Ricordo di Raimon Pannikar. Un maestro di dialogo intra-religioso
di Francesco Comina
Nato nel 1918 a Barcellona, ordinato sacerdote nel 1946, il filosofo e teologo indo-catalano, Raimon Panikkar, si è spento il 26 agosto scorso nella sua casa di Tavertet, paese dei Pirenei, non lontano dalla sua città natale. Panikkar ha vissuto una parabola teologica che lo ha visto maturare, dalle sensibilità più conservatrici dell’Opus Dei fino alle esperienze più di frontiera.Raimon Panikkar non era una linea, era un cerchio. E forse non era nemmeno, ma è, perché continua ad esistere in quel flusso di energia che si sprigiona direttamente dalla sorgente.Non amava molto parlare di futuro né di passato. Pensava al presente come ad un tempo che riassorbe in sé passato e futuro. Aveva coniato il termine tempiternità. Essere, diceva, significa stare, “oltre le alienazioni, oltre le infiltrazioni tecnologiche che cercano in tutti i modi di distrarci dalle cose ultime, dalle cose profonde”. Vivere la nudità ontologica era per lui la forma più vera di vivere il Vangelo. Un giorno, così lo sentii commentare la vita di s.…
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