nella stessa dignità dell’uomo, e orientata alla ricerca della “immutabile verità”, si presenta come la «libertà delle libertà». La libertà religiosa è quindi autenticamente tale quando è coerente alla ricerca della verità e alla verità dell’uomo. Questa impostazione ci offre un criterio fondamentale per il discernimento del fenomeno religioso e delle sue manifestazioni. Essa consente infatti di escludere la «religiosità » del fondamentalismo, della manipolazione e della strumentalizzazione della verità e della verità dell’uomo.…

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L’ecclisse della politica

di Giuseppe Savagnone

Quando si inaugurò la stagione della cosiddetta Seconda Repubblica, molti pensarono che il Paese stesse finalmente superando una lunga fase di turbolente contrapposizioni ideologiche, per assumere finalmente la logica dell’alternanza democratica, propria degli altri grandi Stati europei. Quest’aspettativa si è rivelata illusoria. Noi siamo oggi alle prese con una profonda crisi, prima ancora che politica, etica e culturale, da cui sembrano paralizzati entrambi quegli schieramenti che, in teoria, avrebbero dovuto garantire, con la loro dialettica, il corretto funzionamento delle istituzioni. Tanto da far rinascere una “voglia di centro” che ricorda la famigerata Prima Repubblica.

È all’interno di questa crisi che è stato possibile, a un governo di destra, varare una legge elettorale, definita dal suo stesso ideatore “una porcata”, che ha spogliato i cittadini del diritto di scegliere i loro rappresentanti, consegnandolo ai leader dei partiti, senza che il successivo governo di sinistra potesse o volesse cambiarla.

Così come è all’interno di questa crisi che una forza di netta minoranza come la Lega è riuscita, nel vuoto degli altri partiti, a dettare l’ordine del giorno del governo e, cosa ancora più grave, a imporre uno stile di aggressività e di volgarità verbale e comportamentale che ha imbarbarito la vita pubblica in modo forse irreparabile.…

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Politica e partecipazione. “Fabbriche” di democrazia partecipativa

di Giambattista Scirè

Non c’è dubbio che i mutamenti nella società e nelle istituzioni siano oggi così forti da imporre revisioni profonde di strumenti e di contenuti. La classe dirigente del Paese è sempre stata troppo impegnata alla conquista del consenso per poter riuscire ad accogliere i messaggi che provengono dalla base di una società in continuo mutamento. La politica si è fatta dunque più complessa e articolata di quanto non prevedessero i partiti. Esiste una società sommersa, sempre più numerosa e, all’interno di questa, un’ampia e variegata sinistra inquieta. In altri termini, è in atto una crisi di rappresentatività della società nel nostro sistema politico, che è l’altra faccia, ben al di là della gravissima questione morale, che è più sintomo che causa del crescente processo di delegittimazione istituzionale che viviamo in questi ultimi mesi.

Va premesso che questa crisi non solo del sistema dei partiti, ma anche della stessa forma partito, non può e non deve portare ad un indifferenziato rifiuto qualunquistico della funzione dei partiti.…

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Il ciclone WikiLeaks e il bisogno di capire

di Ezio Mauro

CHE dice di noi, il ciclone WikiLeaks? Si può cominciare a rispondere, oltre le voci segrete degli ambasciatori americani svelate dai cable che Juban Assange ha rovesciato sul mondo, prima di consegnarsi all’arresto a Londra, per l’accusa di stupro. Questa vicenda parla di tre cose che potremmo riassumere in una formula: informazione, potere e democrazia al tempo di Internet. Internet, oggi giunto alla sua massima potenza, è lo strumento usato da WikiLeaks per scardinare i forzieri della superpotenza diplomatica americana ed estrarne i segreti che riguardano tutto il mondo, dal Medio Oriente alla Cina, all’Iran, all’Europa, alla Corea. Il primo problema è la vulnerabilità dei segreti di Stato. Ovviamente le democrazie – e una grande democrazia come gli Stati Uniti – sono più esposte a queste infiltrazioni dei sistemi chiusi e bloccati come gli Stati autoritari, sia per la libertà dei mezzi d’informazione e l’autonomia dei soggetti sociali, e sia perché seguono regole e procedure collaudate e conosciute nello scambio interno di dati e notizie su alleati, competitori e avversari.…

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Il valore delle regole condivise

di Paolo Pombeni

Non sono tempi facili per affrontare discussioni di principio, considerando lo scontro al calor bianco dì cui siamo spettatori. Eppure riandare con pacatezza ai principi che reggono un sistema politico aiuterebbe tutti a costruire un contesto gestibile e soprattutto ad apprezzare l`architettura costituzionale che tiene conto della necessità di governare le turbolenze della politica incanalandole in modo che non facciano danni. Uno dei punti centrali della gestione di un contesto democratico è senza dubbio quella “sovranità popolare” a cui è facile appellarsi come strumento per risolvere le diatribe in corso, ma che è anche una risorsa delicata che, se mal gestita, può provocare un corto circuito che fa saltare il sistema. Il principio per cui è il popolo attraverso le elezioni a giudicare la condotta della classe politica, promuovendola o punendola, è un cardine irrinunciabile. Il problema è.decidere “quando” il popolo debba esercitare questa prerogativa. A scadenze fisse (al termine di ogni legislatura), oppure ogni volta si ritenga giusto rimettere al giudizio delle urne un comportamento particolare della classe politica?…

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Partorire idee e bambini

di Gianni Vattimo

Neppure Hannah Arendt, una delle grandi donne filosofe del nostro tempo, che ha opposto alla centralità dell’ “essere per la morte” di Heidegger il concetto di natalità, sembra aver colto tutta la portata filosofica di quell’elementare evento originario che è il partorire. Francesca Rigotti, che insegna filosofia nella università di Lugano, vede anche in fatti come questo, tra i tanti che costellano tutta la storia del pensiero occidentale, il segno che la filosofia, mentre ha dedicato tanta attenzione alla nozione di creatività, non ha mai saputo collegarla al fatto elementare del parto. Dimenticando anche l’origine delle tante metafore che adoperiamo per parlarne, a cominciare dal termine “concetto”: qualcuno si ricorda che è il prodotto di un concepimento? Certo si dice che una mente è “feconda”, che un’idea è “partorita”, ma persino quando si parla del parto nel senso letterale si fa attenzione soprattutto a chi nasce, non alla partoriente, eppure la nascita è una faccenda che impegna due soggetti, non solo chi viene al mondo.…

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Appunti su solidarietà nazionale e democrazia compiuta in Aldo Moro

di Raniero La Valle

L’on. Galloni ha riferito che nella riunione della Democrazia Cristiana a piazza del Gesù del 5 maggio 1978, quattro giorni prima dell’uccisione di Moro, Fanfani disse che ormai la figura di Moro era distrutta, mai più sarebbe stato possibile che diventasse Presidente della Repubblica, e che ormai si poteva solo salvargli la vita. Non ci riuscirono. Ma quale vita gli avrebbero salvato? Gli avrebbero salvato la nuda vita, perché per il resto lo avevano spogliato di tutto. Essenzialmente gli avevano tolto la parola. Come è argomentato nel libro di Miguel Gotor sulle Lettere dalla prigionia di Aldo Moro (Einaudi, Torino, 2008) le lettere di Moro furono la vera posta in gioco dello scontro e della trattativa tra lo Stato e le Brigate Rosse nei 55 giorni del sequestro, gli uni per sottrarle e nasconderle, gli altri per usarle; lo stesso ordine di apparizione delle lettere appartiene a una strategia, sia durante il sequestro, quando Mario Moretti le sottoponeva al vaglio del comitato brigatista che ne decideva la divulgazione, sia dopo, nel duplice strano ritrovamento di via Montevoso a Milano, la prima volta il 1 ottobre 1978, a pochi mesi di distanza dall’evento, e la seconda volta, dodici anni dopo, l’11 ottobre 1990, quando ormai rimosso il muro di Berlino e venuta meno la tragica contraddizione in cui l’azione politica di Moro si era inserita, la portata dirompente delle lettere era in gran parte venuta meno.…

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L’istruzione precaria

di Carlo Galli

La via crucis della riforma Gelmini è terminata, con la sua approvazione alla Camera. Non è una riforma epocale, come sostiene la ministra, se non per le modalità con cui il Palazzo l´ha varata, contro la protesta – questa sì nuova, per l´imponenza della mobilitazione giovanile, macchiata da qualche violenza dei centri sociali – che ha pesantemente interessato le città del nord, del centro, del sud. Una riforma che passa con i voti in aula e, nelle piazze, con i colpi di manganello e di lacrimogeni, reali e simbolici. Altro non è, infatti, l´affermazione di Berlusconi che i giovani per bene sono quelli che stanno a casa a studiare, uno stereotipo reazionario dei tempi del Sessantotto, per di più sulla bocca di chi pare frequentare abitualmente non la gioventù studiosa, quanto piuttosto quella avvenente e compiacente. E’ una riforma contrabbandata come rivoluzionaria, poiché sarebbe in grado di sconfiggere le “baronie”, il mostro che a sentire la destra è responsabile di ogni male dell´Università – della corruzione, del clientelismo, del nepotismo, dell´inerzia, della proliferazione delle sedi, dei fuoricorso, delle ingiustizie concorsuali.…

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