Il disagio dei cattolici e la speranza del Vangelo

di Felice Scalia

Basta che qualcuno ti conosca come cattolico per sentire su di te diffidenti occhi scrutatori ed una sorta di compassione più o meno benevola. Un simile disagio non risparmia nessuno: da chi si sposa in chiesa, al prete che fa lezione di religione a scuola. Appartieni alla “Chiesa del no”, alla Chiesa che tace sulle derive xenofobe e razziste di governi e amministrazioni, che parla solo se è in pericolo l’8 per mille, che non ha misericordia… Preoccupato dell’uomo e della vita abietta che conduce la maggior parte dell’umanità, il cristiano è lacerato dal trovarsi in mano un Vangelo della vita, ma di appartenere ad una Chiesa che questo Vangelo – a giudizio di tanti – lo oscura, lo tradisce, lo strumentalizza. Questo è il vero “disagio” di tanti cattolici oggi, e per questo si sono riuniti a convegno a Napoli – gli scorsi 17-19 settembre – gruppi e persone che vogliono dire “basta” ad una situazione pastorale insostenibile, ma al di fuori di quella sottile forma di disperazione che è la nuda contestazione o il lamento.…

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Tra oppressione e rivolta

di Yves Poulain

A fine aprile ho partecipato, come membro della delegazione dell’Associazione France Palestine Solidarité, alla V Conferenza internazionale per la resistenza popolare palestinese, tenutasi a Bil’in, villaggio (ormai emblematico) di questa Cisgiordania sotto occupazione israeliana, a 25 km a ovest di Ramallah e in prossimità del famoso “muro”. Questo muro di separazione eretto tra le colonie israeliane e i Territori palestinesi, molto spesso all’interno di questi ultimi, che trancia e frammenta nella totale impunità, permettendo inoltre al potere israeliano di radicarsi e di accrescere la sua opera di annessione e dominazione.

Per mancanza di spazio, non riporterò che qualcuna delle cose che mi hanno maggiormente impressionato. La Conferenza, durata tre giorni, con molti interventi, contatti e visite sul territorio, è stata solennemente aperta alla presenza di una delegazione composta da più di 20 consoli di Paesi stranieri, tra cui la Francia. Erano presenti anche, tra gli altri, il primo ministro dell’Autorità palestinese Salam Fayyad e il nuovo patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Atallah Hanna, i cui interventi sono stati particolarmente interessanti.…

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Il concilio mancato

di Raniero La Valle

C’è stato a Napoli, a metà settembre, il terzo degli incontri promossi da cristiani non dimentichi del Concilio e desiderosi di rimettere al centro “Il Vangelo che abbiamo ricevuto”. I primi convegni, nei due anni precedenti, si tennero a Firenze, sull’onda di una sofferenza diffusa sulla situazione della Chiesa di oggi, soprattutto italiana; ma furono evitati i toni polemici e contestatari per volgere il discorso soprattutto al positivo. Quest’anno, sotto il titolo bonhoefferiano “Pregare e fare ciò che è giusto tra gli uomini”, si è parlato della crisi: in Italia, della democrazia, della Costituzione e della giustizia; nella Chiesa, del Concilio; e qui la domanda è stata se il Concilio fosse stato tradito. Certamente c’è un conflitto sul Concilio, esploso alla luce del sole in occasione del richiamo in servizio del vecchio ordinario della Messa tridentina, e della reintegrazione dei vescovi scismatici di Lefebvre. Il terreno su cui si svolge il conflitto è quello delle interpretazioni del Concilio, ed è bene che la discussione sia uscita allo scoperto.…

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La macchina da guerra che schiaccia il dissenso

di Eugenio Scalfari

Da un lato Gianfranco Fini e la famiglia Tulliani, dall’altro il comunicato di un ministro della Giustizia dell’isola caraibica di Santa Lucia, i giornali della famiglia di Silvio Berlusconi e lo stuolo di “aiutanti” che si sono prodigati per incastrare il presidente della Camera.

La posta dello scontro è la distruzione politica dell’uno o dell’altro con le conseguenze che possono derivarne per tutto il paese. Esamineremo tra poco queste conseguenze, ma prima dobbiamo mettere a fuoco il video con il quale Fini si è ieri sottoposto al giudizio dell’opinione pubblica nazionale e internazionale. A tale proposito e a titolo di premessa anticipo una riflessione: la risposta di Fini è comunque tardiva, poteva e doveva arrivare molto prima, subito dopo le notizie pubblicate dal “Giornale” di Feltri. Il presidente della Camera disse allora con una pubblica dichiarazione (e l’ha ribadito nel video di ieri) che nulla aveva mai saputo fino a quel momento della vicenda concernente l’abitazione di Montecarlo a suo tempo venduta ad equo prezzo (secondo le valutazioni di allora) da Alleanza nazionale che ne era proprietaria.…

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L’Europa meticcia non può rifiutare i rom

di Jacques Le Goff

La direttiva del governo francese riguardo alle espulsioni era concepita in modo inammissibile: mettendo l´accento sull´identità dei rom risultava un´operazione discriminatoria e, al limite, razzista. Certo, la vicepresidente della commissione europea Viviane Reding, comparando la misura ai provvedimenti tedeschi durante la seconda guerra mondiale, ha evidentemente esagerato. Ora, al di là delle reciproche scuse, è chiaro che in Europa esiste un problema e una questione dei rom. È mia convinzione che questo problema debba essere regolato attraverso una politica specifica concordata in sede europea. Occorre varare un regolamento al cui rispetto siano tenuti tutti i paesi dell´Unione, al di là del fatto che il numero dei rom sia diverso in ciascun paese e che i governi europei oggi siano divisi tra quelli che hanno un atteggiamento piuttosto accogliente e quelli invece (come l´italiano) che sembrano porsi in maniera tendenzialmente ostile. Penso che la cosa più importante da fare oggi sia aprire un confronto tra i rappresentanti di tre diverse parti: le diverse comunità rom, i governi nazionali e l´Unione europea.…

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Don Puglisi, Santo! E martire di mafia? Il Vaticano tentenna

di Luca Kocci

Diciassette anni fa, la sera del 15 settembre 1993, veniva ucciso don Pino Puglisi, parroco a Brancaccio, a Palermo. È stato ricordato dalla diocesi con una fiaccolata notturna, lo scorso 14 settembre, partita da quella che era la sua parrocchia, San Gaetano, fino a piazza Anita Garibaldi, dove abitava e dove è stato ucciso; e con una messa solenne, nel pomeriggio del 15, nella cattedrale di Palermo, presieduta dall’ex arcivescovo, il card. Salvatore De Giorgi.

Oltre alle dovute celebrazioni locali c’è però ben poco. In particolare il processo di canonizzazione – per il quale è stato appena nominato un nuovo postulatore, mons. Vincenzo Bertolone, vescovo di Cassano allo Ionio (Cs) – è fermo al palo: ha superato la fase diocesana ma è bloccato a Roma. Attorno ad un nodo: il riconoscimento del martirio del prete, che peraltro consentirebbe di non attendere i due miracoli necessari alla canonizzazione e quindi di accelerare i tempi dell’iter.…

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Un partito non è chiesa o bottega

di Giovanni Deluna

«Al mattino discutevamo con rabbia, al pomeriggio discutevamo le regole e la nostra testa diventava un’altra». Così Vittorio Foa, che proprio questo 18 settembre avrebbe compiuto 100 anni, ricordava i tempi dell’Assemblea Costituente. Era l’Italia che riscopriva la democrazia. Era l’antifascismo che si presentava al paese: pluralismo politico e pluralismo sociale; legittimazione delle differenze; democrazia come partecipazione e non solo come garanzia; il conflitto politico, il confronto anche duro tra maggioranza e opposizione, coniugato con il rispetto delle regole, con la condivisione di una comune appartenenza a uno spazio pubblico saldamente presidiato dai valori della giustizia e della libertà. Fu quello il retroterra culturale ed esistenziale da cui scaturì il «miracolo» della nostra Costituzione. Vittorio Foa, eletto nel 1946 nelle sparute file del Partito d’Azione, ne fu un protagonista assoluto. Un libro appena uscito – Vittorio Foa, Scritti politici. Tra giellismo e azionismo a cura di Chiara Colombini e Andrea Ricciardi (Bollati Boringhieri) – ci consente ora di ripercorrere i lineamenti ideali e le posizioni teoriche che segnarono il Foa di quella fase.…

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Breve critica di alcune tesi del Documento preparatorio della settimana sociale dei cattolici italiani

di Giovanni Bianco

1. Nello sviluppare alcune brevi riflessione su taluni aspetti rilevanti del Documento preparatorio per la 46a settimana sociale dei cattolici italiani ritengo sia importante riuscire a cogliere sia i contenuti più interessanti e condivisibili del testo sia quelli più controversi e confutabili.

E’ di sicuro da apprezzare il tentativo di offrire una lettura ragionata e ben calibrata della globalizzazione, al di là della crisi (introduzione del documento). Tuttavia manca, secondo il mio sommesso parere, un’adeguata analisi critica dei limiti e dei difetti della globalizzazione stessa, dell’economia mercantilista globale, dominata da poche multinazionali e forti poteri economico-finanziari (sul punto mi limito a rinviare ad alcuni importanti autori, tra cui Danilo Zolo e Bockenforde, ed a quanto scritto nel “Manifesto della sinistra cristiana” del 2008, in cui si parla delle “mani invisibili del mercato”).

2. Resto, inoltre, perplesso per il discutibile tentativo di collocare la valorizzazione del principio di solidarietà oltre lo Stato, in un assetto “poliarchico” in cui viene meno il ruolo di indirizzo di quest’ultimo.…

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La crisi di un partito senza identità

di Giorgio Ruffolo

C’è chi dice che il Partito democratico non c’è più. C’è chi dice che non c’è mai stato. Sulla sua esistenza  grava un peccato originale. Pur di non riconoscersi in un’identità socialista questo nuovo partito ha scelto un non-luogo politico esponendosi al rischio, puntualmente verificatosi, di costituirsi come congerie di gruppi e progetti disparati. Parlai allora, esprimendo le mie riserve, di “salade nicoise”. Il fatto è che le identità politiche non si inventano con brillanti improvvisazioni. Sono storia e memoria, non slogan che degradano la politica in pubblicità.

Questa sua condizione di nomade politico si è subito rivelata nella difficoltà di trovare una collocazione politica precisa in Europa e nella pretesa che fossero i partiti socialisti europei a rinunciare alla loro identità in nome di non si sa che cosa.

Ma c’è di più. Il nobile e ambizioso  proposito di realizzare  la confluenza  in una nuova forza politica di due grandi correnti sociali, una sinistra laica e una sinistra cattolica, avrebbe richiesto la elaborazione di un progetto di società come fondamento ideologico del nuovo partito.…

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Nel labirinto ci serve ancora la sua bussola

di Ernesto Ferrero

L’enfasi celebrativa con cui di solito ci occupiamo di ricorrenze e anniversari sta a significare il suo contrario: celebriamo rumorosamente i grandi scomparsi per meglio auto-esentarci dal dovere di rileggerli. Con Italo Calvino questi rischi non si corrono. I venticinque anni che sono passati dalla sua prematura scomparsa (aveva da poco passato i sessanta) servono a capire ancor meglio quanto ci sia (sempre più) necessario, addirittura indispensabile. E cade opportuna la dedica di «Portici di Carta» anche perché il sardo-ligure Calvino qui aveva trovato il suo habitat naturale. Di Torino, scrisse, gli piaceva «l’assenza di schiume romantiche, il far affidamento soprattutto sul proprio lavoro, una schiva diffidenza nativa, e in più il senso sicuro di partecipare al vasto mondo che si muove e non alla chiusa provincia, il piacere di vivere temperato di ironia, l’intelligenza chiarificatrice e razionale». Lo aveva attratto «un’immagine sociale e civile» più che «letteraria». Qui ha messo a punto la sua strategia cognitiva. Figlio di scienziati, e scienziato per abito mentale egli stesso, Calvino elabora nientemeno che un nuovo modo di vedere il mondo al di là delle vecchie convenzioni neo-impressioniste o neoespressioniste.…

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