“Scelta saggia per ripartire dopo i disastri”

intervista a Gianni Gennari, a cura di Giacomo Galeazzi

«Nulla sarà più come prima, il Papa è sceso in campo in prima persona», evidenzia il teologo Gianni Gennari, firma storica di Avvenire, il quotidiano della Cei.

Cosa cambia con il «giro di vite» di Benedetto XVI?

«In teoria cambia tutto, perché queste sono le nuove norme universalmente valide: procedure più veloci anche senza vero processo (che richiederebbe tempi lunghi) e possibilità per i casi limite, frequentissimi, di riferirsi direttamene al Papa per l’espulsione dal clero. La presenza di laici nei Tribunali (spero uomini e donne) potrà essere positiva, e il raddoppio della prescrizione è un vero segno di “tolleranza zero”. Si tratterà di vedere come poi queste norme saranno applicate, ma prima di tutto si dovrà predisporre la formazione umana e spirituale dei futuri preti nel campo di una sessualità matura e responsabile. L’illusione che pubblicato un documento tutto sia risolto nessuno può coltivarla: i “Dieci Comandamenti” hanno tremila anni. La pubblicazione di queste norme è un punto di ripartenza dopo tanti disastri: troppi».…

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Quelle toghe sporche

di Paolo Flores d’Arcais

Magistrati integerrimi e imparziali sono l’ultima difesa per il cittadino dal governo assoluto e criminale. Quando un regime riesce a infiltrare anche la magistratura, piegandola al proprio servizio, un paese sventurato è già entrato nel tunnel del totalitarismo. Da quasi vent’anni un ex chansonnier per croceristi, in foia di dominio mussoliniano, va ripetendo, con la potenza di fuoco della sua dittatura mediatica, che il cancro dell’Italia sono i giudici politicizzati, le “toghe rosse”. Pura falsità, contraddetta da infiniti magistrati dei “suoi” processi, molto spesso di simpatie politiche decisamente a destra. Ma “soggetti solo alla legge”.

Esiste invece il cancro delle “toghe sporche”, dei magistrati che vorrebbero le procure come “porti delle nebbie”, dei giudici che vendono le sentenze. Pochi, ma sempre troppi. Definitivamente troppe, soprattutto, le “toghe di regime”, sensibili alle sirene del potere che dovrebbero controllare, o addirittura irretite e infine attivamente succubi. Toghe come Antonio Martone, Giacomo Caliendo e Arcibaldo Miller, intercettate in combutta con la P3 di Dell’Utri, Verdini e Carboni, ad esempio.…

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La monarchia bucaniera di re lanterna

di Franco Cordero

Corre il diciottesimo anno dell’incubo italiano. Il Joker s’affacciava da una nuvola turchina: promette vita comoda, allegra, sicura; manda all’Italia sommesse dichiarazioni d’amore; sorride enchanteur, artefatto dai capelli ai tacchi; spaventa teste deboli agitando fantasmi comunisti; ostenta pose pragmatiche; esibisce patenti cattoliche. Qualche precedente constava, il resto affiora dagli atti giudiziari. Lo pseudouomo nuovo s’era ingrassato nella vecchia politica, i cui rottami eredita: tessera P2 n. 1816; ombre mafiose segnano una carriera le cui matrici tiene ermeticamente nascoste; i soldi gli uscivano dalle orecchie; comprava favori ministeriali; monopolista pirata delle televisioni commerciali, vi pesca i voti che lo proiettano a Palazzo Chigi, col fine manifesto d’evitare rendiconti penali, e apre nuovi cicli d’affari. Non gli servono più costosi patroni: lo Stato diventa roba sua; traffica, blatera, governa, legifera in eversione permanente, furioso contro i relitti dell’antiquata civiltà giuridica. L’estero guarda allibito: vola l’epiteto “sinistro buffone”; nelle visite ufficiali spende gaffes, squallidi istrionismi, barzellette oscene. Non sale dall’inferno: lievitava nel tiepido brodo italiano, finché interviene la mutazione genetica; storie d’ordinario malaffare producono fenomeni monstre.…

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Il Segreto dell’ Anti-Stato

di Carlo Galli

Nonostante i tentativi di minimizzazione del premier – che parla con scarsa eleganza di «4 pensionati sfigati» (tra cui evidentemente anche il coordinatore del suo partito Verdini) – la vicenda della cosiddetta P3 ha risonanze gravi, tutt’ altro che cabarettistiche. L’ ideologia della destra che governa l’ Italia consiste – lo viene del resto ripetendo da più di tre lustri – nella contrapposizione del Privato al Pubblico, della libertà individuale all’ invadenza dello Stato. Atal fine è spesso evocato il comunismo – come esempio del potere totale che lo Stato (e gli statalisti, cioè la sinistra) tende fatalmente a esercitare sui singoli – ; e a questo male reale, ma appartenente al passato,è contrapposto un liberalismo immaginario, fatto di assenza di regole, che non assomiglia a nulla che si conosca in alcun Paese civilizzato, e che a un esame appena un po’ attento si rivela sinonimo di licenza e di impunità. Il risultato – ovvero la società italiana di oggi – non è solo il caos, la sopraffazione, la legge del più forte; ma è anche il ritorno in grande stile del Segreto.…

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L’aspersorio e la lupara. Lo storico Isaia Sales analizza i rapporti tra Chiesa e cosche

di Luca Kocci

“Non c’è alcun dubbio: i capi e gli aderenti alle quattro criminalità italiane di tipo mafioso sono devoti e ferventi cristiani che non avvertono minimamente alcuna contraddizione tra l’essere degli assassini e credere in Dio e nella sua Chiesa”, come testimoniano anche le Bibbie, i libri religiosi, i santini e anche gli altari ritrovati nei covi dei boss di Cosa Nostra, Camorra, ‘Ndrangheta e Sacra Corona Unita, che è cattolica fin nel nome. Allora ci si chiede: come è possibile? Attorno a questa domanda si è svolta la presentazione romana, lo scorso 5 luglio, del libro di Isaia Sales, I preti e i mafiosi. Storia dei rapporti tra mafia e Chiesa cattolica (Baldini Castoldi Dalai editore, pp. 368, euro 18,50) che, come scrive l’autore nell’introduzione, “vuole indagare le ragioni culturali, sociali e storiche della particolare religiosità degli esponenti della criminalità organizzata e anche la ‘mafiosità’ di alcuni uomini del clero, andando indietro nel tempo, rifacendo la storia della Chiesa meridionale e delle principali organizzazioni mafiose”.…

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Lavoro precario, diritti flessibili

di Roberto Fiorini

Gli operai sono ricomparsi in prima pagina. Il referendum alla Fiat di Pomigliano li ha posti al centro. Lo scenario era predisposto per sancire la svolta epocale. “Dopo Cristo”, diceva Marchionne, per indicare un nuovo inizio nelle relazioni industriali, con l’eliminazione del conflitto e l’assoluto dominio padronale. Da tutte le parti si soffiava per l’unica razionalità possibile: il Sì incondizionato alle richieste aziendali che inaspriscono le condizioni di lavoro e impongono deroghe a diritti costituzionali come sciopero, malattia e permessi elettorali.

Invece oltre il 36% ha detto No. La prevalenza dei Sì è una vittoria, ma una vittoria amara. L’obiettivo, infatti, era il plebiscito a favore, che sancisse la morte di ogni opposizione. Doveva diventare un simbolo, come 30 anni fa la marcia dei 40mila a Torino. Avrebbe ispirato altre replicazioni anche nelle fabbriche del nord. Invece il consenso pieno è mancato, anzi, si è rovesciato nel suo contrario.

Il messaggio dei No è chiaro. Il lavoro umano ha una sua dignità e va difesa, anche in tempi di crisi, sfidando i ricatti più neri e i poteri più forti.…

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Quanti servi in giro per l’Italia

di Nello Ajello

La libertà, ammoniva Cicerone nel De republica «non consiste nell’avere un buon padrone, ma nel non averne affatto». Per attribuire il giusto peso alla differenza, è istruttivo il caso Italia all’inizio di questo XXI secolo (a patto, s’intende, di dubitare che il padrone sia buono). Il lettore capirà senza sforzo di cosa stiamo parlando. Per arricchirne le meditazioni, si può suggerirgli il volume di Maurizio Viroli, La libertà dei servi (Laterza, pagg. 144, euro 15).

L’autore, docente di teoria politica a Princeton, veste da sempre, con successo, l’abito dello storico dei fatti italiani. Qui, inclinando al gusto del pamphlet, lo fa con molta efficacia. Ci si trova a sfogliare un vademecum delle recenti vicende italiane: i materiali di cronaca sono presentati in una versione culturalizzata che li rende appassionanti.

Gli scrittori che Viroli chiama a sorreggere la sua narrazione vanno da Tacito e Plutarco, passando per Machiavelli, Goldoni e Baldassarre Castiglione, Gioberti e Mazzini, fino a Calamandrei, Salvemini, Sylos Labini, Bobbio o Sartori.…

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Scandali ecclesiastici. Tempo di prova, tempo di grazia

di Franco Monaco

Dalla pedofilia al sospetto coinvolgimento in fenomeni di illegalità. Per la Chiesa è tempo di tribolazione. Di penitenza e di conversione. Tempo di prova, ma forse anche tempo di grazia. Intendiamoci: guai a fare di ogni erba un fascio o a indulgere alla caccia alle streghe. Conosco e frequento da una vita sacerdoti e uomini di Chiesa. In me, nulla potrà cancellare ammirazione e gratitudine verso persone e istituzioni ecclesiali. Esse, nella loro stragrande maggioranza, sono semmai parte lesa, avrebbero diritto ad essere risarciti da chi ha gettato discredito sul loro buon nome e sulla loro generosa dedizione. Ma per la Chiesa è occasione di riflessione, e il papa ha aperto una strada che va battuta con evangelico coraggio. Perché l’attuale pontefice non ha il carisma e la popolarità del suo predecessore, ma, indiscutibilmente, è immune da visioni trionfalistiche. Di più: egli dà mostra di essere lucidamente consapevole della portata drammatica della sfida alla fede nel mondo contemporaneo e dell’inadeguatezza degli uomini di Chiesa (cioè tutti noi che ci diciamo cristiani) di fronte ad essa.…

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L’Aquila: il Premier mente, Tremonti taglia, la Rai censura. Ma la diocesi sta con i cittadini in rivolta

di Giampaolo Petrucci

La scure dei tagli si è abbattuta impietosa anche sulla città terremotata, stroncando definitivamente le poche e ancora incerte speranze di ripresa. E contro la manovra finanziaria del ministro Tremonti, che intende cancellare i benefici finanziari di cui gode l’area colpita dal sisma il 6 aprile 2009, il 16 giugno scorso sono scesi in piazza circa 20mila cittadini (10mila secondo la questura), al grido di “Noi delusi, non pazzi”. Un ottimo risultato di partecipazione – plaudono i comitati cittadini che hanno promosso il corteo – se rapportato al totale di circa 70mila abitanti, molti dei quali ancora alloggiati presso strutture alberghiere lontano dalla città o sulla costa. A sfilare, nei tre chilometri di serpentone, i sindaci terremotati di ogni schieramento, i sindacati, gli enti pubblici e privati, le associazioni, il mondo del volontariato, le categorie produttive e alcuni parlamentari abruzzesi. Tra gli altri, il sindaco Massimo Cialente, con la fascia tricolore in mano in segno di protesta; il neopresidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo (eletto tra le file del centrodestra), il capogruppo del Pdl alla Regione Abruzzo, Gianfranco Giuliante.…

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La guerra fredda non può tornare

di Giuseppe Mammarella

Difficilmente l’episodio della scoperta degli informatori russi da parte dell’Fbi, fornirà lo spunto per qualche film come quelli numerosi di spionaggio che negli anni della guerra fredda ci ha propinato Hollywood. Troppo borghese, troppo routiniera e troppo americanizzata questa nuova generazione di “spie” che probabilmente erano solo occasionali e modesti informatori per essere oggetto di qualche storia da portare sullo schermo. Mancherebbe quello che è un ingrediente insostituibile di ogni episodio di spionaggio classico: il mistero, l’esistenza spericolata dello 007 di professione e un po’ di romanticismo. La vita degli undici informatori, perfettamente integrati e probabilmente annoiati dal loro stesso lavoro di raccoglitori di notizie in gran parte insignificanti e reperibili, come spesso è successo nella storia dello spionaggio, sulle riviste specializzate, non è materia per film rocamboleschi e per situazioni mozzafiato. Non stupisce neppure che quegli uomini e quelle donne fossero in America ormai da diversi anni e che da anni fossero sotto la sorveglianza dell’Fbi. Il lavoro dell’informatore non si improvvisa e richiede una profonda conoscenza del Paese sul quale riferire, d’altra parte i sistemi di una polizia così professionalizzata come l’Fbi e la ricca strumentazione elettronica che essa ha a disposizione rende difficile condurre una attività di intelligence per periodi così lunghi senza essere scoperti.…

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